Spiritualità
Don Marino Peditto. 70 di vita religiosa, 63 di sacerdozio
Chi era Don Peditto Marino? Breve biografia del sacerdote in questione. Don Marino era nato a Messina il 02 gennaio 1924 da Giovanni e Pia Massa. Ex allievo del “Domenico Savio” di Messina, fin da giovane ebbe il gran desiderio di essere sacerdote con Don Bosco. Completate le scuole elementari andò nell’Aspirantato di Pedara (Ct) per compiere gli studi della scuola Media e del Ginnasio e per approfondire la sua vocazione.
Terminati gli studi, decise di farsi salesiano e a 17 anni, nel 1938, entrò nel noviziato di San Gregorio di Catania, dove emise la sua prima professione religiosa, consacrandosi a Dio e a Don Bosco, il 1 gennaio 1940. Completati gli studi del liceo classico e conseguita la maturità, l’ubbidienza lo destinò in varie case per far esperienza pratica di vita religiosa salesiana, il tirocinio. Lo troviamo a Randazzo 1941-1943, a San Gregorio 1943-1944, a Pedara 1944-1945. E proprio qui a Pedara si consacra definitivamente a Dio nella Famiglia Salesiana, il 14 gennaio 1945, con la professione perpetua. Ovunque si fece apprezzare per il suo impegno e dedizione, specialmente per i giovani.
Dal 1945 al 1948 è a Catania per compiere gli studi teologia. E il 15 giugno 1947 è finalmente consacrato sacerdote salesiano. Ora potrà dedicarsi con più impegno per la salvezza delle anime e per la gloria di Dio.
Nell’immaginetta ricordo di don Marino sono state riportate due citazioni: una biblica “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura”. (Mc16,15); ed una presa dagli appunti personali di don Peditto: “Vi ho amati con tutto il cuore, dal cielo vi amo di più e prego perché conosciate e viviate il Vangelo e lo portiate nel mondo”. Credo che queste due espressioni sintetizzano molto bene tutta la vita sacerdotale e salesiana di Don Marino.
IL MISSIONARIO – Don Marino è stato un grande missionario. Fin da giovane, aveva espresso il desiderio di andare in missione per convertire le anime al Signore. Durante il Noviziato, nel 1940, aveva data la sua disponibilità al Rettor Maggiore dei Salesiani per partire per le Missioni. E il Signore esaudì questo suo desiderio inaspettatamente. Nello stesso anno dell’Ordinazione sacerdotale ecco la chiamata del Signore per questa missione. In alcuni appunti autobiografici, ci racconta: “… dopo sette anni dalla domanda, mi fu consegnata la lettera in cui il Rettor Maggiore mi inviava nell’Assam (India) … perdetti del tutto l’appetito … perché non mi vennero in mente le anime da salvare ma i serpenti velenosi, le tigri, gli elefanti selvaggi (cose che poi tutte ho riscontrato), le sanguisughe, le malattie, il colera, la lebbra, la dissenteria, le distanze enormi da coprire a piedi … Il direttore Don Pilato se ne accorse e, dopo cena, mi disse: “Se non ti senti di andare, ti faccio rimanere in Italia”, “No, gli risposi, la lettera è arrivata, andrò in India”.
Partì quindi per l’India, Assam per conquistare anime al Signore. Così il Sig. Ispettore, Don Gianni Mazzali, sintetizzava durane il funerale di Don Marino la sua attività missionaria. “La vocazione missionaria è stata certamente una dimensione significativa della sua personalità salesiana e sacerdotale … Il suo apostolato si svolse nella grande pianura alluvionale del Bramaputra, l’immenso fiume del nord-est dell’India, tra le tribù mongoliche di quella vasta zona e gli adhivasi, popolazione disprezzata e al di fuori del sistema delle caste. Anni di intenso apostolato tra popolazioni tribali, fondamentalmente aperte alla fede cristiana e disponibili nei confronti dei missionari, veri pionieri della fede ed anche dello sviluppo sociale e umano”.
Don Marino per circa 20 anni, si dedicò “anima e corpo” a questo suo mandato svolgendo con tanto entusiasmo, amore, fortezza e dedizione non risparmiandosi mai pur di poter conquistare un’anima al Signore.
IL RITORNO – “Nel 1968 in conseguenza della tentata invasione cinese dell’Assam, il Governo Indiano mi invitò a lasciare la pianura dell’Assam perché straniero in una zona ormai diventata di frontiera. Mi diede la possibilità di andare in uno dei tre stati indicatemi, ma in due di essi non c’erano missioni o case salesiane e nel terzo c’era solo uno studentato teologico nel Sud. Passare tutta la mia vita in uno studentato? Ricominciare ad imparare altre lingue … Chiesi perciò di tornare in Italia”. Così scriveva don Marino, affidando ad un promemoria senza data il tracciato essenziale della sua vita e della sua vocazione.
Sebbene a malincuore, Don Marino rientrò in Sicilia per continuare la sua attività missionaria, sacerdotale e salesiana. Dal 1969 al 1970 fu mandato a Mazzarino (CL) come direttore. Ma il rientro dalle missioni lasciò nel suo animo sensibile tracce di amarezza e lo indusse a chiedere un po’ di tempo di riposo presso i suoi familiari a Messina. Ripresosi, ben presto, l’ubbidienza gli assegnò l’incarico pastorale nella Chiesa dei Salesiani di Taormina dal 1971 al 1973.
Si profilò poi la possibilità di un rientro in India. “In Sicilia mi trovavo come un pesce fuor d’acqua. Scrissi prima in India all’Ispettore dell’India Nord-est e poi al Vescovo di Shillong. Ottenni il cisto turistico ed acquistai il biglietto di sola andata per l’India. Mi recai a Roma in un breve contatto con l’allora Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, siciliano di Mineo, e il Consiglio Generale per le Missioni, don Bernardo Tohil, mi resi conto che le cose in Assam erano cambiate e non era più possibile per me rientrare in missione”.
