Motori, Sport
Adrian Newey ed il suo ennesimo capolavoro: la Red Bull RB18
Terminati i test in Bahrain, test che, nelle tre giornate hanno offerto quantomeno una panoramica d’insieme che ci conferma una Ferrari solida e veloce sia a pieno carico di benzina che scarica. Mercedes estrema nella configurazione aerodinamica delle “pance” con la sua orami nota FW13/B, ma complessivamente oberata da difficoltà da risolvere da qui al primo GP: infatti, è sembrato di tornare al passato più remoto delle corse, quando, oltre alle frese per modellare in tutta fretta dei particolari sulla carrozzeria, nei box Mercedes sono stati utilizzati i martelli per sistemare una monoposto sofisticatissima ma complicatissima nel suo insieme.
La Red Bull RB 18 che, pilotata da Max Verstappen ha concluso la classifica dei tempi in prima posizione (secondo, il ferrarista Charles Leclerc), ha portato in pista anch’essa degli affinamenti aerodinamici, pur senza stravolgere un progetto che distante dalla filosofia Mercedes, estremizza il concetto di profilo alare proprio nelle due pance che, ancora più scavate nella parte inferiore accompagnano gradualmente i flussi d’aria verso il retrotreno grazie ad un effetto Coanda, superiore.
Verrebbe da dire che, la geniale mente di Adrian Newey ha “partorito” l’ennesimo progetto vincente. E tuttavia presto per trarre delle conclusioni e ciò vale anche per tutta quanto di buono è stato detto sulla Rossa siglata F1-75. Ricordiamo che i problemi di porpoising (oscillamento longitudinale della monoposto alle alte velocità od “effetto delfino” come lo definiscono gli inglesi), ha afflitto un po’ tutti i team ed ancora affligge la nuova Mercedes, la quale, per l’enorme carico ad alta velocità ha manifestato, oltre ai saltellamenti anche lo strisciamento del fondo sull’asfalto nonostante i tiranti in acciaio aggiunti.
La stagione, la lunghissima stagione 2022, si preannuncia interessantissima: se dal punto di vista tecnico i team hanno superato in diverse aree di gran lunga i “paletti” posti e previsti dalla FIA, rimane comunque da verificare quanto la bontà di taluni progetti possa essere versatile nei più differenti circuiti: vedi Montecarlo e non solo, dove le curve lente metteranno alla prova la pesantezza aggiunta delle nuove monoposto (798 kg) e nel contempo le necessità di smaltimento termico, sia per le esigenze della PU, sia per l’impianto frenante sulle nuove 18”, ora schermate all’esterno da “coperchi” imposti per tutti.
Si è parlato anche di adattabilità dei fenomenali piloti al nuovo modo di gestire la staccata: assolutamente differente dovrà essere infatti l’approccio dopo il “pestone”, il cosiddetto “bite” (morso) iniziale che si dà ai freni per limare grosse fette di velocità. Vedremo forse addirittura più a loro agio piloti come Schumacher o persino il cinese Zhou Guanyu? Quest’ultimo, infatti, debutterà direttamente nell’era “effetto suolo” senza dover adattare precedenti automatismi acquisiti. Ma, da Russel a Norris a Sainz, passando per il veterano Alonso ed il sempre motivatissimo Hamilton, ci attendiamo una lotta leale ma mai scontata scritta in partenza.
P.S. In questi giorni ho pensato di realizzare dei video esplicativi su YouTube: non sono un tecnico e c’è tantissima gente molto più brava di me sul web, ma a me farebbe piacere. E a voi? Fatemelo sapere, via mail o commentando sul blog stesso o sulla pagina facebook che porta il mio nome. Saluti.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
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