Motori
Countach 2021: l’effetto WOW torna dopo 50 anni
Della Countach, indiscutibilmente mi piacevano l’apertura delle portiere verso l’alto e l’inconfondibile design. È stata la mia macchina dei sogni sin da quando ero ragazzino, quando, nel vecchio garage di famiglia, su un muro molto decadente, inchiodai un bel pezzo di cartone e su questo incollai alcuni ritagli di giornale fra cui appunto la Countach. Si trattava della versione “S”, ossia quella col grande alettone posteriore a freccia, i parafanghi allargati e gli enormi pneumatici, realizzata negli anni ’80, non la primissima (a ruote strette, collaudata da Pierluigi Mori). Sebbene, nella mia cameretta i miei poster fossero dedicati alla Ferrari Testarossa ed alla Ferrari 288 GTO del 1984 e fra i miei modellini Bburago la preferita fosse la rossa “GTO” del 1962 in scala 1:18, (di cui uno dei tre originali modelli rimasti, fu battuta all’asta per la stratosferica cifra di oltre 80 milioni di dollari).
Countach 2021: motore posteriore centrale e cambio davanti. In Lamborghini si sono decisamente ispirati alle linee tese della primissima versione 1971, nel contempo “customizzando” in chiave retrò la già nota Sian. Il nome Countach, – racconta la tradizione –, fu ispirato dalla esclamazione in piemontese “Contacc” (wow, accidenti! o perbacco!), di un profilista che lavorava alla Bertone invitato a vederla per la prima volta.
Mi piacerebbe molto apprendere oggi l’opinione dell’Ing. Stanzani (che all’epoca definì volutamente Esasperata l’erede della mitica Miura del 1966, proprio perché “il cliente Lamborghini è sempre stato un po’ particolare ed esigente”) e del grande Marcello Gandini (il più estroso dei Designer che abbiamo avuto in Italia – sempre parole di Stanzani), in merito alla nuova “Countach LP 800 – 4”.
Due milioni e diecimila euro il suo prezzo per soli 112 esemplari prodotti che andranno a ruba nonostante il prezzo. Motore V12 più unità elettrica, per un totale di oltre 830 CV. Un modulo ibrido impostato su super capacitori. La fiancata non conserva la linea squadrata del montante porta, perché la legge aerodinamica oggi orienta necessariamente la linea ad “arco”.
Prima a riportare la figura geometrica esagonale nella produzione del “Toro”, si ritrova oggi nei sei gruppi ottici posteriori questa figura geometrica (di derivazione Sian), fari che invece sulla progenitrice erano quadrati. Ripresa la linea della coda con le ruote a vista, ma adesso c’è un grosso estrattore d’aria per tenere inchiodata al suolo una supercar che viaggia velocissima. Interni spettacolari con ampio dashboard e schermo verticale con grafica dedicata sul tunnel centrale che copre il cambio longitudinale i cui comandi sono al volante. Sedili a guscio in fibra di carbonio rivestiti in pelle (rossa) come gli inserti sui pannelli porta.
Se la Countch nel 1971 dettò legge nelle forme della Lamborghini perché all’avanguardia su tutte le altre supercar, oggi, anche se il panorama tecnologico dei modelli e marchi competitors è agguerritissimo, sta giocando una carta importante: se non ancora quell’effetto WOW della sua antenata, un insieme di suggestioni, ancorchè “calcolate”, che rafforzeranno ancora di più l’immagine (ed il fatturato) del “Toro”, da anni sapientemente in mano all’Audi, nell’esclusività da collezionisti iper facoltosi, come da sempre ciò è patrimonio soprattutto di Ferrari e di pochissimi altri marchi iconici al mondo.
Cordiamente, Giovanni Bonarrigo
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