Casalvecchio Siculo, Storie di Sicilia
CASALVECCHIO SICULO. LA CHIESA MADRE DI S. ONOFRIO E LE ALTRE: STRUTTURE E CONTENUTI ARTISTICI
CASALVECCHIO SICULO (Messina) – La chiesa più importante del paese è quella dedicata a S. Onofrio, il cui culto a Casalvecchio esisteva fin dal tempo di Ruggero II nel Diploma di Donazione da lui rilasciato nell’anno 1117 al vicino monastero brasiliano dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò.
Dagli antichi documenti è definita Chiesa Matrice fin dal 1522 avendo avuto come filiali tutte le altre chiese minori. Fin dalle sue origini appartiene all’Archimandritato del SS. Salvatore, istituito dal Gran Conte Ruggero d’Altavilla, e fu elevata al rango di Arcipretura con Bolla Archimandritale datata in Messina il 23 Dicembre 1795.
L’attuale struttura religiosa, che risale al XVII secolo, ha nel suo interno la pregevole tela eseguita da Gaspare Camarda nel 1622, nonché la scultura lignea che raffigura S. Onofrio a mezzo busto, che viene attribuita agli artigiani locali del ‘500. Inoltre, fa bella mostra di se una pila acquasantiera, risalente al 1686.
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La bellezza di questa importante struttura religiosa, fu compromessa dal terremoto tristemente famoso del 1908, per poi essere ricostruita nel 1935. All’esterno, possiamo notare il prospetto principale che è messo in risalto da un portale Seicentesco, costituito da due colonne in marmo locale, sormontate da una trabeazione e da un frontone spezzato contenente una finestra con vetri cattedrale, sormontata a sua volta da una trabeazione e da una piccola nicchia cieca adornata da rilievi floreali. Sono visibili lateralmente al portone ligneo d’ingresso principale, due nicchie cieche, leggermente inclinate rispetto all’asse orizzontale del prospetto, che ancor oggi dopo accurati studi e ricerca di documentazione non si è giunti a sapere cosa contenessero; molto probabilmente delle opere statuarie, ma permane l’interrogativo. Il prospetto è adornato da due grandi volte nella parte soprastante ed altre due più piccole in alto che racchiudono armonicamente il prospetto principale, finendo con una Croce latina in ferro forgiato da mastri dell’epoca.
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Il prospetto lato Nord Est è evidenziato da un ingesso minore, con portone ligneo, sormontato anch’esso da una trabeazione ed un cornicione spezzato, sempre in pietra locale. Al di sopa ci sono sette finestre con vetri cattedrale che percorrono l’intero prospetto fino ad arrivare alla parte posteriore dove vediamo l’abside circolare con due piccole finestre Monofore. Continuando, nell’altro prospetto laterale, versante Sud Ovest, si hanno solo due finestre e possiamo vedere che alla struttura architettonica è annesso il campanile risalente al 1684, dove nella parte soprastante notiamo ripetutamente nei quattro prospetti, quattro aperture ad arco con una piccola balaustra, quattro orologi, il tutto rifinito da merlatura.
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L’interno della chiesa di S. Onofrio ha un impianto a navata unica con abside circolare dove è collocato l’altare maggiore.
Si può osservare e notare uno splendido soffitto ligneo con cassettoni, contenenti piccole roselline dorate, sorretto da mensole a Cariatidi, due delle quali, sul lato Nord Est, hanno la particolarità di avere mezzo busto caprino e mezzo umano.
Il pavimento risalente allo stesso periodo del soffitto, in pietra di colore bianco, nero, e rosso di Taormina, conserva inalterati i tratti artistici dei disegni geometrici barocchi racchiusi in quadrati.
Nell’abside vi è l’altare maggiore risalente al ‘700, sormontato da un armonioso tronetto con colonnine tortili per l’esposizione del SS.mo, mentre il tabernacolo in argento riporta l’iscrizione 1870.
Le decorazioni di pareti e vetrate, eseguite agli inizi degli anni ’40, sono attribuiti al pittore Tore Calabrò e rappresentano un segno di riconoscimento per il paese che gli ha dato ospitalità durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Tra le numerose opere di rilevanza artistica esistenti all’interno del sacro edificio si segnalano:
– Una pila per l’acqua santa posta su un capitello ricco di decorazioni in stile bizantino e presumibilmente proveniente dalla chiesa di SS. Pietro e Paolo. Alla base si osserva incisa L’iscrizione: “Abb/s Brunaccini 1686”.
– Una fonte battesimale del ‘600, in pietra locale, dalla forma ottagonale.
– Una lasta tombale con iscrizione in latino risalente al 1711.
– L’altare maggiore, risalente al ‘700, sormontato da un armonioso tronetto con colonnine tortili per l’esposizione del SS.mo; mentre il tabernacolo in argento riporta l’iscrizione 1780.
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Gli altari laterali:
– Di San Sebastiano, risalente al ‘700, con medaglione del Santo e rivestimenti in marmo rosso e nero;
– Di San Michele, del ‘600, con pregevole paliotto in marmo intarsiato e con al centro uno stemma abbaziale; il dipinto raffigura la Madonna con San Michele e San Francesco di Paola, mentre ai lati del quadro, due paraste, parimenti in marmo intarsiato.
