Bastian Contrario, Politica
Serve l’ineguagliabile grinta di Francesco
Nella mattinata di un paio di giorni fa, al microfono di fogliodisicilia.it (il video è su you tube), abbiamo avuto il piacere di ascoltare un cittadino che definire “con le palle” è dire poco: stiamo parlando di Francesco Puglisi. Sua è infatti la battaglia, che coinvolge ormai migliaia di persone sui social ma anche nella realtà del dialogo in giro per la Sicilia. Ciò, allo scopo (pacifico ma risoluto), di migliorare drasticamente e una volta per tutte le gravi condizioni in cui versano i tratti di autostrada siciliana A18 e A20.
Puglisi, risoluto e costante nella sua crociata, ha avuto due incontri con la passata amministrazione regionale, un incontro con l’attuale amministrazione regionale Musumeci-Falcone ed ha promosso anche qualche provocazione come “buon compleanno frana” per quanto riguarda la frana di Leojanni, che vergognosamente da tre anni e tre mesi occlude l’autostrada, fino ad affermare nel dicembre scorso di “voler lasciare il proprio lavoro, perché non vuole morire sulla A18”. Francesco è un agente di commercio e viaggiando ogni giorno, percorre l’autostrada rischiando letteralmente la vita. Come lui, tanta gente.
Ma cambiamo decisamente argomento e persona. Ancora nei locali dai cui giornalmente divulghiamo notizie e Storie di Sicilia, abbiamo avuto il piacere di accogliere un ex personaggio della politica della nostra zona. La zona jonica. Iniziando, quasi in un dialogo da bar a parlare di migranti, politica nazionale, Salvini e Berlusconi, via via il discorso non poteva che “battere” sul nostrano dente che duole. Le amministrazioni dei Comuni che più teniamo sotto la lente da anni ormai. Fra queste: Santa Teresa di Riva, Furci, Roccalumera…
In realtà, il tema che ha attirato l’attenzione di questo scrivente è stato infine quello degli aiuti nei confronti delle fasce cosiddette “deboli” o disagiate che dir si voglia. Iniziative, volte a mitigare le sofferenze dovute alla disoccupazione nonché talvolta, alla maggiore età, vengono (è vero) sbandierate mediante articoli altisonanti di giornale come “orgoglio” dei sindaci di turno.
Il personaggio che qui ci esponeva il problema, ci teneva a sottolineare come tali opere di “carità” umana, siano tanto più meritevoli se sottaciute alle masse e mai sbandierate come obbiettivi raggiunti. Al contrario di quanto viene quotidianamente fatto.
Infatti, dal “Servizio Civico” al “Pacco Alimentare”, la nuda realtà è che non solo poco si risolve con i fondi a disposizione ma… quel misero “pezzo di pane” è spesso rinfacciato se non anche oggetto di ricatto. Ciò che il nostro interlocutore ha voluto dire è che serve lavoro vero e non “schiavitù” utile nelle tornate elettorali di generazione in generazione. Come la storia insegna.
Ma a questo punto, a questo scrivente è sembrato doveroso porre un quesito: in che modo, non essendo più un amministratore ti senti di porre rimedio al gravoso problema? Hai forse terreni coltivabili, agrumeti, uliveti, sui quali poter mettere a lavoro manodopera locale come si faceva un tempo? Ti senti di rappresentare un’alternativa valida tanto da proporti agli “schiavi” di cui stai parlando, offrendo loro soluzioni? La risposta che attendevo non è arrivata… subito.
A questo punto, la mia proposta all’ex politico non poteva che essere di inventarsi l’alternativa e farlo con la stessa grinta che “l’uomo che viaggia in A18 e A20” sta dimostrando. Gli ho proposto di diventare non un’alternativa politicizzata e nemmeno di prodursi in una cascata di inutili comunicati stampa, ma di promuovere iniziative concrete che oramai mancano sul territorio da più decenni, tanto da far rimpiangere i mitici anni ottanta che all’epoca criticavamo in tanti. Gli ho proposto la Luna, insomma.
Ebbene, in prossimità del saluto finale, l’ex politico si finalmente dichiarato disponibile, grazie alle sue non poche conoscenze ed amicizie, a tentare qualcosa di concreto. Se quindi colui che ha poggiato le terga sulle poltrone del “palazzo” si sente veramente uno del popolo, allora è il momento di non aspettare altri cinque anni e poi cinque ancora per riavvicinare l’elettorato ma agire e “provocare” e procurare il LAVORO.
È vero: è difficile creare le condizioni per un lavoro vero e duraturo oggi in Sicilia. Ci spieghiamo infatti il perché dell’assordante silenzio degli scontenti di questi anni. Ci spieghiamo ancora del perché nessuno si lamenti pubblicamente nei cortei come in Francia pur dichiarandolo agli angoli delle strade o nei locali pubblici. Oggi, il “deboli” hanno paura di perdere anche quel poco che l’amministratore o il governo nazionale può o vuole concedere come per grazia ricevuta al suddito. Tuttalpiù si arrabatta in nero. Ci vuole quindi tanta grinta ed umiltà nell’operare concretamente per superare una consolidata povertà che “strangola” la collettività. A livello locale si può fare qualcosa? Chi più ha può aiutare senza umiliare? Lo farà davvero? Comitati ed associazioni di volontariato possono venire incontro alle necessità del cittadino? Se il nostro Politico locale non ci proverà sarà impossibile scoprirlo.
Bastian Contrario
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