Spiritualità
13 DICEMBRE, FESTIVITA’ DELLA SIRACUSANA SANTA LUCIA. CENNI STORICI E PREGHIERA
“O gloriosa Martire della Cattolica Chiesa, luce di santità ed esempio di fortezza, pensando alle tue sublimi virtù, nasce in me la brama di praticarle, ma sono debole a tanto: perciò a te mi volgo o vergine e ti prego di ottenermi dal Sommo Bene la costanza nell’effettuare il mio desiderio ed una scintilla del tuo divino amore: acciocchè io sprezzi, al par di te, i vani piaceri terreni aspirando solennemente ai gaudi eterni. Così sia.”
13 dicembre, festa di Santa Lucia. Lucia deriva dal latino e significa luminosa, spendente; è la Patrona di Siracusa,cciechi, oculisti, elettricisti, ed è invocata contro le malattie degli occhi. Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d’altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l’enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode.
La più antica redazione del martirio, quella greca del V secolo, contiene una leggenda agiografica edificante, rielaborata da un anonimo agiografo due secoli dopo il martirio sulla tradizione orale e dalla quale è ardua impresa sceverare dati storici.
Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappò gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì
.
A Siracusa un’inveterata tradizione popolare vuole che, dopo avere esalato l’ultimo respiro, il corpo di Lucia sia stato devotamente tumulato nello stesso luogo del martirio. Infatti, secondo la pia devozione dei suoi concittadini, il corpo della santa fu riposto in una nicchia ad arco scavata nel tufo delle catacombe e usata come sepolcro. Fu così che le catacombe di Siracusa, che ricevettero le sacre spoglie della vergine e martire, presero da lei anche il nome e ben presto attorno al suo sepolcro si sviluppò una serie numerosa di altre tombe, perché tutti i cristiani volevano essere tumulati accanto all’amatissima Lucia. occhi
.
Ma, nell’ 878 Siracusa fu invasa dai Saraceni per cui i cittadini tolsero il suo corpo da lì e lo nascosero in un luogo segreto per sottrarlo alla furia degli invasori. Ma, alla fine furono prese e portate prima a Costantinipoli e poi a Venezia, dove il suo culto era già attestato dal Kalendarium Venetum del sec. XI, nei Messali locali del sec. XV, nel Memoriale Franco e Barbaresco dell’inizio del 1500, dove era considerata festa di palazzo, cioè festività civile. Durante la crociata del 1204 i Veneziani lo trasportarono nel monastero di San Giorgio a Venezia ed elessero santa Lucia compatrona della città. In seguito le dedicarono pure una grande chiesa, dove il corpo fu conservato fino al 1863, quando questa fu demolita per la costruzione della stazione ferroviaria (che per questo si chiama Santa Lucia); il corpo fu trasferito nella chiesa dei SS. Geremia e Lucia, dove è conservato tutt’oggi.
L’iconografia risente fortemente dell’episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa i raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi.
Chiudo questa breve presentazione di Santa Lucia con una preghiera scritta da Papa Giovanni XXIII, composta al tempo in cui era Patriarca di Venezia.
“O gloriosa Santa Lucia, che alla professione della fede, associasti la gloria del martirio, ottienici di professare apertamente le verità del Vangelo e di camminare con fedeltà secondo gli insegnamenti del Salvatore.
O Vergine Siracusana, sii luce alla nostra vita e modello di ogni nostra azione, cosicché, dopo averTi imitato qui in terra, possiamo, assieme a Te godere della visione del Signore.
Amen.”
12 Dicembre 2011
Pina Abate
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