Politica
GIANNI MIASI PROPONE: “Perche non facciamo una Grande Unione a 18 Comuni?”
UFFICIO DEL PRESIDENTE – Caro Direttore, sperando vivamente che questo intervento non venga visto come una provocazione, desidero esprimere una considerazione sullo stato attuale dei nostri comuni anche, e soprattutto, alla luce delle riforme annunziate in tema di enti locali.
Sventata, fortunatamente, la minaccia di soppressione dei comuni fino a mille abitanti, provvedimento che, se fosse passato e divenuto legge, sarebbe stata una ulteriore sciocchezza della classe politica nazionale la quale, nel tentativo, disperato, di difendere se stessa sta perdendo ogni ritegno ricorrendo alle misure più strampalate nel tentativo di dirottare altrove lo sdegno dei cittadini, permane, tuttavia, l’esigenza per gli enti locali di interrogarsi sul proprio futuro.
La Regione Siciliana varerà nelle prossime settimane il provvedimento di abrogazione delle province ed al loro posto vi saranno i consorzi attorno ai quali si accorperanno servizi e funzioni comuni. Penso ai segretari comunali per più comuni, agli uffici tecnici di più comuni centralizzati, lo stesso per gli uffici paghe e stipendi come pure per i vigili urbani che, finalmente, potranno costituire un corpo unico al servizio di un consorzio di comuni.
Nel frattempo questo territorio cosa ha fatto ?
Siamo sicuri che passando da una unione di 18 comuni che, per quanto arrancante rappresentava una interlocuzione autorevole e rispettata, a ben tre unioni nell’arco di 10 chilometri ?
Il territorio ha tratto beneficio da tale proliferazione di unioni ?
Ne dubito proprio: ciascuna unione si è costruita il proprio orticello convinta che mettendo assieme, ad esempio, 5.000 abitanti, nella migliore delle ipotesi, 3.000 in altri casi, trovasse interlocuzione presso la Regione o presso lo Stato.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Ed allora io lancio una proposta con la speranza, ripeto, che non venga vista come una provocazione: perché non si ritorna ad una unica unione dei comuni, composta da 18 comuni, da quasi 40.000 abitanti, da un territorio vasto che, peraltro, può, e deve, rappresentare per la Regione, un passaggio obbligato allorquando si costituiranno i consorzi ? Se saremo 18 comuni sarà molto più facile aggregare a questa unione altri 5 o 6 comuni e così sarà costituito il consorzio.
Diversamente sapete bene come andrà a finire: Taormina sarà la sede naturale del nuovo consorzio e queste zone saranno, come sempre, la periferia che, come per il passato, nulla ha contato e nulla conterà-.
Mai come adesso il futuro è nelle mani di noi sindaci. Intanto, per l’immediato, propongo un patto federativo tra le tre unione che sia il primo passo per la creazione della grande unione.
Per fare ciò stimo che occorreranno, più o meno, circa otto mesi. Per acquetare chi intende dire che ciò Gianni MIASI lo propone perché è ambizioso e vuole mettere le mani sulla grande unione sappiate che tra poco più di otto mesi non sarò più presidente di questa unione e tra 20 mesi neanche sindaco di Roccalumera sicchè, anche a volere pensare male, si sbaglierebbe.
Attendo una cortese risposta da parte dei colleghi sindaci e dei cittadini.
Gianni MIASI PRESIDENTE DELL’UNIONE DEI COMUNI DELLE VALLI JONICHE DEI PELORITANI.
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