– Del Crocefisso, del ‘600, con bella immagine in legno del ‘600 ed una piccola tela dell’Addolorata del ‘500.
– Della Madonna del Carmine, del ‘700, con rivestimento in marmo giallo, nero e rosso e con una iscrizione nel tabernacolo riportante la data 1770.
– Della Sacra Famiglia; il paliotto esistente risale al sec. XVIII come anche il dipinto che rappresenta San Giuseppe che sostiene in braccio il Bambino, mentre la Madonna libro in mano guarda compiacente la scena, rallegrata da tre cherubini e dal paesaggio di sfondo.
– Dell’Epifania con intarsio in marmo giallo, nero e rosso e riportante l’iscrizione 1775, mentre il quadro sovrastante della Madonna con il Bambino benedicente è stato realizzato da Camarda e risale al 1622.
– La statua in argento raffigurante S. Onofrio.
– Il tetto in legno con cassettoni e mensole a cariatidi.
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Tra gli oggetti di argenteria si segnalano:
– Ostensorio del ‘700 in argento fuso e cesellato;
– Pisside con piede cesellato e coppa torniata – ‘700;
– Calice in argento cesellato con inciso alla base lo stemma con leoni rampanti e santo con la palma;
– Calice in argento cesellato e dorato avente al nodo tre testine di cherubini; sulla base tre medaglioni incisi con la Madonna, Sant’Onofrio e San Placido – 1628;
– Reliquario in argento di Sant’Onofrio, con base in bronzo fuso e cesellato – ‘700;
– Reliquario della Santa Croce con piedistallo tornito – ‘700.
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Chiesa di San Teodoro Martire
E’ una delle chiese più antiche del paese, di cui mancano elementi precisi sulla fondazione, ma la sua esistenza è documentata già nei primissimi anni del XVIII sec. Dalla più piccola delle campane ubicate sulla torre campanaria, recante incisa l’iscrizione “S. Maria d’Itria O.P.N. 1610”.
La chiesa infatti è dedicata alla Madonna dell’Itria , il cui dipinto decorava la parte alta della parete absidale. Agli inizi del ‘600 dovrebbe risalire anche la confraternita di S. Teodoro, più antica di quella della SS. Annunziata. D’altronde, fu la stessa confraternita che nel 1661 offrì la chiesa di S. Teodoro alla Congregazione degli Agostiniani Scalzi, per fondarvi un convento.
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Chiesa della Santissima Annunziata
Si trova localizzata nella parte superiore del paese e secondo le indiscrezioni dello studioso Stefano Bottari anche essa risale al ‘500. E’ di stile barocco, ricca di pregiati stucchi settecenteschi, e fu a servizio dei monaci basiliani; proprio loro vi istituirono la Confraternita della SS. Annunziata. Le Confraternite della SS. Annunziata e di San Teodoro ebbero in comune non solo il fine religioso nella formazione degli iscritti alla pratica della vita cristiana, ma anche quello sociale attraverso l’assistenza reciproca dei soci. All’interno della chiesa si esercita anche il culto Sant’Antonio Abate, di cui esiste un pregevole quadro realizzato nel 1760, oltre ad una tela del XVII sec. Raffigurante la Madonna.
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Chiesa di San Nicolò
E’ la più antica delle chiese filiali del paese essendo documentato lo svolgimento di celebrazioni liturgiche fin dal 13 Giugno 1795. Al suo interno esiste fin dai tempi antichi un antico dipinto su legno di scuola Antonelliana dedicato a San Nicolò, oltre a celebrarsi il culto di Sant’Antonio di Padova, di cui esiste una statua in legno risalente al ‘500 circa realizzata da artigiani locali.
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Chiesa dei SS. Cosma e Damiano
Posta alle spalle del paese, su una sommità, l’attuale costruzione viene completata nel 1933 grazie al contributo dei fedeli il 27 Settembre. Si narra che al suo posto esistevano due chiese, una intitolata a San Iacopo e una a San Cosimo.
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Chiesa di San Filippo d’Agira
Era anticamente una delle chiese filiali dell’abitato di cui oggi rimangono soltanto alcuni ruderi che la ricordano. La chiesa era dedicata a San Filippo Siriano, detto anche d’Agira, che, come racconta la leggenda, nel I° secolo d.C. durante il suo viaggio da Roma alla città di Agira, aveva sostato nelle vicinanze della località Murazzo, sul letto del torrente Agrò, per evangelizzare e catechizzare gli abitanti della zona.
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Le chiese nelle frazioni
La frazione più popolata di Casalvecchio è stata quella di Misserio che, ottenuta l’autonomia ecclesiastica nel 1924, finì poi nel 1926, col passare sotto la giurisdizione civile di Santa Teresa di Riva. Attualmente le frazioni dove sorgono delle chiese sono quelle di Mitta e Misitano, le quali sono state elevate a Parrocchia il 25 Marzo 1943.
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Festa di Sant’Onofrio 2008 a Casalvecchio
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