Roccalumera, Storie di Sicilia
LA PRIMA E LA SECONDA CHIESA DELLA MADONNA DELLA CATENA DI ROCCALUMERA. LA STORIA
Sentivano, però, il bisogno di avere una loro chiesa, e con la posa della prima pietra su un terreno donato dal Sig. Orazio Mastroeni di Domenico, si dava concretezza alle loro aspirazioni nei primi anni del 1865.
Lo stesso Mastroeni si faceva promotore per la prima raccolta di denaro. I fondi, in realtà molto modesti, provenivano soltanto dai fedeli. Nei giorni festivi un comitato ristretto raccoglieva le offerte dei fedeli e si formava un fondo cassa; raggiunta una certa disponibilità di denaro si invitava il muratore sino all’esaurimento delle riserve; si lavorava ad intervalli e non costantemente.
Le maestranze erano locali: Onofrio Santoro, mastro Antonio Cassiere, che dirigeva i lavori. La copertura del soffitto fu fatta con un grosso tronco d’albero, su cui poggiavano le tavole con le tegole.
Ci vollero ben 28 anni per la sua realizzazione sino al 1893, quando il tempio a forma rettangolare fu ultimato e potè aprirsi al culto.
La data è incisa sull’elemento ligneo posto a copertura dell’architrave all’ingresso della chiesa. Essa ha rappresentato per la gente del quartiere “Ficara” un impegno di fede e di onore.
L’idea di dedicare la chiesa alla Madonna della Catena fu costantemente alimentata nell’animo dei fedeli. Prima di ultimare i lavori, la commissione composta dai Sigg. Agatino Scarcella, Gaetano Tricomi, Luigi Scordo, Domenico Caminiti e don Filippo Andronico, commissionò allo scultore Francesco Lo Turco, con il benestare della Curia arcivescovile di Messina, una statua simile a quella della Madonna della Catena di Mongiuffi.
Il Lo Turco si mise subito a lavoro, pieno di entusiasmo, consegnandola quando ancora la chiesa era priva di rifinimenti, per cui fu necessario collocarla nella chiesetta del SS. Crocifisso.
Nessun scritto si è trovato nell’archivio parrocchiale per l’inaugurazione, ma possiamo immaginare la festa e la gioia di tutti nel portare processionalmente il simulacro della Vergine Maria della Catena dalla chiesetta del Crocifisso alla nuova chiesa.
Da allora la devozione alla Madonna della Catena è sempre cresciuta nell’animo della gente, che in ogni circostanza, lieta o triste della vita, si rivolge sempre “a Matri Catina”.
Per ben 37 anni la comunità di “Ficara” crebbe attorno a questo tempio crescendo nella fede, animata dalle suore del canonico Francesco Maria Di Francia, dal clero di Allume, Locadi, Pagliara, Furci.
Il quartiere andò via via sviluppandosi, da qui la necessità di una chiesa più grande. La Provvidenza venne in aiuto attraverso l’impegno di un giovane sacerdote, padre Carmelo Saccà, venuto a Roccalumera nel dicembre del 1929, che si diede subito da fare per realizzare un tempio più grande e più rispondente allo sviluppo del paese, con il decisivo appoggio e interessamento dell’Arcivescovo Mons. Angelo Paino.
Il progetto realizzato dall’Ing. Giovanni Crinò fu approvato l’11.1.1932 dal Ministero dei Lavori Pubblici. L’atto di acquisto del terreno (630 mq al prezzo di £ 12.270) di proprietà del cav. Francesco Mastroeni fu Orazio fu redatto l’8.8.1933 e registrato in Messina il 23.8.1933 n. 671, vol. 333, f. 16.
I lavori affidati all’Impresa Francesco Rigano di S. Teresa di Riva sotto la direzione dell’Ing. Barbaro dell’Ufficio Tecnico della Curia di Messina vennero ultimati il 30.6.1937.
L’inaugurazione e benedizione della Chiesa, completamente rinnovata, si ebbe l’8 agosto 1937 alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Angelo Paino con la celebrazione della prima Messa di Mons. Giuseppe Alfredo Scarcella, primo sacerdote espresso dalla parrocchia con il discorso d’occasione del ch.mo prof. Sac. Vincenzo Caudo, direttore del settimanale diocesano: La Scintilla.
La nuova chiesa sorge sul posto della vecchia chiesetta del XIX secolo; si presenta:
* un tempio a croce latina;
* un soffitto a cassettoni con rosoni al centro;
* le decorazioni a stucco di Salvatore Maccarrone di Furci Siculo;
* un prospetto dove viene messo in rilievo l’immagine della Vergine della Catena
incastonata in una vetrata artistica della ditta M.F. di Messina;
* e ancora un mosaico raffigurante l’effige della Madonna della Catena sopra il
portale.
