Il resto della Sicilia
MALTEMPO PROVINCIA DI MESSINA: CHE FINE HANNO FATTO I RADAR METEREOLOGICI?
Lo chiede il Presidente dell’Ord. Ingegneri di Messina, che sottolinea la loro importanza nella previsione delle alluvioni.
Il 5 ottobre dello scorso anno, a poco più di dodici mesi dalla tragica alluvione del 2009, alla scuola “Simone Neri” di Giampilieri, l’Ordine degli Ingegneri di Messina aveva tenuto una conferenza stampa per presentare un innovativo strumento tecnologico in grado di prevenire con 30-45 minuti di anticipo l’abbattersi delle cosiddette “bombe d’acqua” su un determinato territorio.
Tale radar meteorologico, messo a punto da una equipe di studiosi del Politecnico di Torino, era stato presentato alla stampa dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri peloritano, Santi Trovato, da quello dell’Ordine degli Ingegneri nazionale, Gianni Rolando, dal professor Giovanni Perona, del gruppo di ricerca del Politecnico della città della Mole, e dal Presidente della Provincia, Nanni Ricevuto.
“Questo radar potrà evitare ulteriori morti”, disse allora Rolando, mettendo in evidenza il fatto che, grazie alla capacità di previsione di circa mezz’ora, sarebbe stato possibile, in caso di evento alluvionale, far evacuare tutte le persone residenti nelle aree a rischio, salvando, in tal modo, decine di vite. Venne anche sottolineato il costo di tale apparecchio, 50 mila euro, irrisorio, se si considerano le decine di milioni di euro spese senza risultati efficienti per le zone alluvionate, e il fatto che bastava collocare semplicemente due radar per assicurare una capacità di previsione adeguata per tutto la zona a sud della città di Messina, tenendo anche in considerazione che tali strumenti occupano pochissimo spazio, possono essere sistemati in una qualsiasi zona, ad una certa altezza, e consumano circa 300 watt.
Il presidente della Provincia, allora, ebbe a garantire l’impegno dell’Ente da lui presieduto, dichiarando che sarebbe assurdo non prendere in considerazione questa soluzione tecnologica. Ad oggi, tuttavia, è tutto “passato sotto silenzio, forse perché si era già messa in moto la “macchina bellica” dei soggetti amministrativi nominati Commissari e Soggetti Attuatori dalla O.P.C.M”, denuncia il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Messina. “In pochi, ad oggi, hanno dato risalto e seguito all’iniziativa – ha aggiunto Trovato – In alternativa è stata installata qualche sirena e qualche cartello monitore, del tipo ‘Divieto di sosta in caso di pioggia’”. Nessuno intende però perdersi in sterili polemiche, precisa il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri peloritano. Si vuole solo rinnovare la proposta di installare questi radar poco costosi e di notevole importanza, “che peraltro sono già in dotazione da circa un anno alla Protezione Civile Regionale e, ci risulta, ancora non tutti messi in funzione”.
“Non è solo un problema di risorse – prosegue Trovato – come spesso viene affermato in queste occasioni, ma di adeguata programmazione degli interventi di messa in sicurezza in fase di pre-emergenza. Non ci stanchiamo di ripeterlo: occorre agire con adeguato tempismo prima del verificarsi dei disastri per salvare non solo vite umane, ma anche per non gravare di costi esorbitanti le Casse pubbliche”. Nonostante si siano spesi per le zone a sud di Messina ben 140 milioni di euro, “dopo un anno non piangiamo vite umane – sottolinea – ma l’origine dei danni lamentati è sempre uguale: l’assenza di una seria, e preventiva, programmazione e pianificazione degli interventi di messa in sicurezza delle aree più vulnerabili”.
Per questo è necessario attivarsi concretamente nel campo della protezione del territorio, prendere e portare avanti un impegno deciso, cosa che l’Ordine degli Ingegneri di Messina ha fatto avviando, da qualche mese, una collaborazione con le Circoscrizioni messinesi per procedere ad un preventivo esame dei più gravi fenomeni di criticità presenti in ciascun quartiere. “Tale attività potrebbe consentire al Sindaco di invertire la logica della invocazione di fondi ad evento calamitoso avvenuto – spiega Trovato – inserendo invece nella richiesta di Stato di Calamità Naturale anche l’istanza per ottenere adeguate risorse finalizzate alla redazione di un Documento programmatico in pre-emergenza sulle principali criticità territoriali segnalate”.
“Ci auguriamo che tutto questo lavoro svolto da diverse decine di Ingegneri messinesi, volontariamente e con grande senso civico, non vada perso tra le “nebbie” degli interessi politici dei soggetti che a vario titolo verranno successivamente coinvolti – conclude il Presidente Trovato – e ribadiamo ancora una volta che un territorio sicuro è un territorio che attrae investitori e capitali, un territorio fragile e non adeguatamente messo in sicurezza, non riuscirà a prevenire neanche le emergenze, come fino ad oggi, purtroppo, è stato evidente”.
Antonio Bellantoni
Giovedì 03 Marzo 2011
ARTICOLO CORRELATO:
CONVEGNO A GIAMPILIERI “Istituto Scolastico Simone Neri”: Radar per prevenire nuove catastrofi
Invia un Commento