Politica Roccalumera
“Vorrei incontrarla… trent’anni fa”. Riflessione del sindaco Miasi
SE AVESSI TRENTA ANNI DI MENO
Egregio Direttore, ieri a Roma, ed in tante città del mondo, vi è stata la manifestazione degli “indignati” .
A Roma erano in più di centomila e la stragrande maggioranza di essi era composta da giovani indignati ed arrabbiati i quali vedono con preoccupazione che il loro futuro è più che mai problematico.
Se avessi anche io trenta anni sarei al loro fianco, in piazza, a manifestare la mia civile indignazione contro una società, ossia noi adulti, che ha fallito il proprio compito e si è rivelata indegna di assurgere ad esempio da additare chicchessia.
Non intendo fare il moralista bensì tirare qualche considerazione: ho due figli che si sono laureati con il massimo dei voti, la prima vive a Roma , il secondo a Milano, entrambi, ad anni dalla laurea, svolgono lavoretti malpagati,precari e non hanno grandi speranze per il futuro occupazionale.
La medesima cosa credo avvenga per centinaia di migliaia di giovani della loro età in tutta Italia: come padre, come adulto, come politico, mi sento umiliato e fallito per avere concorso a rubare il futuro ai miei figli, per non essere stato capace di assicurare a loro ed ai loro coetanei un futuro dignitoso.
Il Governatore della Banca d’Italia, Draghi, ha detto ciò che i giovani hanno compreso fin troppo bene: è cioè che la colpa è della grande finanza che si è mostrata, e si mostra tuttora, rapace, avida e guarda solamente al proprio profitto.
La nostra classe politica e, assieme a lei, come quelle della Francia, della Germania, dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, sono asservite totalmente alla grande finanza e non contano nulla: siamo stati capaci di metterci nella mani di un Tremonti e qualsiasi che a furia di tagli sulla nostra pelle ha, si, quadrato i conti ma ci ha ridotti tutti in miseria, e la stampa e la politica, di proprietà della grande finanza, a battergli le mani.
Che schifo.
Fanno bene e giovani ad essere incavolati e ad esprimere la loro indignazione.
Quanto al nostro Stato, la mia solidarietà va tutta ai poliziotti i quali, ancora una volta, dinnanzi a poche centinaia di delinquenti ( i black blok) che hanno sporcato la manifestazione con il loro teppismo puro, sono stati lasciati con le mani legate, senza potere reagire a quello che è stato un vero e proprio assalto allo Stato.
L’avere consentito di dare fuoco ad un blindato della Polizia significa che lo Stato ha abdicato e non è più in grado neanche di reagire dinnanzi alle violenze di piccoli delinquenti che da vigliacchi quali si coprono il volto per non farsi scoprire e si danno alla violenza.
Questo è l’atteggiamento vile e proditorio di chi è già fallito e vuole la distruzione totale.
Il 99% dei giovani indignati era, ed è, per il futuro,per la speranza di un domani migliore, per dirci: adulti svegliatevi e recuperate la vostra dignità di padri, di politici, di adulti.
Che pena e che vergogna.
I giovani, il nostro futuro che stiamo distruggendo ci potranno mai perdonare? Lo dubito fortemente.
Gianni MIASI SINDACO DI ROCCALUMERA
…IL COMMENTO: Caro Sindaco, ci ha oramai abituati a leggere periodicamente, fra le altre anche sue personali e più intime riflessioni. Purtroppo, talvolta come adesso, traspare, pur in un uomo del Suo spessore umano, un velo di scoramento. E questo non mi va bene e non andrà bene a chi la leggerà.
Si, certo, ho da tempo notato che, al contrario di stereotipati sindaci del passato (anche del nostro stesso paese), lei quantomeno si è sempre posto quale cittadino fra i cittadini (anche troppo, secondo qualcuno), ponendosi quesiti che vanno spesso oltre le pur quotidiane questioni amministrative. Apprezzo l’impegno che profonde rendendosi reperibile in ogni occasione. Apprezzo che, pur in presenza di problemi di bilancio, tiene dritta la barra là dove tantissimi comuni italiani sono già al dissesto.
Certo, trent’anni fa, il primo cittadino era persona alla quale ci si porgeva in modo alquanto differente. Il “Signor Sindaco” di allora, (quando lei aveva trent’anni), era autorità alla quale rivolgersi con un inchino, con un “vossìa benedìca” e, non raccontava di figli propri senza futuro certo. Trent’anni fa, pur in assenza di infrastrutture peggio che adesso e di lavoro sicuro, grazie ai finanziamenti che venivano elargiti a cascata ai comuni, si vedeva il Sindaco come persona di Potere. Incontestabile.
Oggi, nonostante, quella “porta rossa” rimanga aperta a tutti per ogni problema, (mentre un tempo era sempre chiusa e bisognasse rivolgersi all’usciere, che ti rispondeva: “il Signor Sindaco non è in sede, non sappiamo se lo potrà trovare questa settimana in quanto lavora”), c’è oggi nella gente meno ottimismo che trent’anni fa.
Il pessimismo proviene, come lei stesso afferma, dal futuro dei giovani che non c’è e che neanche un Gianni Miasi trentenne, oggi, saprebbe risolvere. Eppure nonostante la disperazione di questi giorni, bisogna andare avanti e guardare non a trent’anni fa ma a fra trent’anni. I piagnistei non servono a nulla come a nulla servono certi atteggiamenti di condanna delle opposizioni, a Roccalumera a Nizza come a Santa Teresa di Riva come in Italia. Servono idee, serve coesione, servono programmi efficaci e condivisi. Perché, un ulteriore passo indietro (come le anticipai un paio d’anni fa), non ce lo possiamo permettere.
Giovanni Bonarrigo
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