Bastian Contrario
Sicilia. Fatti gli affari tuoi e, (forse) camperai cent’anni
Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione. (James Russel Lowell – poeta, critico letterario e diplomatico statunitense, incluso nella lista di personaggi della Hall of Fame for Great American.)
Buongiorno cari lettori. Innanzitutto, un saluto ai vicini ed ai lontanissimi sul pianeta web, che in questi (lunghi) anni mi hanno letto ed hanno apprezzato, ma anche no, quanto ho scritto nelle pagine di questo blog-news. Voglio aprire questo pezzo – che definirei un editoriale -, immaginando un personaggio: ipotizziamo di intravederlo di spalle mentre cammina per i fatti suoi. Immaginiamo di incontrare il “piccolino” per strada col suo zainetto sulle spalle. Sembra un ragazzotto alle Elementari che va a scuola come tanti altri ragazzi studiosi e intelligenti. Chi è, mi chiederete? Ne parliamo dopo…
Dicevamo: Quale potrebbe essere il motivo per il quale vale la pena di “scrivere” ancora mentre i tempi stanno cambiando linguaggio e metodi di comunicazione, anzi, lo hanno già fatto: comunicati, politica, pubblicità, religione, eventi carnevaleschi… cultura? L’informazione di massa passa oramai per una (veloce) consultazione sui social e sul web. Rara è la lettura di quotidiani cartacei e solo per questioni gravi, facilmente riconducibili ad incidenti mortali e/o tragedie. Il giornalismo professionistico si è adeguato: sintetico, ossia il contrario di quanto sto facendo in questo momento. Nonostante ciò, ho constatato che una minoranza di una certa importanza “VUOLE” ancora conoscere come stanno veramente le cose. A loro dedico queste poche riflessioni.
Ma torniamo al “ragazzino” con lo zainetto: in realtà è un uomo che è ormai negli “anta” e abbastanza bene conosce il quadro politico istituzionale della riviera jonica messinese e palermitana. Grazie a lui: passaggi di consegne, uomini e donne nuovi sono alla macchina amministrativa delle comunità del comprensorio. Qualche capello bianco e qualche pensiero però ce lo ha pure lui…
Citerei Leonardo Sciascia, nato a Racalmuto l’8 gennaio 1921, il quale fu pessimista sulle possibilità della Sicilia.
Dicevo, fare giornalismo: non è cosa facile neanche per un professionista laureato, figurarsi per un “fai da te” che si espone come mite agnello agli artigli di “belve feroci” a cui non piace sentirsi dire certe verità. Mi chiedo altresì: la Sicilia è l’ombelico del mondo? Terra si bellissima e del Sole che ha un potenziale turistico immenso. Ha infatti una millenaria storia ricchissima di “documenti”, che sono retaggio dell’impero Romano, di dominazioni Greche, Bizantine, Arabe, Normanne, Borboniche… eppure ancora oggi stenta a chiudere i bilanci comunali. Ancora oggi manda all’estero i suoi figli migliori, ancora oggi come in passato in cerca di fortuna. Perciò, non solo a Palazzo dei Normanni c’è qualcosa che non va. Forse, è certa mentalità globale che non ha alcuna intenzione di sbloccarsi fra di noi. La chiamerei, la “sottocultura del silenzio-compiacente”.
Torniamo ancora allo “scolaro” che, abbiamo scoperto avere qualche anno in più di cinquanta… Se stesse scrivendo lui, farebbe “nomi e cognomi” senza paura e, dato che di personalità ne ha da vendere, avrebbe, ha ancora, un buon seguito in Sicilia e non solo a Taormina o a Messina. Ma ha allevato i nuovi “scolari coraggiosi” con lo zainetto?
La domanda è: se alziamo lo sguardo e osserviamo l’orizzonte, messo da parte un imponente pregiudizio che manteniamo verso i nostri simili, quante alternative di riferimento, reali, abbiamo in prospettiva di un futuro che guardi, una volta per tutte, alle nuove generazioni. E non solo in campagna elettorale?
L’ottimo Luigi Pirandello, diceva: “maschere ognuno ne indossa una in ogni circostanza e la cambia a seconda della realtà sociale in cui vive”. Il problema è che, da molti anni a questa parte, se parli bene del potente di turno sei un lecchino, se ne parli male “ce l’hai con lui”, se ti fai gli affari tuoi sei “nuddu mmiscatu cu nenti” ma sopravvivi alla giornata. La scelta che molti fanno, nella riviera jonica, è infatti di ‘spiare di nascosto’, di fare i forti con i deboli e i deboli con i forti. Nulla di strano, guardando ad un passato remoto da ‘popolo dominato’ un po’ da tutte le civiltà, e che rare volte ha alzato la testa pagandone sanguinose tragedie di massa. Piangendo la morte dei figli della propria carne.
Concludendo, avendo oggi detto tutto e niente, essendomi astenuto dal fare nomi; enunciare fatti; “scavare” sulla Storia che un sito-blog dal nome altisonante (fogliodiSicilia) meriterebbe di saper fare; torno alla domanda iniziale: il giornalismo ha un senso, ormai, ha un senso tra la gente della riviera Jonica? Si, perché altrove, vi assicuro che ce l’ha. A questo “ALTROVE” rivolgo la domanda. Commentabile sul blog stesso. Come si faceva prima che nascesse Facebook, YouTube, WhatsApp, Instagram, ecc.
Buon Mercoledì delle Cenere e buon inizio della Santa Quaresima.
giovanni bonarrigo
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