Cronaca
MESSINA. L’UNIVERSITA’ RISPONDE ALLE LAMENTELE DEGLI STUDENTI RIMASTI FUORI DALL’AULA DI CHIMICA
In riferimento alla protesta di ieri degli studenti che avrebbero dovuto seguire un seminario con l’ingegnere Sciacca, rimasti fuori dall’aula di chimica, arriva il chiarimento dell’Università:
Mercoledì 06 Aprile 2011
(dal Cesv) SI E’ SVOLTA CONFERENZA STAMPA ASSOCIAZIONI PER GLI STUDENTI UNIME IN PROTESTA
In seguito all’improvviso cambio del lucchetto dell’aula di ex Chimica dell’Università di Messina, in questi mesi gestita dal Movimento Unime in protesta, una rete di associazioni e movimenti ha indetto una Conferenza stampa per martedì 5 aprile, alle ore 10.30, presso l’atrio dell’Università centrale di Messina, in segno di solidarietà e sostegno alle iniziative culturali e sociali aperte al territorio e alla cittadinanza, realizzate in questi mesi dal movimento
Hanno promosso la Conferenza stampa l’Arci Territoriale messinese, rappresentato in Conferenza stampa dalla presidente Carmen Cordaro, avvocata; il Cesv – Centro Servizi per il Volontariato di Messina, con il presidente Antonino Mantineo, docente universitario; il Museo del fango, rappresentato da Gabriella Raffa; le associazioni “Piccola Comunità Nuovi Orizzonti” e “Terra e Cielo” di Messina; la Rete No Ponte, rappresentata da Massimo Camarata e da Luigi Sturniolo.
Per il Movimento Unime in protesta sono intervenuti alla Conferenza stampa – che si è dovuta svolgere fuori dall’Università a causa della decisione dei vertici dell’Ateneo di negare lo spazio all’interno, nell’atrio – gli studenti Claudio Risitano e Marco Letizia.
Nel corso dell’incontro, ha espresso il suo sostegno al movimento anche Daniele David per l’area Lavoro e Società della Cgil di Messina.
Le adesioni all’iniziativa sono in corso.
“Senza preavviso, e malgrado i vertici dell’Università avessero affermato di accogliere le istanze del movimento e la richiesta di uno spazio adeguato per le iniziative già programmate e quelle future, l’improvviso cambio del lucchetto, lunedì 4 aprile, ha impedito lo svolgimento dell’incontro sulla sicurezza del territorio all’interno dell’aula di ex Chimica. Così l’intervento dell’ingegnere capo del Genio civile di Messina, Gaetano Sciacca, si è dovuto svolgere all’aperto”, ha sottolineato il docente universitario Antonino Mantineo, presidente del Cesv di Messina e docente universitario.
“Oggi abbiamo assistito a un atto di prepotenza gravissimo da parte dei vertici dell’Ateneo, che ci hanno impedito di incontrare la stampa nell’atrio dell’Università centrale”, hanno evidenziato Mantineo, la presidente dell’Arci Carmen Cordaro, Gabriella Raffa (Museo del fango, una realtà che propone un progetto culturale per il recupero delle zone joniche messinesi colpite nel 2009 dall’alluvione) e Massimo Cammarata e Luigi Sturniolo (Rete No Ponte). “In questi mesi – hanno continuato – gli studenti di Unime in protesta, nel segno della proposta culturale e sociale, hanno realizzato un programma fitto di seminari, cineforum, lezioni di docenti, convegni di studi, mostre e dibattiti aperti a tutta la cittadinanza, nel nome della democrazia e della partecipazione, aprendosi alle proposte e agli incontri promossi da molte altre realtà cittadine, dall’Arci al Cesv, dall’associazione “Nuovi Orizzonti” al Museo del fango, solo per fare degli esempi. Si tratta di un patrimonio prezioso per l’intera comunità, da valorizzare e non da sopprimere, nello spirito dello Statuto universitario. L’Università di Messina non può chiudersi nei confronti di una realtà giovanile capace di diventare interlocutore fondamentale nel confronto pubblico democratico”, hanno aggiunto i rappresentanti delle associazioni promotrici della Conferenza stampa.
A loro volta, gli studenti di Unime in protesta Claudio Risitano e Marco Letizia hanno denunciato “il silenzio assordante delle istituzioni” e hanno chiesto un “confronto pubblico con i vertici dell’Università” per affrontare il problema, ribadendo che le iniziative culturali e sociali del movimento, già programmate fino al mese di maggio, continueranno comunque, senza arrendersi “a questa ingiustizia”.
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