Storie di Sicilia
Scorci di Sicilia: Casalvecchio Siculo
Siamo a Casalvecchio Siculo: quest’estate, nella salita, un dedalo di stradine che portano alla chiesa intitolata alla Madonna Annunziata. In prospettiva, un vecchio ma interessante fabbricato non più abitato. La storia raccontata dal nostro …passato
La nostra Sicilia è zeppa di Storia antichissima, lo sappiamo tutti: in questo caso, il sottoscritto ha scelto uno scorcio periferico dello storico e rinomato paese di Casalvecchio. Un centro collinare di cui potremmo parlare a lungo, poiché ricco anche di tradizioni culturali e religiose. Architettonicamente, vorrei ricordare la chiesa (Arabo Normanna) dei Santi Pietro e Paolo e il santuario di Sant’Onofrio Anacoreta. Quest’ultima, in questi giorni è in via di restauro.
CENNI DI STORIA: La chiesa più importante del paese è quella dedicata a S. Onofrio, il cui culto a Casalvecchio esisteva fin dal tempo di Ruggero II nel Diploma di Donazione da lui rilasciato nell’anno 1117 al vicino monastero brasiliano dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò.
Dagli antichi documenti è definita Chiesa Matrice fin dal 1522 avendo avuto come filiali tutte le altre chiese minori. Fin dalle sue origini appartiene all’Archimandritato del SS. Salvatore, istituito dal Gran Conte Ruggero d’Altavilla, e fu elevata al rango di Arcipretura con Bolla Archimandritale datata in Messina il 23 Dicembre 1795.
L’attuale struttura religiosa, che risale al XVII secolo, ha nel suo interno la pregevole tela eseguita da Gaspare Camarda nel 1622, nonché la scultura lignea che raffigura S. Onofrio a mezzo busto, che viene attribuita agli artigiani locali del ‘500. Inoltre, fa bella mostra di se una pila acquasantiera, risalente al 1686.
Le decorazioni di pareti e vetrate, eseguite agli inizi degli anni ’40, sono attribuiti al pittore Tore Calabrò e rappresentano un segno di riconoscimento per il paese che gli ha dato ospitalità durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dicevo: dipingere è più che una mia passione, è un mio modo di esprimermi accostandomi ai colori “raccontando” lo scorrere del tempo. Infatti, percorrere i centri collinari ed immortalarne i tratti che raccontano la vita popolare di intere generazioni, mi dona una soddisfazione indicibile. Ogni pietra, ogni mattone e legno “racconta”, con la sua “patina” del tempo, una favola vera.
Olio su tela od acrilico o chiaroscuro da semplice penna biro, passando per le stimolazioni storiche che fanno di un paesaggio una scena eterna. Come Roccalumera, mio paese di residenza, Furci Siculo o Cattafi San Filippo del Mela, Itala e potrei continuare a lungo… passando per quelle figure religiose che, di tanto in tanto sento il bisogno di raffigurare nei miei dipinti. Appunto Santo Onofrio, appunto la Madonna della Catena, appunto una parziale rilettura de “il figliol prodigo”.
Da poco, ho scoperto la passione del riciclo di cui vi ho parlato in altri articoli di questo blog: realizzare opere in legno recuperato da vecchie pedane o altro materiale di scarto, è un ulteriore modo di “tornare” al passato nel presente della nostra cara Sicilia.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
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