Bastian Contrario, Motori
La Ferrari F1-75? Ricorda… la Lancia D50
Cosa è stato detto sulla nuova F1-75? Di tutto e di più in pochi giorni. È stata però definita “coraggiosa”, in quanto in Ferrari si vuole tornare a vincere. Giorgio Piola, l’ha definita “sconcertante ma molto interessante”. Già diversi giornalisti ed esperti (e non), si sono espressi sul web in video sulla funzionalità o meno, delle “brutte ed ingombranti” pance laterali della nuova Rossa di Maranello: alte e squadrate ai lati, molto scavate nella parte interna superiore e provviste di branchie (come ora concesso dal regolamento).
Saranno però i test collettivi in Spagna (dal 23 al 25 febbraio) e poi al primo GP in Bahrain, (in programma dal 18 al 20 marzo), a dare il vero “polso” della competitività di questa nuova Ferrari, apparentemente agli antipodi della Mercedes FW13 e chissà quanto differente dalla ancora “misteriosa” Red Bull.
Ma, facciamo un salto su un argomento differente. Quando pochi anni fa l’ing. Pagani presentò la Zonda, qualcuno, osservando i curiosi ed originali quattro scarichi raggruppati a quadrato sulla coda, esclamò con fare di scherno: “che è, l’auto di Batman?”. In realtà, quella che oggi tutti vedono come una originale ‘firma’ tecnica delle Pagani, guardando al passato, nella gloriosa storia della Formula Uno, troviamo quattro scarichi raggruppati in quadrato, sia pur posizionati in basso in una delle pance laterali in prossimità della ruota posteriore, sulla straordinaria Lancia D50 che corse nelle stagioni 1954 e 55.
Chi ricorda le Lancia in F1 negli anni ‘50? I serbatoi laterali della Lancia di Vittorio Jano, unici nel panorama della F1 degli anni ’50, avevano principalmente lo scopo di ottimizzare la distribuzione dei pesi della monoposto, ma avevano anche una funzione aerodinamica. E all’epoca, il concetto di aerodinamica era in fase embrionale.
Se facciamo un salto nel tempo di ben 35 anni, approdiamo alla straordinaria Ferrari 640 del 1989, progettata dal grande John Barnard: fu dotata anch’essa di serbatoi ai lati pilota e di fiancate alte e lunghe. In realtà, in questo caso, i serbatoi laterali erano una estensione di quello posteriore. La trovata tecnica di Barnard, mirava ad evitare una eccessiva lunghezza del serbatoio posto dietro al pilota e quindi della monoposto, spinta da un potente ma lungo V12. La ‘papera’, (come venne poi soprannominata), necessitava infatti di ben 220 litri di carburante per completare l’intero GP. Fragilissima nei test, vinse il primo GP con Nigel Mansell. Lottò (l’anno seguente) per il mondiale con Alain Prost (grazie alla evoluzione 641/2 di Enrique Scalabroni), mondiale che perse solo all’ultima gara contro Ayrton Senna.
Tornando alla soluzione della D50, è facile comprendere che, sia la soluzione di Jano, (dove in una prima versione gli scarichi passavano sotto le pance quindi sotto i serbatoi, con ulteriore rischio incendio), sia quella di Barnard, rappresentavano un pericolo in caso di urti laterali. Come tutti sappiamo, tante furono le geniali intuizioni dei ‘maghi’ del tecnigrafo e poi della computer-design che, sull’altare della prestazione pura hanno sacrificato la sicurezza ma hanno realizzato delle monoposto decisamente vincenti.
Torniamo al presente: la nuovissima F1-75, non ha nulla in comune cona la 641/2 se non gli alettoni neri. Distante anni luce dalla Lancia D50 che pure riportò il titolo mondale alla Ferrari ad opera di Juan Manuel Fangio, (dopo che l’intero materiale venne acquistato da Ferrari, per la decisione di Gianni Lancia di abbandonare per sempre le competizioni di Formula 1), la ‘Rossa 2022’ è figlia della più grande rivoluzione tecnica da 40 anni a questa parte.
Come ebbe a dire un ancor giovane Enzo Ferrari: “Spingerò le vostre auto al massimo, le preparerò, le modificherò… E quando le mie Alfa vinceranno, perché vinceranno di sicuro, la gente correrà fronte nei vostri saloni a comprare le auto più veloci del mondo. Parola di Enzo Ferrari”.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
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