Politica
ITALIA COME SCUOLA DI TECNOCRAZIA EUROPEA.
“L’Italia è messa male, ma non come la Grecia. Quale laboratorio migliore per provare che esiste un’alternativa alla politica?” Questo mi diceva, pochi giorni fa, attraverso skype, un alto dirigente aziendale con incarichi politici, per descrivere la situazione geopolitica del vostro, del nostro “Bel”Paese. Oltre il fantomatico vent’ennio berlusconiano che avrebbe voluto essere un laboratorio politico innovativo, e che invece è stato poco innovativo persino nel malcostume, abbiamo assistito alla sconfitta finale del maccartismo, oltre che del neoliberalismo.
Nemmeno i partiti d’opposizione sembra vogliano proporre novità incisive, oltre che a riproporre una sorta di post-comunismo (PD) e il solito qualunquismo (Grillini e Dipietristi). Senza parlare dei cattolici in politica, in perenne ricerca di un nuovo periodo democristiano. Come con Garibaldi aiutato dalle navi inglesi, al tempo dell’Unità Nazionale, anche oggi forze semisconosciute oltre frontiera spingono in ausilio alle “deficienze” nostrane con l’antibiotico Monti. Non esiste, come qualcuno ha erroneamente esternato, un “montismo” giacché egli è un tecnico e non vuole assolutamente fondare alcuna scuola. Ha un programma di necessità, dettate dall’economia di cui la politica si è fatta ancella, dimenticando l’esperienza di Camaldoli. Non è ancora un governo tecnocratico, ma è certo che il governo attuale in Italia fa molta più politica di quello che si possa ritenere. Bruxelles vuole che venga formata una nuova classe politico-manageriale, in un Paese disastrato, ma con le grandi capacità storiche. “E’ intelligente, ma non si applica” avrebbero detto a scuola nei confronti dell’Italia.
Ed ecco che in questo piccolo laboratorio di pseudo-tecnocrazia, ancora troppo legata da ideologismi e da politicismi, esordisce un curioso, azzardato ma interessante libello, quasi un saggio: “Tecnocrazia”. L’autore è un giovanissimo italiano della provincia torinese, Raffaele Lamorte, la casa editrice, Carmelina Edizioni, il promotore l’onnipresente Associazione Filomati. In attesa di assistere alla versione inglese da portare in India, dove attualmente risiedo, vi lascio non con un consiglio alla lettura, ma con un’inquietante coincidenza. Una forte presenza di cause e concause, dall’inizio del lontano governo tecnico Dini, sino all’attuale piattaforma politica. Che qualche genio maligno (o benigno) si sia messo in testa di “fare gli italiani”? Non mi stupirebbe affatto se, dopo il corteggiamento del Presidente Monti alla Cina, con il favore del Dragone, il nostro vorrà proporre un drago più piccino, che attualmente presiede la Banca Centrale Europea. Chi vivrà vedrà.
Pietro P. Della Torre
18 Aprile 2012
NOTA: Ricordiamo che questo articolo ci proviene dalla lontana India. Questo può ben far riflettere i nostri lettori sul modo in cui l’altra faccia del mondo stia “leggendo” l’attuale caotica (e per alcuni tratti vergognosa), situazione economico-politico-amministrativa italiana.
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