Spettacolo e Cultura
L’olio d’oliva fra storia e leggenda
Estratto dalle drupe dell’Olea europea, la sua origine è antichissima. Comparso per la prima volta probabilmente nell’Asia occidentale, ben presto si diffuse in tutta l’area mediterranea, dove il suo culto fu osservato da tutte le religioni.
La sua storia, mista tra verità e leggenda, vanta origini diverse: conosciuto dagli Assiri e sai Babilonesi, per gli Egizi fu introdotto come dono della dea Iside, per i Greci fu Minerva dalla terra la prima pianta di olivo, per gli Ebrei era già conosciuto dai tempi di Adamo. Qualunque sia stata la sua origine, l’olivo ha sempre simboleggiato pace, fecondità, forza, purificazione.
Agli Ateniesi vincitori venivano offerti una corona di olivo ed una ampolla di olio. I Romani intrecciavano ramoscelli di olivo per farne serti, come quelli dell’alloro, per premiare i cittadini più meritevoli. I Cristiani lo consideravano un segno di augurio e di pace. Gli antichi ambasciatori, quando recavano notizie di pace, offrivano ramoscelli di olivo.
L’olio d’oliva è da sempre ritenuto parte integrante del patrimonio storico, culturale e sociale di molti popoli. In tutte le civiltà sorte nel bacino mediterraneo, l’olio veniva utilizzato non solo come alimento ma anche a scopo religioso e rituale: sacro agli Ebrei, ai Greci e ai Cristiani, i Romani lo usavano per scopi medicamentosi e come combustibile delle lampade votive.
L’olio d’oliva, definito un “concentrato di salute”, è un alimento naturale, apprezzato da sempre non solo per il suo pregio sul piano gastronomico, ma anche perché gli sono state riconosciute grandi proprietà nutrizionali, terapeutiche ed edonistiche. Infatti fra tutti gli oli, quello di oliva è il più prezioso per la nostra salute. Numerose ricerche epidemiologiche, cliniche e sperimentali indicano come il tipo di comportamento alimentare seguito nei paesi mediterranei (ed in particolare quello seguito nell’Italia meridionale degli anni ’60) sia benefico ed efficace nei riguardi della salute.
Il consumo dell’olio d’oliva contribuisce a prevenire molte malattie croniche, soprattutto quelle cardiovascolari. Protegge stomaco e apparato digerente, agisce sul colesterolo e aterosclerosi: abbassa i livelli di LDL (colesterolo “cattivo”) e incrementa l’HDL (colesterolo “buono”). È utile nella vecchiaia perché favorisce l’assorbimento del calcio e la sua mineralizzazione prevenendo l’osteoporosi. Previene il deterioramento delle cellule e l’insorgenza di tumori. L’olio di oliva rappresenta, per tradizioni alimentari, storiche, sociali e per abitudini di vita di molti popoli, uno dei prodotti fondamentali della dieta “mediterranea”, la quale può ormai considerarsi un vero modello di vita sul piano dell’alimentazione. Il consumo di olio d’oliva fa parte di uno stile di vita cui tutti vogliono fare riferimento, in quanto sinonimo di salute, bellezza e qualità; in una sola parola di benessere. È un prodotto così prelibato che, grazie alla sua originalità e alla sua importanza economica, può definirsi “l’oro verde” di molte popolazioni ed in modo particolare dei paesi del bacino Mediterraneo. Più di altri prodotti, l’olio di oliva contribuisce al prestigio del comparto alimentare nel mondo. Pertanto, va considerato come un prodotto promozionale per la cultura italiana all’estero.
Nel contempo è importante qualificare e tipicizzare il prodotto olio, nell’intento di valorizzare le caratteristiche peculiari e di favorire scelte oculate da parte del consumatore. Il riconoscimento comunitario degli oli DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Denominazione Geografica Protetta) rappresenta un utile strumento per la valorizzazione dell’olio, la conquista di nuovi mercati e la tutela dei consumatori. La salvaguardia dell’olivicultura, e quindi dell’olio ottenuto dai suoi frutti, rappresenta un obiettivo prioritario in relazione al suo valore economico, sociale, storico e di tutela paesaggistica ambientale di moti territori.
NOTA: NOTA: Testi tratti dal libro “L’OLIO D’OLIVA DI QUALITA’”, edito da Camerini Ed agricole nel Settembre 2000.
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