In Evidenza, Spiritualità
Immuni da cadute (parte terza) “farsi santi”
Essere santi nella gioia, siate santi come il Padre vostro questo è un punto importante per ogni cristiano, il quale deve vivere di fede. Non è superbia che io voglio diventare Santo come il Signore mi vuole. Don Bosco ai suoi ragazzi diceva è assai facile farsi santi, solo che i suoi ragazzi ci credevano e ci diventavano santi.
“Erano sei mesi da che il Savio dimorava all’Oratorio, quando fu ivi fatta una predica sul modo facile di farsi santo. Il predicatore si fermò specialmente a sviluppare tre pensieri che fecero profonda impressione sull’animo di Domenico, vale a dire: è volontà di Dio che ci facciamo tutti santi: è assai facile di riuscirvi: è un gran premio preparato in cielo a chi si fa santo. Quella predica per Domenico fu come una scintilla che gl’infiammò tutto il cuore d’amor di Dio. Per qualche giorno disse nulla, ma era meno allegro del solito, sicché se ne accorsero i compagni e me ne accorsi anch’io. Giudicando che ciò provenisse da novello incomodo di sanità, gli chiesi se pativa qualche male. Anzi, mi rispose, patisco qualche bene. – Che vorresti dire?
Voglio dire che mi sento un desiderio ed un bisogno di farmi santo: io non pensava di potermi far santo con tanta facilità; ma ora che ho capito potersi ciò effettuare anche stando allegro, io voglio assolutamente, ed ho assolutamente bisogno di farmi santo.
Mi dica dunque come debbo regolarmi per incominciare tale impresa. Io lodai il proposito, ma lo esortai a non inquietarsi, perché nelle commozioni dell’animo non si conosce la voce del Signore; che anzi io volevo per prima cosa una costante e moderata allegria: e consigliandolo ad essere perseverante nell’adempimento dei suoi doveri di pietà e di studio, gli raccomandai che non mancasse di prendere sempre parte alla ricreazione coi suoi compagni.
Don Bosco sintetizzò “la formula” della santità
- Allegria Ciò che ti turba e ti toglie la pace non viene da Dio;
- Doveri di studio e di pietà. Attenzione a scuola, impegno nello studio, nella preghiera. Tutto questo lo devi fare per amore del Signore e per diventare un vero uomo.
- Fare del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni sempre, anche se ti costa sacrificio. La santità è tutta qui».
Ora se i ragazzi dai dodici ai sedici anni potevano diventare santi, e guardate che è l’età peggiore per la santità, perché la fantasia, (la pazza di casa come la chiama don Bosco) ci fa fantasticare cioè si può immaginare di diventare santi e poi all’atto pratico ogni minima cosa attrae, perché non possiamo diventare santi noi adulti? Loro però cosa facevano? Ci pensavano continuamente alla santità! Se voi leggete le memorie biografiche di Don Bosco, lì c’è tutta la sua vita: i rapporti che aveva con i ragazzi, la gente che gli voleva male, ecc. Don Bosco, del Paradiso, ne parlava sempre, anche nel cortile, durante la ricreazione.
Il discorso del Paradiso, della gioia, della santità non era riservato alla domenica e quando Don Bosco dava la buona notte i ragazzi stavano attenti perché anche lì lui spiegava una parola, una sola, esempio: fede, oppure liturgia, oppure messa, etc. I ragazzi si addormentavano con quella parola di cui Don Bosco parlava.
E noi, del gruppo, riusciamo a parlare sempre del Signore, quando ci incontriamo? Non dico con coloro che non ne vogliono sentire, ma tra di noi? Dobbiamo capire se noi, quando ci incontriamo sentiamo il bisogno di dire la nostra esperienze di Dio, di ascoltare gli altri, di accorgerci degli altri. Vedete noi siamo fatti così: “abbiamo bisogno di essere entusiasmati”.
Alì Terme 2006. La catechesi di padre Peditto: Immuni da cadute – (parte terza)
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