Motori
Imola 2022. Duro colpo ma, si può vincere!
Inaugurato nel 1953, il circuito di Imola fu usato per la Formula Uno (per una gara fuori campionato) nel 1963 vinta da Jim Clark. Se guardiamo alla gloriosa storia del circuito di Imola, il circuito che porta il nome di Enzo e Dino Ferrari, si poterebbero scrivere romanzi appassionanti e mi sa che sono stati già scritti. Dal duello fra Gilles Villeneuve e Didier Pironì 1982, pagina buia per la Ferrari, dove il canadese si sentì tradito all’incidente nel 1989, dove Berger alla curva del Tamburello sbatte violentemente e dove la sua Ferrari prende fuoco (il pilota fu salvato dai leoni della CEA).
Imola è purtroppo, anche il circuito dove perse la vita il bravo ragazzo Roland Ratzemberger ed il grande campione Ayrton Senna nel tremendo GP del 1994. Ma su questo tracciato è giusto ricordare i 7 successi i Michael Schumacher, dal 1994 al 2006. Soprattutto mi piace ricordare gli straordinari ed esaltanti successi di Michel in tuta rossa sull’ “Enzo e Dino Ferrari”.
Ricordi: fui, fummo sul circuito di Imola 1987 nel giorno del GP: il grande Michele Alboreto e Gerhard Berger correvano sulle Rosse rispettivamente n° 27 e 28, Ayrton Senna su Lotus (gialla sponsorizzata Camel), Nigel Mansell su Williams Honda, Teo Fabi e Thierry Boutsen su Benetton, Ivan Capelli sulla Leyton House n° 16 (curiosità: casualmente lo stesso numero di Leclerc oggi), che altri non era se non una Formula 3000 con le gomme da Formula Uno, Caffi correva su Osella, Alain Prost su McLaren… foto che conservo ancora.
In libera uscita dalla “Mazzoni” in Bologna, mi concessi assieme a degli amici commilitoni il piacere di assistere di presenza al primo GP della mia vita: capii subito che i Gran Premi è meglio vederli da casa, non tanto per la poltrona ma perché in tv segui ogni fase ed hai molti più dati e cronaca da vedere. Tuttavia, l’emozione fu senza confronti: scattai anche qualche foto con la mia macchinetta col rullino da 24.
Tornai, tornammo nel 1991: di quell’occasione ricordo soprattutto tanto fango nelle collinette alberate, dove eravamo assiepati noi tifosi “biglietto prato” dopo che aveva piovuto. Alcuni, coperti con la cerata per proteggersi dalla pioggia. In pista c’era anche un’altra rossa, la Bms Dallara e c’era forse l’ultima Brabham della storia F1. La coppia Ferrari era Prost Alesi, una coppia fortissima formata dal “professore” e dal giovane arrembante di origini siciliane. Durante il giro di formazione, su pista umida, Prost uscì di pista, gara finita. La gara di Jean Alesi durò tre giri, anche lui uscì di pista. Che cocente delusione.
Ere geologiche del motorismo si sono succedute e con i nostri occhi abbiamo visto “morire” e poi finalmente rinascere più grande e più forte di prima lo storico circuito del Santerno. Oggi, il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna assieme all’altrettanto storico e glorioso circuito di Monza, rappresentano i sopravvissuti della vera storia della Formula Uno.
Il nuovo regolamento tecnico ha introdotto l’effetto suolo e con esso una nuova concezione di monoposto, ha effettivamente rimescolato le carte. La Ferrari è tornata alla grande dopo anni bui. Leclerc e Sainz si trovano a pilotare se non una “bestia” imbattibile, di certo una macchina molto competitiva per la vittoria finale. Ebbene, dopo le restrizioni del Covid, la “marea Rossa” in questo fine settimana è tornata letteralmente ad invadere non solo le colline o le tribune del circuito ma la città di Imola stessa, nuovamente con le bandiere inneggianti il Cavallino rampante e tanta voglia di festeggiare. Avevano sognato una doppietta, (come noi da casa), ma già dalle qualifiche controverse per quella bandiera rossa dopo il tempo “regolare” di Verstappen e poi dalla “garetta” con sorpasso finale su Leclerc del sabato, c’era nell’aria un oscuro presagio. Il GP, in partenza si avviava con un pessimo start di Leclerc e Sainz che finisce nella sabbia. Dal mio punto di vista – spinto da Ricciardo, malinteso o meno, siamo al secondo zero per lui. Chiaramente, esaminando l’intero weekend, Leclerc ha sofferto la velocità delle monoposto energetiche non solo di Verstappen ma dello stesso Perez. Una volta passato dalle intermedie alle slick, ha invocato a più riprese quell’ala mobile che gli avrebbe dato lo spunto necessario per sopravanzare Perez, DRS che però è stato concesso parecchio tempo dopo. In definitiva, l’errore finale alla Variante Alta del pilota monegasco la dice tutta sullo step prestazionale conseguito dalle Red Bull ad Imola.
La Ferrari, ieri, fra le altre cose con un primo pit stop troppo lungo ha probabilmente contribuito a compromettere un possibile secondo posto per Charles, per come si erano messe le cose, alla fine si sarebbe dovuta “sedere”, accontentandosi di una terza piazza e ritenersi pure soddisfatta. Invece…
GP di Imola deludente? Si, ma non pensiamo a quello sventurato 1991 o ad una nuova crisi Ferrari. Pensiamo piuttosto al futuro prossimo! Il mondiale 2022 è molto lungo e, se le prime gare “rosse” sono state molto profittevoli fino a Melbourne, favorite anche dalla scarsa affidabilità delle monoposto bibitare, in Ferrari adesso bisogna innanzitutto non commettere errori in pista, essere affidabili, mettere a punto macchine e strategie per tornare a vincere. Perché, “la vittoria più importante è quella che dobbiamo ancora conseguire”.
Una battuta finale la vorrei fare sul sette volte campione della Mercedes. quarto al traguardo il suo giovane compagno di squadra Rassel, tredicesimo (e doppiato) lui che chiaramente non ha più quella “fame” tipica di chi deve dimostrare con qualsiasi mezzo si abbia a disposizione, (anche con un mezzo meno competitivo rispetto agli ultimi otto anni) di meritare tanta fama e… followers.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
Invia un Commento