Storie di Sicilia
SCIGLIO: UN VILLAGGIO CHE INVITA ALLA PACE E ALLA CONTEMPLAZIONE (di Don Angelo Cascio)
In vicinanza dell’antico villaggio, e precisamente all’inizio della stradina di collina, in ripido pendio, e che conduce nella principesca contrada di Contrisa, fermandosi, spontaneamente, ad ammirare il pittoresco paesaggio, di scenario bucolico e pasquale, l’animo, prontamente, torna sereno: ivi, tutt’intorno, infatti, aleggia “profondissima quiete”, onde, anche per un solo attimo, sentendo già dentro un senso di perenne pace, la mente viene, anche, rivolta sulla caducità delle cose umane…, e, quindi, non si può fare a meno, rigodendo e riammirando, di fermarsi buona pezza.
Che spettacolo si gode da questa erma altura!
Lì giù, sulla cima di una catena di collinette aspre ed erte, lentamente digradanti, in semicerchio, in direzione est-ovest, verso il piano, dove, anche, nell’inverno, ora con piene violente, ora povero d’acqua, o addirittura asciutto, scorre il rapido torrente, s’innalza, in religioso silenzio, una piccola e modesta chiesa, che, a mo’ di manto di protezione, sembra di tutelare le case e i poderi del salubre paesino; case costruite, allo stesso modo di un presepio, lunghesso i declivi, che profumano di zagara e di gelsomino, dall’odore soavissimo. Chiesuola dedicata ai santi martiri, gli Anargiri Cosma e Damiano.
Siamo, infatti, a Sciglio Maggiore; contrada storica del comune di Roccalumera. Contrada che, fortunatamente, e son passati secoli, ha ancora, nel tempo presente, il fascino del piccolo borgo feudale del passato… gli è che, infatti, rispecchia, del tutto, il significato etimologico del suo nome: Sciglio, non per niente, deriva da collana, da collare: collana non chiusa.
Don Angelo Cascio
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