Bastian Contrario
Riflessione sulla guerra
Avrò avuto sette anni, quando il maestro delle Elementari ci fece studiare la poesia La guerra che verrà di Bertolt Brecht. Riporto queste parole: “La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.”
Alcuni di noi alunni ci chiedemmo: ma perché? dopo la tremenda seconda guerra mondiale, terminata il 2 settembre 1945, potrebbero esserci ancora guerre? E il maestro ci rispose: ci sono ancora guerre nel mondo, ma semmai dovesse un giorno scoppiare una terza guerra mondiale, sarebbe la fine per il genere umano.
Marzo 2020: scoppiava una pandemia che non ha risparmiato nessuna nazione, una pestilenza di morte che, qualunque sia stata la sua origine, univa popoli nella emergenza più disperata mentre il pianeta intero si sprangava in casa nei lockdown. Ambulanze a sirene spiegate in ogni città. Camion militari carichi di bare, morti senza nemmeno il conforto di un funerale. Nei primi giorni, uscendo di casa, sembrava, vedendo quelle strade deserte, di essere caduti in una guerra silenziosa e si sperava che un giorno tutto tornasse come prima, anche se prima fosse stato già difficile. Si leggeva sugli striscioni appesi ai balconi “andrà tutto bene”, mentre papa Francesco celebrava la santa messa in una piazza san Pietro completamente deserta.
Anche da noi in Sicilia, arrivarono aerei cargo carichi di mascherine e quant’altro dalla Cina e non solo. Ospedali al collasso per le terapie intensive. In Italia, furono richiamati medici già in pensione a… rischiare la loro vita per salvarne altre dal Covid-19. Poi, spuntarono i primi vaccini, fra proclami e No vax in piazza. Ma la pestilenza tornava sotto forma di varianti e variantine. In molti, dall’Europa alla Cina, dagli USA alla Russia furono, almeno apparentemente, uniti nell’intento di superare un momento critico della nostra vita che mai avremmo dimenticato. Questo e molto molto altro, sarebbe bastato al mondo per farlo riflettere e quindi far virare ogni nazione verso la cessazione di forma di conflittualità? O forse, sotto la “cenere” della pandemia covavano, ignoti ai più, giochi di potere che sarebbero esplosi prima o poi?
Anno 2022: mentre, con grandissimi sacrifici da parte di popoli i più diversi ancora in pandemia si camminava sulla corda in bilico, ecco dai Paesi dell’Est scoppiare una guerra che era già nell’aria da tempo. La Russia invadeva l’Ucraina. I TG, il web, i giornali, ed ecco scene di morte che forse pochi (ancorchè anziani) ricordavano per averle vissute di persona. Oggi, le bombe ed i carri armati contrassegnati dalla “Z”, bambini uccisi, donne stuprate ed impiccate. Un mese è già passato. Ancora più in bilico, un pianeta rischia (lo dicono i giornali) la terza guerra mondiale.
Fuggiti dalla guerra, gli ucraini trovano accoglienza in Polonia, in Ungheria, Romania, Repubblica ceca e Slovacchia e poi nelle nazioni europee. Anche da noi (vedi a Furci Siculo e non solo), di prima mattina un autobus turistico è stato accolto da calore umano, palloncini colorati di azzurro e di giallo e manifestini di benvenuto. In Italia, sono stati già accolti più di 60.000 profughi.
Carissimo Joe Biden, caro Xi Jinping, illustrissimi potenti della Terra: conoscete un certo Volodymyr Zelens’kyj? Ma soprattutto: conoscete le mire di un certo Vladimir Putin? Pare che quest’ultimo, sia apparso alla “sua” gente inneggiante, citando un passo del Vangelo: “Nessuno ha un amore più grande di chi dona la propria vita per i propri amici”. Chiaramente, persino il sacro Vangelo può essere interpetrato come qualsiasi “scritto” a proprio uso e convincimento. Forse, nonostante la tragedia immane della pandemia ed i milioni di morti nel mondo che essa ha provocato e continua a mietere, altri milioni di innocenti dovranno cadere in nome di quella “spartizione del mondo” che fa viaggiare l’uomo sul filo esile di una follia fratricida? Noi, speriamo ancora che “VADA TUTTO BENE”.
Bastian contrario
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