Spettacolo e Cultura
TERZA SEDUTA DEL BABY CONSIGLIO DI ROCCALUMERA CON L’EUROPA LA SCUOLA FESTEGGIA 150 ANNI DI STORIA
CON L’EUROPA LA SCUOLA FESTEGGIA 150 ANNI DI STORIA 1861 – 2011. Occasione solenne, quella dei 150 anni di storia dell’unità d’Italia, occasione che ha visto fiero il roccalumerese Cav. Angelo Cascio, esprimere somma commozzione e fierezza nel suo discorso ai ragazzi del Baby Consiglio. D’all’archivio dei ricordi di Don Angelo (così preferisce essere chiamato), c’è storia, cultura, religione, senso della Patria, polvere di scaffali millenari e… tanta, ma tanta speranza rivolta alle nuove generazioni. Eccovi il testo del discorso letto in quella occasione:
Intervento del cavaliere mauriziano Angelo Cascio
DIO PATRIA FAMIGLIA
Pensando ai miei ex-scolari, dedico questo mio scritto alla Patria e alla Scuola.
All’Italia, dove sono nato, e dove, anche, mio padre e mia madre nacquero. Alla Scuola, dove ho trascorso il mattin radioso di mia vita.
… E con la viva speranza di poter i nostri figli vivere in una società nella quale possano essere esaltati gli eterni valori della vita.
E mi onoro di essere cittadino italiano!
W L’ITALIA
W LA PATRIA
Signora preside, signor sindaco, professoresse e professori, maestre e maestri, alunni, signore e signori, un caloroso saluto.
E’ un filmato di eccezionale importanza, fatto col cuore e parla al cuore; e, soprattutto, al cuore di quelle persone, che, ancor oggi, hanno la coscienza pura e la bella innocenza infantile dell’animo.
Vedendo questo filmato, mi sono riportato, con il pensiero, con il sentimento, e con viva e profonda commozione, al tempo in cui, da sereno e diligente scolaro, frequentavo, in Roccalumera, la scuola elementare statale; … e mi sovvien : la scuola, con poche aule; e le mie maestre: la signora Scarcella, la signora Pierina De Luca, la signorina Caminiti: maestre ben preparate, serene, umane, affabili e dignitose, le quali, con insistenza e calore, nella mente e nell’animo degli alunni, inculcavano i veri, buoni ed eterni valori della vita, e i concetti di patria e di nazione.
E le maestre meritavano lode, fiducia e stima, perché adempivano al loro compito e lavoro ( che era anche una missione ), con particolare spirito di sacrificio.
Allora, all’inizio della faticosa giornata scolastica, e prima delle lezioni, si offriva a Dio il nostro lavoro quotidiano, e per il passato e per il futuro; e, subito dopo, si cantavano, provocando particolari sentimenti di gioia e di orgoglio, “ Noi vogliam Dio “ , e l’inno della vittoria ( “ La canzone del Piave “ ).
E sono, per me, sacre e dolci rimembranze !
Ed ecco alcune strofe e dell’inno sacro, e dell’inno patriottico:
“ Noi vogliam Dio, Vergine Maria,
benigna ascolta il nostro dir,
noi t’invochiamo, o Madre pia,
dei figli tuoi compi il desir.
Noi vogliam Dio nelle famiglie
Dei nostri cari in mezzo al cor;
sian puri i figli, caste le figlie,
tutti c’infiammi di Dio l’amor.
Noi vogliam Dio in ogni scuola
Perché la cara gioventù
La legge apprenda e la parola
Della sapienza di Gesù.
Noi vogliam Dio, Dio nella scuola,
vogliam che in essa la gioventù
studi la santa di lui Parola,
miri l’immagine del buon Gesù”.
La canzone del Piave
“ Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio.
L’esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
E indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento,
e la Vittoria sciolse l’ali al vento.
Fu sacro il patto antico:
fra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti …
Infranse alfin l’italico valore
le forche e l’armi dell’impiccatore.
