Politica
“NUOVE INCHIESTE E VECCHIE MEMORIE”. Riflessione di Pietro Palombara Della Torre da Bènares
La nuova inchiesta sulla P4 e sull’on. Papa porta a nuovi oltraggiosi scenari, per la politica italiana e per tutto lo Stato. Ma se l’impressione degli italiani all’estero, riguardo tali vicende, è imbarazzante, per gli altri è addirittura desolante. Desolante il quadro di uno Stato il cui governo si fa “dirigere” da squallidi movimenti settari che minano la sicurezza interna, la credibilità e l’affidabilità di un Paese quale è l’Italia. In questo quadro la massoneria, vera o falsa che sia, fatta di logge approvate o coperte che siano, fa un’altra magra figura. Ma l’imbarazzo storico dell’istituzione muratoria non è nuovo alle cronache, e se è vero (come è vero) che ha contribuito all’unificazione del Bel Paese (si veda Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele, La Giovine Italia, lo sbarco dei mille, gli accordi con Londra…) è anche vero che non si trova più una ragione sufficiente per l’esistenza di un’organizzazione che, oggi, crea più problemi che altro.
Non la massoneria in sé, che all’estero è persino oggetto di pubblico orgoglio (tutti i presidenti americani sono rigorosamente massoni) ma in Italia, Paese che, vuoi per carattere, vuoi per storia, vuoi per eccessivo potere delle mafie locali, non è mai riuscito a reggere il peso di un comparto associativo simile. L’uso che i burattinai fanno della massoneria in Italia è stato sempre preso troppo sottogamba, sia dalle istituzioni, che dall’opinione pubblica. E le recenti inchieste sui casi P2, P3, P4… non sono singoli incidenti di percorso. Già nel 1742 un teatro di Lucca, sede di una confraternita culturale chiamata Accademia dei Filomati, fu distrutta da un incendio, provocato dalle invidie massoniche nei confronti di quelli che ritenevano i loro concorrenti culturali.
I massoni, avendo adocchiato la sede del teatro, donata ai filomati da un cardinale e da un principe di nome Mattias, pensarono bene di appropriarsene, costituendo riservatamente un’associazione chiamata dei Rinnovati (si noti il fine gioco Filomati-Rinnovati) e ricomprandolo all’asta pubblica. Il piano riesce. I filomati (che vivono ancora, sotto il nome di Associazione Filomati) senza sufficiente denaro, si ritrovano in mezzo ad una strada. I “fratelli” invece con una casa in più. Non dimentichiamoci poi il pesante triangolo monarchia-vaticano-fascismo, che i massoni ressero in Italia durante il vent’ennio, usando dapprima il fascismo per sostituire la monarchia e per coltivare il terreno su cui sarebbe nata la futura repubblica, poi, utilizzando la Santa Sede per riattivare quei rapporti internazionali che tolsero insieme fascismo e monarchia (ci fu una guerra di mezzo, ma poco importa…) ed instaurare una repubblica, la forma di governo nella quale la massoneria sguazza meglio. Ed a cosa servì la P2 in Italia, se non a cancellare la vecchia repubblica catto-comunista, per inserire quella plutocratico-imprenditoriale che avete oggi? La storia si ripete soltanto nella mente di chi non la conosce. Questi sono i presupposti del lungo cammino massonico – in Italia – fatto di intrighi, ladrocini, sotterfugi ai danni sia delle piccole realtà culturali (che cultura la fanno davvero) e oggi dello Stato. Uno Stato, quello italiano, mal gestito perché governato da uomini e da donne con la dignità pari a quella di una prostituta da strada che, alla pari di questa, prostituiscono la loro merce, che è poi la delega in bianco del popolo sovrano.
Bènares, 16/08/2010
Pietro Palombara Della Torre.
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