Politica
Sanità. Cateno De Luca a Schifani: “mio padre è in attesa da maggio di iniziare la logopedia”
Sanità. Il caso De Luca, oggi sotto la lente d’ingrandimento, non è certo una novità: molti anziani o invalidi siciliani, infatti, sono abbandonati a sé stessi in un letto e/o una carrozzina, in attesa di nient’altro che la sofferenza e l’abbandono, in agonia talvolta fino alla morte. L’inefficienza cronica o addirittura assenza totale delle istituzioni preposte, è una piaga che ogni giorno è subita da tantissimi cittadini che, anche quando ottengano una risposta, “sono costretti a liste di attesa infinite che spesso non tengono conto della gravità della patologia né della condizione del paziente”. Quante “raccomandazioni” servirebbero ai siciliani per avere il sacrosanto diritto alla salute?
La provocazione di Cateno De Luca: “Voglio chiedere alla luce del sole al Presidente della Regione Renato Schifani di voler raccomandare mio padre affinché possa finalmente iniziare la terapia domiciliare con la logopedista dell’azienda sanitaria.”
È la provocatoria richiesta del leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca che, intervenendo in aula nell’ambito del dibattito che ha visto il Presidente Schifani parlare anche del sistema sanitario siciliano, ha messo in luce le criticità che si registrano più frequentemente partendo da un’esperienza personale.
“Mio padre, 83 anni, colpito da ischemia e costretto su una sedia a rotelle, ha spiegato De Luca, da maggio scorso è in attesa dell’avvio della logopedia domiciliare che gli consentirebbe di tornare a parlare con la sua famiglia. Purtroppo, prosegue De Luca, da sei mesi stiamo aspettando che arrivi il suo turno. È questa la fotografia della sanità in Sicilia. Una situazione che oggi tocca mio padre, ma che ogni giorno è vissuta da tanti cittadini che sono costretti a liste di attesa infinite che non tengono conto della gravità della patologia né della condizione del paziente. Non mi rimane altro da fare, ha dichiarato De Luca mostrando la richiesta di attivazione del servizio per l’anziano padre da parte dell’Asp, che appellarmi a lei Presidente, chiedendole apertamente una raccomandazione. Una pratica, quella della raccomandazione, che non mi appartiene e che certamente non può rappresentare lo strumento per accedere ad un diritto inviolabile quale è quello alla salute.”
N.b. Foto di repertorio
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