Sicure l’Alpi… libere le sponde…
E tacque il Piave, si placaron le onde.
Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi,
la pace non trovò
né oppressi né stranieri “.
E “ I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
Diaz
Ed oggi, solo per amore, per amore verso il paese natio, anch’io son presente a questo “ dolce “ convito di amicizia; ed è, per me, anche ,un atto di doveroso riguardo dire che sono tra di voi, e col cuore pieno di gioia, dal momento che il dirigente scolastico, la nobilissima e gentilissima dottoressa Enza Interdonato, mi ha invitato a presenziare a questo simposio.
E questo convegno, pur avendo, nel tempo attuale, un sapore quasi nostalgico, coinvolge e appassiona tutti presenti, per la semplicità e per la validità del messaggio di amore e di pace, che ne vien fuori.
Si è voluto, e si vuole affermare che, soprattutto oggi, l’amore per la Patria dev’essere posto al di sopra di ogni cosa, e deve guidare le azioni degli uomini.
E che la causa fondamentale, a parer mio, della difficile situazione, in cui versa il nostro Paese , è dovuta al fatto che i principi e i valori, che in nessun modo e per nessun motivo devono essere calpestati, sono, invece, giornalmente, conculcati.
Infatti l’egoismo e l’interesse non ci fanno rimanere in sintonia con i seguenti precetti:
“honeste vivere; alterum non laedere; suum cuique tribuere”.
La lealtà, il rispetto,l’altruismo sono valori che hanno guidato le menti ed illuminato i cuori di tanti uomini, che hanno pensato essere anche giusto versare il proprio sangue in difesa della Patria.
La musica e le parole del filmato hanno toccato l’animo, ed è stato, ed è dolce, naufragar nel mare dei ricordi: in quella magica atmosfera: la dolce, insostituibile atmosfera della rimembranza!
Sfogliamo, pertanto, insieme, le più belle pagine della nostra storia.
I miei complimenti alle insegnati, dottoresse Santoro e Lenti.
La storia è una disciplina che si fonda essenzialmente sulla documentazione scritta; e, pertanto, le bravissime maestre Santoro e Lenti, con passione, e con il massimo scrupolo, hanno condotto, su documenti di archivio ( e dell’archivio comunale, e degli archivi di varie scuole )un’approfondita ricerca sulle scuole elementari di Roccalumera,risalendo alle origini.
E, pertanto, l’opera delle signore Rosa e Maria Antonietta è pregevole ed accurata, ed è, altresì, opera veramente storica, perché ci dà finalmente notizie certe e documentate sulle scuole elementari di Roccalumera del tempo passato.
E per finire:
ecco l’esatta definizione di documento e di archivio.
Il diplomatista Cesare Paoli così definisce il documento: “ Il documento è una testimonianza scritta di un fatto di natura giuridica, compilata con l’osservanza di certe determinate forme, le quali sono destinate a procurarle fede e a darle forza di prova “.
E Riccardo Ridolfi definisce l’Archivio: “ … un fascio di carte pieno di tempo e di polvere, è un fascio di sentimenti e di passioni, di viltà e di grandezze, di amore , e di odi:una conversazione di uomini vivi,dotti e indotti, piccoli e sommi “.
E mi piace ricordare, anche, solamente una frase del discorso pronunciato dallo storico del diritto Pietro Torelli,studioso di alto valore e maestro insuperabile, nel salire la cattedra universitaria di storia del diritto italiano della facoltà giuridica bolognese, la più antica ed illustre d’Italia e d’Europa.
Eccola: “ Nostri strumenti sono i documenti, scritti non per la storia, ma per le necessità della vita d’ogni giorno “.
Don Angelo Cascio
N.B. Quello che vedi in alto è il logo della “Fondazione Nazionale Carlo Collodi”. Certamente non c’entra nulla con L’Unità d’Italia nè con l’Europa nè con la Scuola, ma con l’Archivio Marchesi” si. Se vuoi conoscere il nesso con Don Angelo Cascio, ti consiglio di aprire (e leggere) l’allegato.
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