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GILLES VILLENEUVE. L’ ”AVIATORE” A TRENT’ANNI DALLA SUA TRAGICA MORTE
Gilles Villeneuve, (per tutti “GIL”), non vinse mai un titolo mondiale ma rimase e rimarrà per sempre nel cuore di milioni di tifosi in tutto il mondo. Venne soprannominato l’ ”Aviatore”, per i suoi spettacolari incidenti con le monoposto Ferrari che fece più volte “volare” in mezzo alla folla dei Gp, con conseguenze che in una occasione furono, hainoi, mortali per alcuni spettatori. Gilles, uomo del coraggio per antonomasia, l’uomo del giro di pista su tre ruote (quando ciò non era sanzionato dai commissari), l’unico pilota che potè permettere di dare del tu al Drake Enzo Ferrari. Mai nessun altro pilota ottenne l’affetto paterno che il Grande Enzo riservò il tenace canadesino. L’8 Maggio ricorreranno i 30 anni dalla scomparsa di Gilles Villeneuve, avvenuta per un incidente nel corso delle prove a Zolder in vista del Gp del Belgio 1982.
Per l’occasione il Club Villeneuve di Erbè (Vr) organizza il 6 maggio un evento con la Ferrari 312 T4 di Gilles, proprio quella che corse e duellò a Digione con Renè Arnoux nel 1979. La monoposto, alla cui giuda è annunciato lo stesso Arnoux, percorrerà la strada da Castel D’Ario, paese natale di Tazio Nuvolari, fino alla provincia veronese di Erbè. L’8 maggio, per iniziativa della Ferrari, toccherà a Jacques, figlio del pilota canadese e campione del mondo di F.1 nel 1997 con la Williams, salire a bordo della stessa 312 T4 e girare sulla pista di Fiorano. Roprio dall’8 maggio al 10 giugno, presso il Foro Boario di Modena, si terrà la mostra “Gilles Villeneuve e il suo tempo”. La rassegna si caratterizzerà con l’esposizione di numerosi cimeli, firmati e memorabilia, oltre a due vetture guidate da Gilles, per rivivere uno tra i più grandi miti delle corse.
Joseph Gilles Henri Villeneuve, meglio conosciuto come Gilles (Saint Jean sur Richelieu, 18 gennaio 1950 – Lovanio, 8 maggio 1982). Appassionatosi di automobili durante i primi anni di vita, diede inizio alla propria carriera sportiva partecipando a gare tra motoslitte nella nativa provincia del Québec. Successivamente passò alla guida delle monoposto, e nel 1976 vinse sia il Campionato di Formula Atlantic canadese che quello statunitense. Un anno più tardi la McLaren fece esordire Villeneuve in Formula 1 al Gran Premio di Gran Bretagna 1977; nel corso della medesima annata la Scuderia Ferrari, campione in carica dei costruttori, lo ingaggiò per le ultime due gare stagionali al Mosport Park (Canada) e al Circuito del Fuji (Giappone) in sostituzione di Niki Lauda. Nel periodo in cui corse per la scuderia di Maranello (1977-1982) fece registrare sei vittorie nei Gran Premi ed una vittoria nella Race of Champions del 1979 a Brands Hatch (gara non valida per il titolo) , oltre ad un secondo posto nella classifica del Mondiale 1979 alle spalle del compagno di squadra Jody Scheckter come miglior risultato.
Le sue 6 vittorie sono tra quelle con il più alto tasso di astuzia tattica e sensibilità di guida nella storia di questo sport. Meravigliosa fu la vittoria di Gilles al Gran Premio di Monaco del 1981 per quello che fu il primo trionfo della storia di una vettura con motore turbo sul circuito del principato. A questa fece seguire un classico della guida difensiva, al Gran Premio di Spagna, allorché si tenne alle spalle 4 vetture dalla evidente miglior tenuta di strada mercé una grinta indefessa supportata dalla maggior velocità in rettilineo della sua monoposto. Incredibile anche il terzo posto raggiunto in Canada sotto un vero e proprio diluvio guidando per diversi giri con la visuale completamente accecata dall’alettone anteriore danneggiatosi (e poi staccatosi definitivamente) in seguito ad un urto con la vettura di Derek Daly. ù
Nel 1982, ad Imola, per una questione di regolamento legata al peso minimo della vettura, Lotus, Brabham, McLaren non parteciparono. C’erano invece Renault, Alfa Romeo, Osella, Toleman e Tyrrell. Per le veloci Ferrari, prive di reali avversarie, a parte le Renault precocemente uscite di scena per la rottura delle turbine, la gara si preannunciò come un’esibizione con arrivo in parata. Villeneuve e Pironi si danno gran battaglia in una sorta di gioco per divertire il pubblico. Ma al 50º giro quel gioco sembrò prendere la mano di Pironi, forse stanco di vivere all’ombra del collega amatissimo beniamino del pubblico ferrarista. Al 50º giro la Ferrari di Gilles era al primo posto. Gli accordi di scuderia prevedevano che chi era al comando ci restasse fino alla fine, ma il francese sfidò il compagno di squadra con manovre “con il coltello fra i denti” che rischiarono di compromettere la gara di entrambi.