Così scriveva lui stesso nelle sue memorie, e concluse questa fase convulsa ed anche amara della sua vita con una frase lapidaria: “Devo rimanere in Sicilia”.
IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO – Accettò la volontà del Signore e si mise a lavoro. Nel 1973 l’Ispettore di allora ll mandò, in qualità di parroco, a Modica Alta (RG), per sostituire don Re, morto in un incidente. “Da quel momento, scrive don Marino, iniziò per me un cammino nella “Novità della Verità” o meglio la “Novità di vita”.
“Con questa espressione Don Peditto riassume un lungo tragitto spirituale e pastorale nella sua missione di parroco, nello sforzo quotidiano di migliorare la qualità della vita cristiana dei fedeli a lui affidati. Dopo vari tentativi e accostamenti provvisori, dubbi e incertezze, l’esperienza di una interpretazione in lingua data da una persona illetterata, lo convinse della attendibilità e credibilità spirituale dei primi gruppi del Rinnovamento dello Spirito che cominciavano a prendere piede allora in Italia. “Mi sono detto: in questa assemblea agisce lo Spirito Santo. Caro Marino, da’ una scrollatina alle tue idee. Se lo Spirito Santo opera in persone illetterate, ma umili, perché non posso imparare anch’io a ricevere questo mistero antico e sempre nuovo che viene rivelato solo agli uomini e semplici di cuore”.
“E’ iniziata così a Modica Bassa, dopo una lunga passeggiata a piedi, una esperienza spirituale che don Marino ha continuato a privilegiare nella sua esperienza di sacerdote e di pastore a Modica fino al 1982, ad Alì Terme (ME) dal 1985 al 1994, a Modica nuovamente per 3 anni dal 1994 al 1997, a Catania S. Filippo Neri dal 1997 al 2005, a Taormina dal 2005 al 2007 ed infine qui a Giostra, in questa Chiesa e in questa comunità cristiana e salesiana che ha goduto dei frutti maturi della sua spiritualità e del suo zelo pastorale”.
(D. Mazzali nella S. Messa in suffragio di don Peditto).
Lavorò, con amore e passione, portando sempre quello spirito missionario che non gli era venuto mai meno in tutta la sua movimentata vita di sacerdote salesiano, annunciando il dono dello Spirito Santo ed esortando sempre tutti a farsi santi.
IL RITORNO AL PADRE – Ma ormai, dopo tante fatiche spese per la salvezza delle anime, era maturo per essere accolto nelle braccia del Padre misericordioso. Dopo il Natale del 2009 la sua salute cominciò a declinare. Il 29 gennaio 2010, avendo consultato il nipote e il signor ispettore, accompagnammo don Marino a Pedara, nella clinica cardiologica per un controllo più accurato. All’inizio ebbe un miglioramento tanto che restò per un po’ di tempo nella Comunità salesiana di Pedara, assistito amorevolmente e fraternamente dai confratelli. Alla fine di febbraio si sentì male e volle ricevere il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Il 25 marzo ebbe di nuovo una crisi, rese l’anima a quel Signore che tanto aveva amato e tanto aveva fatto conoscere con la sua predicazione e testimonianza.
Il Signore ha voluto chiamare a sé in un giorno particolare, l’Annunciazione del Signore. L’antifona d’ingresso alla S. Messa di questa liturgia riporta la frase: “Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10, 5.7). il “si” di Cristo che accetta la volontà del Padre per la salvezza delle anime, è corrisposto anche dalla Vergine Maria che con il suo “si” permette al Figlio di Dio di farsi uomo e diventa così anche Lei Corredentrice. Anche don Marino ha risposto generosamente alla chiamata di Dio con il suo “si” facendosi apostolo, annunziatore del Vangelo per la salvezza di tante persone, specialmente giovani.
Appena si seppe la notizia della sua morte, confratelli, parenti, parrocchiani, amici del rinnovamento nello Spirito Santo vennero a visitare la salma per pregare e per ringraziare Dio del dono di Don Marino.
Sabato 27 marzo, alle ore 11.00, la salma fu portata nella Chiesa parrocchiale “S. Matteo” per i solenni funerali. Presiedette la Concelebrazione l’Arcivescovo di Messina, Mons Calogero la Piana, assieme al Sig. Ispettore, Don Gianni Mazzali, ai confratelli della Giostra, di Messina e di altre comunità salesiane della Sicilia, circa 30 sacerdoti. Presenti pure diversi sacerdoti diocesani e diaconi.
La chiesa era gremita da un gran numero di fedeli, ex allievi ed amici del rinnovamento nello Spirito Santo venuti anche da Modica, Catania e di altre parti della Sicilia, per dire il loro grazie a quest’uomo, guida spirituale ricercata e apprezzata, vero apostolo di Cristo, che ha speso la sua vita per annunciare il Vangelo ai credenti e ai non credenti.
Noi tutti abbiamo la certezza che ormai don Marino ha ricevuto dal Signore il premio promesso ai suoi servi fedeli e che dal cielo continua ancora la sua missione di sacerdote salesiano aiutando e proteggendo tutti coloro che gli hanno voluto bene e che lo invocano nelle loro necessità.
Vogliate, carissimi Confratelli, ricordarvi nelle vostre preghiere anche della nostra Comunità che ha tanto bisogno per svolgere la sua missione in questo quartiere di Messina con amore e dedizione come ci ha insegnato don Bosco.
Aff.mo in don Bosco santo, Il Direttore Parroco Don Pippo Fallico e la Comunità della Giostra
Invia un Commento