Spettacolo e Cultura
RITA LEVI MONTALCINI, UNA VITA IN DIFESA DELLA SCIENZA (di Danilo Campanella)
30 DICEMBRE 2012 – Si è spenta oggi la scienziata italiana di fama internazionale Rita Levi Montalcini, che primo Levi definì “una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa”. Nata a Torino, il 22 aprile del 1909, studiò e lavorò negli Stati Uniti per poi tornare in Italia in veste di neurologa prima, e di senatrice poi. Nonostante si dichiarasse atea, devolse una parte dei proventi del suo premio Nobel per la medicina alla comunità ebraica di Roma.
Nel 2009 per i suoi studi sul sistema nervoso ha ricevuto il Wendell Krieg Lifetime Achievement Award, riconoscimento internazionale istituito dalla più antica associazione internazionale dedicata allo studio del sistema nervoso, il Cajal Club. La Montalcini ci lascia in eredità le sue eccezionali scoperte scientifiche. Nel laboratorio di Saint Louis scoprì quel potente “elisir” di crescita che è l’Ngf. Iniettandone una quantità infinitesima in una provetta con dentro alcune cellule nervose, in sole 24 ore inizia a svilupparsi un alone ricco di filamenti. Altre centinaia di molecole simili sarebbero state scoperte in seguito. Grazie a lei, bastano poche molecole di Ngf in una zona del corpo per farvi crescere le cellule del sistema nervoso necessarie al suo perfetto funzionamento. “La scoperta di Ngf – spiegò oltre trent’anni più tardi il comitato Nobel a Stoccolma assegnandole il premio assieme al collega Stanley Cohen – è l’esempio di come un osservatore acuto riesca a elaborare un concetto a partire da un apparente caos”. Rita Levi Montalcini è stata una delle 10 donne a ricevere il premio scientifico più prestigioso.
Nonostante le sue indubbie qualità e il suo indefesso impegno in favore della scienza, della tecnologia, della medicina, della cultura mondiale, vi sono stati personaggi che non hanno esitato, in favore di meschini giochi di palazzo, ad apostrofarla indecorosamente. Neanche a dirlo, tutti politici: quando nel 2001 è stata nominata senatrice a vita, le vennero incontro gli “auguri” di Storace (“Le porteremo a casa le stampelle”), alla vigilia del voto della Finanziaria del 2007, Roberto Castelli, che sempre nel 2007 definì “uno spreco e un mercimonio” i finanziamenti all’European Brain Research Institute da lei presieduto, e nell’agosto del 2011 Umberto Bossi dichiarò: “Scilipoti? Meglio lui di quella scienziata”. Ma Rita non se ne curava nemmeno, e continuava il suo lavoro di scienziata e di intellettuale.
La Montalcini ha rappresentato, in tutto il mondo, l’ “eccellenza” scientifica italiana. Perché il popolo italiano ancora sopporti la presenza di “rappresentanti istituzionali” che non soltanto sono inadeguati al loro ruolo, ma che anche si arrogano il potere di denigrare con bieca ironia il lavoro e l’intelligenza di coloro i quali fanno “del bene” al mondo, rimane un mistero. Torna onnipresente il dilemma pseudo-tecnocratico: deve governare chi ha la più elevata competenza in un determinato settore, oppure chi viene eletto per le sue capacità di convincimento? Ma non è questa la sede per un tale dibattito. L’augurio che ci facciamo è che i giovani possano prendere sempre più l’esempio di donne come Rita Levi Montalcini, e sempre meno quello di coloro che ne usurpano il posto sui seggi di Camera e Senato.
31 Dicembre 2012
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