Ai box si preoccuparono ed il cartello “slow” esposto ai piloti era eloquente, ma Pironi superò nuovamente Villeneuve al 54º giro. Il cronologico dimostra che quando Villeneuve era in testa i tempi sul giro erano decisamente più alti, per poi venire abbassati da Pironi (che quindi “tirava” nonostante le indicazioni dai box) quando era quest’ultimo a condurre la gara. A due tornate dalla fine Gilles, deciso a non farsi scippare la vittoria, attaccò nuovamente il compagno con una staccata al limite alla curva Tosa. All’ultimo giro, ancora alla staccata della curva Tosa, Didier si riportò in testa e tagliò vittoriosamente il traguardo. Dopo l’arrivo scoppiarono subito le polemiche: sia i tifosi che i giornalisti erano increduli. Molti pensarono ad un coup de théâtre ferrarista per dimostrare ai rivoltosi inglesi che bastavano due Ferrari per dare spettacolo e riempire i giornali. Gilles però era visibilmente scosso: il volto tirato, l’aria offesa, sembrò non voler salire la scaletta che porta al podio dove poi ignorò totalmente Didier che pure cercava di coinvolgerlo nella festa alzandogli pure il braccio per riconoscere i suoi meriti. Nei giorni seguenti il pilota canadese ebbe parole amarissime per quella amicizia tradita. Alla sua delusione si aggiunsero le parole di Enzo Ferrari che nel tentativo di minimizzare l’accaduto e smorzare le polemiche non difese apertamente il pilota dichiarando che “non è importante chi vince purché vinca una Ferrari”.
Il pilota canadese nelle passate stagioni si era guadagnato il ruolo di prima guida e la promessa di essere sostenuto dalla squadra nella sua corsa al titolo mondiale dimostrando la propria lealtà verso la Ferrari, aiutando in maniera decisiva Jody Scheckter nella conquista del titolo piloti 1979, quando invece lui stesso avrebbe ancora avuto la possibilità di vincerlo meritatamente: una vera e propria rinuncia in favore della squadra ed in nome della profonda amicizia che lo legava al compagno di team. Inoltre non si deve dimenticare il grande sacrificio del pilota nello sviluppo del motore turbo (stagione 1981), con molte gare finite dopo pochi metri in una nuvola di fumo. Tradito dal suo compagno di squadra, Gilles si sentì abbandonato anche dalla Ferrari. Prima di Zolder corsero voci che il pilota canadese fosse in procinto di passare ad un’altra squadra, segnatamente la Williams. Si dice anche che Gilles volesse fondare una propria scuderia. Circolò sui giornali una frase che Gilles avrebbe rivolto al DS Ferrari Marco Piccinini dopo aver capito che la Scuderia non avrebbe punito Pironi per l’accaduto: “Adesso cercatevi un altro pilota”. Vere o no, queste voci testimoniano il clima avvelenato in cui si giunse al tragico finale della vicenda.
Morì in uno schianto a 225 km/h con la March di Jochen Mass durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio 1982. Villeneuve al momento del decesso era molto popolare tra gli appassionati per il suo stile di guida unico, altamente combattivo e spettacolare, e da allora è diventato un simbolo della storia di questo sport. Le sue vittorie e svariate altre prestazioni vengono considerate capolavori assoluti nella storia della Formula 1, anche perché spesso sono state ottenute al volante di monoposto non all’altezza di quelle della concorrenza. Suo figlio Jacques sarebbe diventato nel Campionato Mondiale di Formula 1 1997 il primo – e, a tutt’oggi, unico – canadese campione del mondo dei piloti di Formula 1.
24 Aprile 2012
Redazione
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