Casalvecchio Siculo
CASALVECCHIO SICULO. LA PASSIO CHRISTI EMOZIONA (VIDEO)
CASALVECCHIO SICULO (Messina) – La radicata tradizione religiosa che contraddistingue da sempre i casalvetini, ha spinto i fedeli di Sant’Onofrio Anacoreta assieme al loro parroco Agostino Giacalone a rinnovare il proprio impegno anche in occasione di queste feste pasquali. La “Passio Christi” di ieri sera ha radunato da ogni dove fedeli e curiosi i quali hanno affollato le strette stradine a tratti impervie, ma per una rappresentazione che offerto emozioni fino alle lacrime.
Proprio dalla porta principale della chiesa madre di Sant’Onofrio Anacoreta: da Gesù (padre Giacalone) in poi, ad uno ad uno sono stati presentati (e commentati) tutti i personaggi cha da lì a poco avrebbero animato le varie scene lungo il percorso della Via Crucis. Dall’Angelo che esclama: “oh gente, la pace sia con voi…”, a Maria, “la Madre, la benedetta fra le donne…” a Zèrat “membro del consiglio dei Farisei, che giura il falso pur di condannare Gesù”, a Nicodemo “membro del Gran consiglio dei Farisei, anima dritta, che oserà prendere la difesa del Nazareno in pieno consiglio”, da Ponzio Pilato, “Governatore romano della Giudèa, che odia e disprezza il Sinèdrio, ma uomo superstizioso e debole” a Barabba e ai due ladroni. Applausi scroscianti accompagnano l’uscita del popolo della Via Crucis che reca in mano le palme.
Scendiamo giù per le scalinate, stretti fra la gente, ed eccoci davanti al piazzale della vecchia chiesa di San Teodoro: la scena della lavanda dei piedi degli apostoli, l’ultima cena. Uno di voi mi tradirà, preannuncia Gesù. Sono forse io? recitano a turno gli apostoli. Ma è Giuda che, smascherato (“tu lo hai detto”), fugge via.
Ora siamo nell’Orto degli ulivi, Gesù è in preghiera mentre i suoi dormono serenamente, ma di lì a poco Giuda, accompagnato dai centurioni romani indicerà colui che bacerà prima di farlo arrestare in cambio di trenta monete d’argento.
Attesa spasmodica in “Piazza Vecchia”. Gesù è trascinato davanti ai membri del Sinedrio. Nicodemo lo difende, ma viene definito uno dei tanti stregati da quell’uomo che predicò l’uguaglianza fra la gente ed perdono. Zerat grida il suo sdegno, ma sarà Ponzio Pilato a dover decidere per la morte del Figlio di Dio.
Adesso tutti a guardare verso l’alto: su un terrazzo è infatti riccamente approntata la scena in cui, dopo la flagellazione e la scelta di graziare Barabba il ribelle, operata dal popolo che seguì un tempo con tanta devozione Gesù, il famoso lavaggio delle mani di un Governatore romano senza coraggio.
Fa un freddo pungente. In Piazza Municipio, sarà lunga l’attesa delle scene finali. Il pianto di Maria, il Nazareno che trasporta la croce sulle spalle, mentre gli sputi e gli insulti lo sommergono. Alzati, gli gridano i suoi carnefici, ma già i due ladroni sono crocifissi sulla collina di fronte. Verrà issato inchiodato il Salvatore fra i due, dei quali uno solo si affida alla divina misericordia.
A tarda ora la gente è contenta, i visitatori hanno atteso sino alla fine. “Gradirei un suo commento”, si improvvisa questo scrivente mentre egli stesso va via. – “mi sono commosso sino alle lacrime”, risponderà l’uomo di mezza età interpellato. I familiari annuiscono.
14 Aprile 2014
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