A seguito della riforma liturgica, padre Saccà ristrutturava l’area del presbiterio con l’altare “coram”, e nell’anno del Signore 1975, il giorno 10 del mese di giugno, alla presenza dei fedeli e dei testimoni ufficiali Mons. Giuseppe Scarcella Vic. Gen., padre Carmelo Saccà parroco, padre Gaetano Murolo, parroco della parrocchia del Carmine di Roccalumera e il giovane Vincenzo Saccà, la chiesa veniva consacrata con l’altare Maggiore, racchiudendovi le reliquie dei santi martiri Placido, Fazio e Flavia, da sua Ecc.za mons. Francesco Fasola, Arcivescovo di Messina, scegliendo e fissando in perpetuo come titolare della Chiesa Maria SS. della Catena.
Il cerimoniere mons. Giacomo Meo faceva le funzioni di cancelliere arcivescovile.
Ogni anno nella prima domenica di settembre la Madonna della Catena, patrona della parrocchia, viene festeggiata con numerose Sante Messe e solenne processione richiamando fedeli di tutta la riviera ionica. La festa è preceduta da una novena assai partecipata.
L’ARTE
Entrando si possono ammirare:
· nel soffitto del transetto una croce prospettica dipinta dall’artista Salvatore Messina;
· l’altare su cui troneggia in una nicchia la Madonna della Catena, in marmo policromo, offerto dal Sig. Mastroeni Giovanni di Orazio per ringraziare la Madonna per la ottenuta guarigione del figlio Orazio;
· gli altari secondari di marmo bardiglio, donati dalle famiglie del cav. Francesco Mastroeni e del notaio Pietro Mirone;
· il lampadario donato dall’ing. Giovanni Tricomi fu Natale.
Figurano:
1. Nella parete di destra
– Il dipinto dell’Addolorata (1940-41), di Mario Barberis eseguito a Roma, offerto dalla fam. Scordo;
– Il quadro della Madonna di Pompei opera sempre del prof. Mario Barberis, donato dalla sig.ra Santa Mirone in Mastroeni;
– Il dipinto su tela raff. La Vergine della Catena eseguito a Caltagirone (1912) dal pittore Mario Vaccaro:
– La tela raff. S. Teresa di Gesù Bambino di Rosaria Florio in Prestipino.
2. Nella parete di sinistra
– Il quadro di S. Giuseppe del pittore Vivirito di Palermo (17/X/1937), donato nel 1937 dal Sig. Giacomo D’Arrigo e fratelli in memoria di G. Parisi;
– Il quadro di P. Pio dell’artista Pippo Foti di Giardini, donato dalla fam. Fleres nel Giubileo del 2000;
– L’altare denominato del “S. Cuore”, dono di Filippa Fazio in Tricomi, dove figura la statua lignea di Gesù;
– Il quadro della Madonna del Carmine, offerto dai coniugi Corrado Mastroeni e Maria Tricomi.
Il tempio è arricchito di vetrate artistiche raffiguranti:
* S. Pietro apostolo;
* S. Paolo ;
* S. Giovanni Evangelista;
* Cristo Re;
* il Cuore Immacolato di Maria;
* una artistica Via Crucis su compensato opera del prof. Barberis, donata da
Francesca D’Elia.
Il 12 dicembre 2004 è stata inaugurata la 15^ stazione “La Risurrezione”, opera in bronzo dell’artista Licinio Fazio, dono delle famiglie Scala-Caminiti.
Grazie a un duplice intervento della Regione, per interessamento del parroco padre Santino Caminiti, il primo (1993) riguardante la ristrutturazione esterna della chiesa (prospetti e tetto); il secondo (2001) la ristrutturazione interna della chiesa (adeguamento alle norme infortunistiche, pitturazione di tutta la chiesa, sistemazione del pavimento, rifacimento dell’altare), la chiesa veniva restaurata e l’area del presbiterio ristrutturata, con la costruzione degli elementi compositivi quali appunto:
· l’altare coram;
· l’ambone;
· la fonte battesimale;
· la presidenza.
In data primo luglio 2003 S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo Metropolita di Messina Lipari S. Lucia del Mela e Archimandrita del SS. Salvatore di Messina, benediceva la chiesa e dedicava l’altare “coram” della chiesa parrocchiale di S. Maria della Catena in Roccalumera (ME) sottoscrivendo il verbale, che sarà conservato a perpetua memoria nell’archivio parrocchiale e in quello della Curia Arcivescovile (Prot. n. 118/03/P ME, 30 Giugno 2003).
Testo e foto, sono stati tratti dal sito dell’Associazione “Baglioficara”.
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