Bastian Contrario
Quando un uomo rincorre ideali, emozioni o … grandezza
Parecchi anni fa, un noto giornalista, chiese al marchese de Portago poco prima che questi si ammazzasse alla 1000 Miglia: “perché le piacciono le corse? perché rischia la vita correndo?” il marchese de Portago, era nobile, bello come un dio, pieno di soldi, donne, era brillante ed interessante.
Rispose: “Vedi, ragazzo, io ho una vita piena di emozioni, in ogni ora di ogni giorno. Ma le emozioni che provo in due ore di corsa valgono quelle di tre mesi della mia vita.”
Alfonso Antonio Vicente Eduardo Ángel Blas Francisco de Borja Cabeza de Vaca y Leighton, marchese di Portago, fu anche pilota di Formula uno e perse la vita durante la Mille Miglia del 1957 per lo scoppio di uno pneumatico della sua Ferrari 335 S con cui stava gareggiando.
Merita più che una riflessione, sia la risposta che il marchese diede al giornalista, la meritano sia la vita stessa (e la morte) del noto personaggio, del suo modo di intendere la vita. Una riflessione che può riallacciarsi comodamente ai giorni nostri, anche quando non stiamo parlando né di nobili né tantomeno di piloti di Formula uno o di altri sport rischiosi.
Nella vita infatti, mentre molti di noi, – lo stesso scrivente -, colgono accomodamento anche da attività tranquille e se vogliamo lontane dai classici riflettori, attività senza grande ambizione talvolta comunque rischiando ma in un ambito molto ristretto e mirato ad obiettivi di sopravvivenza, c’è chi invece, arso da sogni di estrema Grandezza e inclusione nella società che vorrebbe cambiare o stupire, si scommette in Sfide al limite dell’impossibile.
Fare un qualsiasi cognome, ancorchè noto sul territorio jonico, potrebbe apparire come mirato a simpatie di circostanza o peggio di interesse economico ma non è così in questo caso. Se già nominare uno più commercianti fattisi da sé e divenuti “Qualcuno” sarebbe già un paragone degnissimo, se il personaggio di nome facesse “Robertino”, allora la storia si farebbe più intricata e (forse) interessante da leggere.
Ambizione e grandezza, dicevamo, non importa che l’”Impero” realizzato sia un patronato nato dal nulla ed abbia raggiunto obiettivi impensabili in Italia ed all’estero pur fra difficoltà e sacrifici degni solo di una determinazione e una forza di carattere d’acciaio. Certamente, tanta ricchezza personale e a giro stretto di amici. Politica, imprenditoria, edilizia abitativa, gestione del Bene Pubblico. Strip-tease persino. Arresti eclatanti, ancora arresti, battaglie legali in tribunale e verbali sui pulpiti, crolli, fin quasi “morte” e poi la rinascita. E poi, ancora sfide, ancora battaglie, trionfi e risultati raggiunti, strafalcioni da stadio, pernacchie in diretta ma anche un modo diverso di essere in cima alla piramide. Un modo diverso di “ascoltare” la gente tanto più in tempo di grave difficoltà di sopravvivenza per crisi pandemica.
Avete capito benissimo di chi parlo. Non ho neanche letto il faldone da quattromila pagine che racchiude i suoi tre anni di amministrazione nella città metropolitana di Messina, ma di sicuro ho letto i quotidiani e tanto altro, gli articoli dei Contrari (o liberi giornalisti che dir si voglia), vivo come voi lettori vivete, un periodo storico molto particolare di sofferenza popolare figlia degli inciuci politici del più grande Palazzo di Palermo.
Pensiamo, infine a quella “fiamma” che arde dentro di noi, si chiama Speranza di un futuro migliore: Speranza che, (troppa storia siciliana ci racconta), puntualmente è tradita da chi cala sulle nostre teste un “Sistema” ipercollaudato che … cambiando talvolta molti dettagli e spostando uomini di comodo alla bosogna, alla fine lascia immutate le nostre pessime prospettive. Senza gloria.
Ma troppo ci sarebbe da dire e forse non sarei all’altezza di tanto intricato ragionamento, quindi torniamo al nostro marchese de Portago, ricchissimo e pieno di donne che volle molte più emozioni e molto più rischio dalla propri vita. Ebbene, esistesse oggi un solo uomo che, il giorno del proprio funerale farà piangere e rimpiangere la sua voglia di Fare cose concrete per il Popolo, quello sarebbe si un “pazzo” un visionario, ma certamente uno che non ha abbassato la testa.
Bastian Contrario
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