Bastian Contrario
Riflessione sul Natale 2020
In una mia rara poesia scritta una decina d’anni fa, augurai a me stesso “Natale, un giorno… normale”. Chiaramente, gli aggettivi più un uso di solito sono: “speciale”, “gioioso”… “santo”, ma io pensai a quella gente che vive da sola, chiusa in casa o addirittura senza tetto. Pensai che già la “normalità” per loro come per tanti sarebbe stata una benedizione. Non vi voglio rattristare adesso, proprio in un momento storico in cui il santo Natale lo dovremo passare per forza di cose, non proprio nella normalità ma in lockdown forzato.
Un anno, il 2020, che mai ci saremmo immaginati. Il contraccolpo di marzo è stato forte, anche dove le vittime sono state relativamente poche. Quelle strade deserte, persino i morti non poterli onorare per l’ultimo saluto. Il “distanziamento sociale” e le mascherine chirurgiche o fatte in casa in contrapposizione ai negazionisti o comunque ai “chissenefrega”. L’incremento esponenziale delle povertà e della disperazione anche in grandi città come Milano, per chi un’attività ce l’aveva ma ora si sente abbandonato dallo Stato-potere. Epoi gli opportunisti, i furbi, che da questa situazione fanno affari d’oro come e meglio di prima.
L’estate 2020 vissuta nella quasi convinzione del “è tutto finito”, e poi la seconda e non ultima ondata di desolazione e morte. Ebbene, si scriveranno libri, intere biblioteche a testimoniare questa nostra drammatica pagina ai posteri, dove quegli anziani che hanno ricostruito l’Italia del dopoguerra, che hanno combattuto la seconda guerra mondiale, sono alfin Caduti per un meschino virus. Il Covid 19. Li voglio ricordare assieme ai miei cari scomparsi in questi mesi, anche se non per un virus.
Natale 2020: andremo alla messa di mezzanotte di Gesù bambino che nasce …alle 18.00 o alle 19.00 ma poco importa. Importa che la si possa trascorrere “con i tuoi” e in salute. Almeno con una parte dei tuoi cari, perchè consentito dal DPCM o perché quella ti… è rimasta. Natale della Speranza che alla fine “tutto andrà bene”. Perché hai combattuto una battaglia che mai ti saresti aspettato e, senza nemmeno essertene accorto, l’hai vinta. Le ferite di questo Annus horribilis sono tante e inferte all’umanità intera come al singolo uomo o donna che si alza la mattina e si augura: “speriamo bene” con una preghiera. Buon 2021 a noi, a voi, a tutti.
N.b. La foto è del 2019
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