Santa Teresa di Riva
PALAZZO DELLA CULTURA. RICORDANDO ANTONINO CAPONNETTO: “Una vita per la Legalità e la Giustizia”
SANTA TERESA DI RIVA – Ieri pomeriggio (ore 18:30), presso il Palazzo della Cultura di Santa Teresa di Riva è avvenuta una importante cerimonia di commemorazione ad opera della Fondazione “Amici di Onofrio Zappalà”. Un paladino della Legalità e della Giustizia, il Giudice Antonino Caponnetto, è stato ricordato dai vari relatori alla presenza di una ricca platea di pubblico. Fra i presenti: il sindaco di Santa Teresa e di Furci, il giornalista e scrittore Carmelo Duro ma anche… tanti giovani.
A presentare l’evento è stato il dott. Natale Caminiti, il quale, commosso, non ha mancato di ricordare il caro Prof. Nino Nicotra, recentemente venuto a mancare. Ma prima di poter apprezzare dalla vive parole di chi è stato testimone dell’Opera di Caponnetto, a “parlare” è stato un video che ne ha ripercorso la vita, intersecandola con quella dei più giovani e prematuamente scomparsi per essere stati vilmente trucidati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Un momento di riflessione e di approfondimento, sulle tematiche della legalità di tutti i giorni. I nostri giorni. Abbiamo ascoltato che: “Mani Pulite” non ha fatto altro che scoperchiare un coperchio che ha rimesso al suo posto immediatamente”. Abbiamo ascoltato storie dei “furbetti della Fiat” di ieri e di oggi. Abbiamo sentito: “Vendere i beni confiscati alla mafia? E chi se li può comprare? …la mafia”.
Una lunga lista di luoghi comuni, naturalmente falsi e menzogneri, ha sicuramente fatto riflettere gli astanti che hanno poi dibattuto. Fra questi luoghi comuni, trascriviamo:
–
La mafia non esiste;
La mafia nasce dalla povertà;
La mafia una volta era buona;
Non si fanno passi avanti;
Tanto si ammazzano fra loro;
La mafia è invincibile;
Parlare di mafia, mette in cattiva luce il territorio;
…….
Antonino Caponnetto, oramai anziano ed in pensione, andava nelle scuole ad insegnare la legalità, a dare forza ai giovani, ma erano (e sono) anche certi adulti ad aver bisogno di recuperare il senso della moralità nei comportamenti di ogni giorno. Con ogni probabilità, è proprio il comportamento di certi personaggi contemporanei della politica di Roma, i quali dando un pessimo esempio di moralità incoraggiano in certe menti meno profonde, verso comportamenti spregiudicati se non addirittura contro la Giustizia e le regole della nostra Costituzione.
–
Concludendo in sintesi: La mafia se non cambiamo la mentalità che abbiamo nel DNA (al sud come al nord, sia chiaro) si potrà combattere ma non mai sconfiggere. Infatti, quando calpestiamo i diritti degli altri nei piccoli gesti quotidiani, stiamo divenendo non mafiosi, ma testimonial della mafiosità si.
Invia un Commento