Cronaca
Rita dalla Chiesa: “Mio padre, una morte dignitosa non l’ha avuta”
La dichiarazione di Rita Dalla Chiesa, rilasciata al Tg4, dopo che la Cassazione ha aperto al differimento della pena per Totò Riina gravemente malato: “Penso che mio padre una morte dignitosa non l’ha avuta, l’hanno ammazzato lasciando lui, la moglie e Domenico Russo in macchina senza nemmeno un lenzuolo per coprirli. Quindi di dignitoso, purtroppo, nella morte di mio padre non c’è niente”, non è che una fra le più autorevoli ascoltate ieri.
La Suprema corte apre al differimento della pena per il capo dei capi di Cosa nostra, che ha 86 anni ed è affetto da diverse gravi patologie. Sulla base di queste indicazioni, il tribunale di sorveglianza di Bologna dovrà decidere sulla richiesta del difensore del boss, finora sempre respinta, nell’udienza fissata il prossimo 7 luglio. L’avvocato del mafioso, Luca Cianferoni: “Legittima soddisfazione”.
Salvatore Riina, potrebbe anche ottenere gli arresti domiciliari. Il motivo? Il “diritto di morire dignitosamente” va assicurato ad ogni detenuto. Anche al capo dei capi di Cosa nostra.
Riina, non solo non si è mai dichiarato pentito per i crimini commessi nè mai ha chiesto scusa ai parenti delle vittime ma, fra le tante ore di intercettazione delle microspie della Dia, il capo dei capi confidandosi col compagno d’ora d’aria, nel 2013 rivendicava una serie di delitti del passato e avanzava persino minacce per il futuro: “Lo faccio finire peggio del giudice Falcone. Lo farei diventare tonno buono”.
Nota: la foto del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, è stata prelevata dal web.
Redazione
Invia un Commento