Roccalumera, Territorio
FESTEGGIATO IL 150° DELL’UNITA’ D’ITALIA: IN TANTISSIMI IN PIAZZA MUNICIPIO
ROCCALUMERA – Chiariamo subito che, lo scrivente fa parte del “Comitato per i festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia” di Roccalumera. Tanto basterebbe per aspettarsi da questo scritto indiscriminati elogi. Elogi che non mancherò di fare, certo, non solo a quanti, Sindaco, Amministrazione, Forze dell’Ordine, Volontari del Soccorso di CRI e quant’altri si sono prodigati per la riuscita di questa importante giornata.
L’accorato invito del primo cittadino di Roccalumera, (di apporre al proprio balcone una bandiera tricolore e di partecipare al solenne alzabandiera di stamane alle ore 10:00, è stato in molta parte ascoltato con entusiasmo ed orgoglio. In effetti, ben quattro sono state le bandiere (che potete vedere nel video), innalzate sui rispettivi pennoni al suono di altrettanti inni: Il Tricolore italiano, la bandiera europea, la bandiera di Sicilia con il famoso Triscele al centro ed ultima e per la prima volta nella storia di questo nostro paese, la bandiera di Roccalumera.
Non si è fatto attendere un monito del sindaco ai sostenitori del federalismo secessionista. Miasi ha infatti, come nel suo costume, inneggiato all’Unione dei popoli, non solo di nord e sud Italia ma addirittura della Terra. Non ha sottaciuto nemmeno gli errori e gli orrori di un secolo e mezzo di Unità d’Italia, ma non per questo -ha detto- si deve inneggiare alla secessione.
DI QUESTO, GIUSTAMENTE NON SI E’ PARLATO, MA UNA PILLOLA LA VOGLIAMO AGGIUNGERE:
LA “QUESTIONE MERIDIONALE” INSABBIATA
Oggi, è giorno di Festa nazionale, fra chi l’ha voluta con forza (vedi il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), e chi la considera un’inutile dispendio di denaro. In effetti, non solo i leghisti di Bossi osteggiano questa “Festa del Tricolore”, a gridare vergogna sono (certamente con motivazioni opposte) proprio quei siciliani che hanno letto non la storia che proviene da certi libri di scuola ma testimonianze documentali molto più veritiere e haimè ben più crudeli. Perfino Garibaldi si sarebbe ben presto accorto di aver fatto un grave errore scendendo in Sicilia per “liberarla”. Poi, con un “obbedisco” ove scongiurare una guerra civile, consegnava il sud “liberato” al re Vittorio Emanuele II, per un’Italia si unita ma che ben presto avrebbe saccheggiato la Banca di Napoli (e non solo quella) per risanare il bilancio fallimentare del regno sabaudo e del nord indebitato. Così, fra i tristi ricordi del siciliano che ha (ri)letto bene la storia della propria Terra c’è la carta moneta che prese il posto dell’oro e fortissime imposizioni fiscali che ridussero i siciliani alla fame e quindi a quello che i giornali di allora (pubblicati al nord, perchè al sud la libertà di stampa fu abolita il 31 dicembre 1865), definirono “volgare brigantaggio” per giustificarne l’esecuzione sommaria per fucilazione.
Paradossalmente, sarebbe stato proprio il fascismo di Mussolini a completare opere (come la linea ferroviaria Foggia – Capo di Leuca) iniziate al sud da Ferdinando II di Borbone e poi abbandonate per decenni.
E non è finita. Un certo Cateno De Luca, Deputato regionale all’ARS di Palermo, proprio ieri scriveva ai giornali: “Unità d’Italia? Io credo non ci sia nulla da festeggiare, per colpa degli ascari della politica siciliana. Festeggerei piuttosto la disunità di questa Italia!”.
Per concludere, chiudiamo con il messaggio che questa mattina del primo cittadino (convinto sostenitore delle potenzialità della Comunita europea) ha rivolto a noi suoi concittadini: “Dobbiamo guardare avanti con ottimismo. Uniti”.
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