Storie di Sicilia
I MESI, I GIORNI DELL’ANNO E I FENOMENI METEOROLOGICI NEGLI ANTICHI PROVERBI
La classificazione dei proverbi in base alle date e alle ricorrenze del calendario dell’uomo ci appare la più ovvia e compare in molte pubblicazioni in materia. Il contadino, quando l’analfabetismo era dilagante, non era in grado di leggere il calendario, ma l’aveva in testa grazie ai proverbi che ricordano i giorni della settimana, il periodo del raccolto, il mese della potatura, le usanze e le tradizioni collegate alle feste. Di tutto questo il lettore se ne rende conto già dalla lettura dei primi proverbi.
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Bbon Capudannu bbon capu di misi, tutti li vecchi mi bbrisciunu tisi!
(Buon Capodanno, buon primo del mese, che tutti i vecchi al risveglio siano… morti).
Innàru sìccu, massàru riccu quannu dicembri ci làssa ù lìppu.
(Gennaio secco (senza pioggia) proprietario terriero ricco, quando a dicembre si forma “ù lippu” patina verdastra che si forma sulla terra, muschio).
Innàru, scorcia i vecchi ò fuculàru e i carusi unni i nchiappa.
(Gennaio, scortica i vecchi davanto nel focolaio domestico, cioè in casa e i ragazzini ovunque li trova. Il soggetto è il freddo intenso e spesso letale, di questo mese che “entra nelle corna del bue” come ricorda un successivo proverbio).
U frìddu di innàru ‘ntrasi ‘ntè corna dù bboi.
(Il freddo di gennaio entra nelle corna del bue, come dire che entra dappertutto).
Innàru ciciràru, innaru iattàru, innàru cunicchiaru.
(Gennaio dei ceci, gennaio dei gatti, gennaio dei conigli).
Innàru, ppùta pàru.
(A gennaio, pota ovunque. Un monito a ricordarsi che è il tempo della potatura degli alberi).
Puta ‘ntà innàru cù scirocco calàtu e nò ‘ntà ffrivaru cù suli isàtu.
(Pota in gennaio al calr dello Scirocco e non a febbraio con il sole nascente. Esempio significativo di come il proverbio ricordi al contadino i lavori da fare: nella fattispecie quando potare la vigna).
Innàru: vurpi ò vurparu, iaddìni ò iaddinàru.
(Secondo la tradizione locale, gennaio è il mese adatto a uccidere la volpe (ha la pelliccia integra e bella) e mangiare le galline (grasse e pulite).
Di Sant’Antoni la gran friddùra, di San Lurenzu la gran calura: l’una e l’autra pìcca dura.
(Il freddo del 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, e il caldo del 10 Agosto, giorno di San Lorenzo hanno durata effimera.
Nel periodi in cui si festeggia Sant’Antonio, il sole arriva negli angoli “ntè gnùni” come ricorda il successivo proverbio e certi animali cominciano a svegliarsi dal letargo, infatti si dice pure: “Di Sant’Antoni ‘a lupa si ‘mmovi”).
Di Sant’Antoni, ‘u suli è ‘ntè gnuni.
(‘Ntè gnùni = negli angoli).
Sant’Antoni non iàvi bisognu dù pòrcu.
(Infatti, l’conografia raffigura sempre Sant’Antonio Abate (a Savoca vi era una chiesa dedicata al Santo), con accanto il maialino).
Innàru u sàpi quann’hav’ a-gghioviri!
(Gennaio lo sa quando deve piovere).
Frivaru, ccuru ‘e amaru.
(Febbraio, corto e “amaru”, anche qui si fa riferimento al freddo ed alle malattie).
Veni frivàru ch’è curtu e amàru, iètta feli comu lu sscurzùni: “chi mmi iavi frèvi cu frèvi mi mmisi, era lu ciùri di tutti li misi”.
La quartina, forse parte integrante di una canzone popolare dimenticata, ricorda che, un tempo febbraio era il mese più buono dell’anno. Diventò cattivo come il serpente, apportando malattie, quando suo fratello marzo gli rubò dei giorni facendolo diventare il mese più corto dell’anno).
Pà Cannalòra, favi ancora!
(A Cannalòra = Candelora. Festa della purificazione della Vergine che cade il due di febbraio; in occasione della quale si benedicono le candele).
Pà Cannalòra ù mmèrnu è fòra: Rispunnìu a vecchia rraggiata: “u mmèrnu si nni vaci dà Nunziata”.
(Per la Candelora l’inverno è terminato: Ha risposto la vecchia arrabbiata: “l’inverno termina il giorno dell’Annunziata”. La Festa della SS. Annunziata cade il 25 di Marzo).
N.B. L’introduzione iniziale ed i proverbi, sono stati ripresi dal libro “I detti dell’antico” di Santo Lombardo, i commenti ai rispettivi proverbi in qualche caso sono integrati da noi, mentre le traduzioni sono nostre.
Nella foto in alto, una veduta dell’antichissimo Castello di Savoca.
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