Furci Siculo
Furci Siculo. Ho intervistato Mons. Giò Tavilla: Iu lui, c’è l’Ideale di padre Donsì
FURCI SICULO – Dobbiamo premettere che la signorilità di Mons. Giò Tavilla nell’accoglierci prima, e nel rendendosi disponibile ad un dialogo amichevole rispondendo ben volentieri alle nostre domande poi, ci ha piacevolmente sorpreso. Eccovi di seguito i tratti salienti delle cinque risposte dateci ai nostri quesiti:
1) Padre Giò, ha trovato fra i suoi nuovi parrocchiani della chiesa di Furci e di Grotte l’accoglienza che si attendeva?
R. Devo dire che l’accoglienza è andata al di là di quello che mi attendevo, in quanto a Furci ho constatato una religiosità profondamente radicata nella gente. Infatti, c’è un forte senso di attaccamento a Dio. Mi è stato mostrato affetto e rispetto come sacerdote e anche umanamente parlando ho riscontrato amabilità e sincerità nei gesti della gente.
2) Padre Donsì, lottò tanto per realizzare l’Oasi Sant’Antonio e dopo di lui Padre Sinitò. Crede però, che il progetto di del pio parroco Donsì, alla luce della situazione attuale sia ancora realizzabile in toto?
R. Chi continua nel tempo a coltivare l’ideale di Padre Donsì, il quale ha mostrato il progetto, deve attenersi alle finalità dell’Associazione. Lei sa, che il parroco pro tempore è Presidente dell’Associazione? Essa è chiamata a tramandare l’ideale di Padre Donsì legato alla “casa” S.Antonio. L’Associazione, che ricordo è una Onlus, quest’anno ha avuto un particolare slancio. L’Oasi è della Chiesa e quindi appartiene all’intera comunità di Furci. Certo, questa struttura doveva essere affidata a persone competenti e quindi la scelta è caduta sulla Cooperativa “Comunità e Servizio”, tuttavia, dare la gestione ad un privato non significa disinteressarsi, anzi bisogna custodire l’identità cristiana della “casa” che è innanzitutto una Struttura Ecclesiale. Siamo andati a bussare alle porte della gente, i vecchietti davano il loro contributo a Padre Donsì. Oggi dobbiamo dar conto alla gente.
Devo sottolineare che gli anziani, all’Oasi sono trattati benissimo, ma la Cooperativa non è l’Oasi. Un domani essa potrà andare via. Voglio precisare inoltre che il cinque per mille chiesto alla cente non va all’Oasi ma alla Coooperativa per un suo progetto.
3) L’associazione ha rinnovato recentemente il suo direttivo, quali obiettivi si prefigge?
R. Si ripete Padre Giò, mostrando la sua coerenza: “Custodire e tramandare nel tempo l’ideale di Padre Donsì in tutte le potenzialità che l’Associazione può avere, sia legate all’Oasi sia legate a tutti quei progetti che sposano le finalità dell’Associazione.
4) Della Cooperativa “Comunità e Servizio” si è detto che si sarebbe inizialmente fatta carico di una situazione altrimenti in stallo e di ciò dobbiamo prenderne atto, ma adesso, chi non ha una pensione sufficiente non si può avvalere di questa “casa” che doveva essere di tutti.
R. Ritengo sia così, perchè chi poteva farsi carico di una struttura così grande? Sicuramente la cooperativa svolge un servizio importante e prezioso, ma io parroco chiedo che tutte le strategie trovino un confronto vero con l’Associazione. Valutiamole insieme. A riguardo degli anziani, stiamo cercando delle soluzioni per chi fra di loro prevalentemente di Furci, dovesse non trovarsi nella possibilità economica di essere accolto.
5) Infine, vuole accennare quali obiettivi si è posto quale guida spirituale nei confronti dei parrocchiani di Furci?
R. Io mi pongo esclusivamente come parroco, quindi svolgo il mio servizio, ma certamente guardo ad una crescita integrale del paese. Orientarsi ogni giorno al bene con la “B” maiuscola che è Cristo. Chiedo una crescita in umanità. La seconda cosa che chiedo, ricodando una famosa frase dell’Arcivescovo Giovanni Marra: “La parrocchia si esprime fuori da se stessa” e che siano riqualificati i locali del cinema aatiguo alla chiesa in Sala Polifunzionale per convegni e per quant’altro servisse ai giovani del territorio. Pongo l’attenzione sui giovani, perchè ho intenzione di mettere in atto tutte quelle potenzialità di cui la parrocchia dispone, quale luogo di incontro, di confronto e di servizi.
Fra gli obiettivi che mi sono posto, la gioia di questo “Anno Mariano”, per cogliere ogni opportunità che il Signore ci da.
Padre Tavilla, conclude l’intevista con una frase che dice tutto della sua volontà di concretezza in relazione alla Fede in Cristo: “Se la fede ci rende credenti, l’amore ci rende credibili”.
La ringraziamo ancora Padre Giò, e che la luce di Dio sia forza e verità nel suo cammino insieme alla gente.
Giovanni Bonarrigo
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