Spettacolo e Cultura
ROVISTANDO ROVISTANDO… TANTI NEMICI TANTO ONORE
Caro Direttore, ogni tanto ho il vizio di rovistare su internet per vedere se qualcuno scrive su di me o qualche altro mi frega una commedia e se la mette in scena, come è successo in passato. Rovistando rovistando scopro che a volte persone poco informate scrivono cose che non stanno in cielo nè in terra, come, ad esempio, i presunti 20 spettatori del mio spettacolo di Roccalumera del 21 luglio scorso, che poi erano molti di più, viste le 60 sedie piene e il resto delle persone impiedi. La signora che scrive il commento su un certo sito locale evidentemente non sa che, visto che non esisteva una sola locandina in tutto il paese e non si è pubblicizzato l’evento se non su facebook, le circa 80 persone erano sicuramente corrispondenti a qualche centinaio. Avrei dovuto io rimandare la serata, dal momento che il Comune ha affisso i manifesti col programma alcuni giorni dopo il mio spettacolo.
Ma quando arrivo sul posto e trovo il servie montato, io, che rispetto il lavoro degli altri, facio la serata lo stesso.
Ma questo non è molto importante quanto la precisazione che voglio qui fare, visto che ultimamente in certe frazioni si cerca soltanto di insultare il mio lavoro, cosa che mi fa arrabbiare. Intendo qui spiegare che lo spettacolo che io porto in giro da un paio d’anni non è assolutamente uno di quelli che possono ricevere e contenere folle oceaniche, in quanto il “teatro è per molti ma non per tutti” e le platee che riempivamo un tempo, spesso perdendo di qualità, e che ancora certi miei colleghi (e sono contento per loro) riescono a riempire non potrebbero mai apprezzare il teatro canzone, genere ben più sofisticato. Ma in una società in cui contano i numeri non si può mai concepire che ci siano delle minoranze intellettive che hanno comunque il diritto di ricevere, visto che pagano i comuni, la cultura diciamo alternativa, anche se la mia è cultura popolare. Dire che il pubblico diserta i miei spettacoli è una bugia, perchè abbiamo dimostrato che laddove le manifestazioni sono pubblicizzate la gente è presente. Certo io, come dice un mio amico, ho avuto l’abilità di tirarmi fuori dalla guerra tra poveri e mi sono messo a cantare barzellete e srotolare ,amifestini, che chiamerei cartelloni. Evidentemente chi si esprime i questi termini a volte dimentica quanto studio e lavoro c’è dietro, ma il mio amico lo sa e utilizza l’ironia per colpire altri obbiettivi, per cui lo accetto e vado avanti.
per quanto riguarda la signora, di cui taccio il nome per educazione, direi che dovrebbe ritornare a scuola oppure farsi misurare la vista, perchè scambiare cento persone per venti è cecità o qualche altre cosa, che per decenza non dico.
Un saluto da Carlo barbera, teatrista
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