Spiritualità
FESTEGGIATA A FURCI LA “MADONNA DELLE GRAZIE”. VOGLIAMO RICORDARE LE PAROLE DI PADRE PEDITTO
FURCI SICULO (Messina) – Ieri, come ogni anno il 2 Luglio, il quartiere della “Madonna delle Grazie” di è agghindato a festa nel segno della Fede e devozione a Maria Santissima. Dalle luminarie alla banda musicale (di Limina), alle Sante Messe… alla solenne processione per le vie della parrocchia presieduta da Mons. Giò Tavilla. Ricordando che oggi a Sciglio (Roccalumera) si festeggerà “La madonna dei Miracoli”, cogliamo – come ormai nostra abitudine quindicinale – l’occasione per rileggere le parole di Padre Peditto.
SPIRITUALITA’. UNA DOMENICA CON LE PAROLE DI PADRE PEDITTO
Da un discorso, diurante un Ritiro a Furci nel 2007: “Ieri è venuto da Ispica, (vicino Modica) il Pastorale ampliato, cioè quelli che hanno i ministeri, per fare un giorno di ritiro e, hanno incontrato il mio Direttore, dopo m’ha detto: “don Peditto, il suo direttore è diverso. L’unica cosa che gli ho detto al mio Direttore: “guarda, tu entro dieci anni arriverai al Rinnovamento”. E l’altro: “noo, iò non mi stinnìcchiu ‘nterrà”, (io non mi stendo per terra). Cioè, hanno trovato che era più diverso, più allegro, più lieto.
Perchè, vedete, le cose si ottengono con l’amore, e quandi si ama si è sempre… quindi amare anche la propria tristezza, può sembrare strano. Vi sembra difficile amare la propria tristezza? Vedete, anche la propria tristezza bisogna amarla, cioè, è un qualche cosa che poi è amare sè stessi. No? Perchè quando uno è triste, non ha gioia per sè stesso “ma quarda come mi trovo” No? Invece, capire che si può essere lieti anche quando si è tristi e poi ci si mette a capire quale potrebbe essere la ragione, non l’occasione, la ragione.
Quando noi siamo tristi abbiamo sempre un motivo. Ricordate, per tutte le cose, non vi arrabbiate… Perchè, alcuni fratelli e sorelle, non riescono a capire che quando noi facciamo un peccato, quando noi non riusciamo ad abbandonarci al Signore, noi abbiamo sempre un motivo, una ragione per cui noi non accettiamo la mentalità di Dio, ma la nostra mentalità.
Se noi siamo uniti al Signore, noi cerchiamo di avvicinarci al Signore, mediante la predicazione ogni giorno di più anche se abbiamo le ricadute, ma cerchiamo di ricordarci, è un continuo lavorìo di stare attaccati al Signore che passa. E allora, vedete, noi comunichiamo la Pace. Gurdate, io ho sentito parecchi fratelli e sorelle dirmi che: “stando con altri fratelli o sorelle, stando con loro, semplicemente parlando con loro, si sentono più sereni e tranquilli”. Non so se a qualcuno di voi è capitato. No? Senza fare prediche, parlando anche di cose ordinarie.
Quindi, anzi, guardate, mi è capitata una cosa simpatica nell’ultimo Ritiro di Alì Terme, la coordinatrice e il pastorale hanno pensato, facendo una specie di esame di coscienza, di chiedere a tutti i fratelli e sorelle in un dato momento di confessarsi tutti quelli che volevano confessare. Però, in un’ora e un quarto di tempo, se ognuno si mette a contare tutti i guai tutti i problemi, quanti se ne confessano? Quattro, cinque, sei? Là erano una cinquantina. Allora ho detto “confessate un solo peccato e don Peditto vi darà un solo consiglio e l’asoluzione”. C’era una che protestava: “ma no, io ho bisogno di confessarmi, ciò tante cose da dire”. Ebbene, venuta da me, a malinquore ha dovuto scegliere fra i tanti peccati sceglierne uno. E allora, l’ho confessata, ho dato il consiglio… sapete cosa mi ha detto il giorno dopo? “Sapete don Peditto, anche confessando un solo peccato, mi sono sentita messa a posto”. Perchè per Dio le cose non sono complicate. Ha bisogno di fare tante cose di quà, a discutere, ecc… Se noi ci abbandoniamo al Signore, il Signore viene. Il problema è il pentimento, nemmeno il confessare.
Una volta si imparava molto di più sul dire molti peccati. No che non sia necessario, ma la cosa importante è volerli confessare e soprattutto non volerli fare. Perchè, se noi non li vogliamo fare, il Signore ci incomincia a perdonare dal momento che non li vogliamo più fare. Il perdono comincia da allora. La confessione è necessaria perchè noi essere umani abbiamo bisogno di mettere dei segni sensibili per cui se non li mettiamo, per esempio: noi usiamo darci l’abbraccio di pace… che fa, l’abbraccio di pace è qualche cosa? è un semplice gesto! Però voi notate che quando si fa proprio con amore, già quell’abbraccio di pace, porta veramente la Pace. E’ un segno. Il segno non conta, quello che conta è come si fa”.
Redazione
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