Spettacolo e Cultura
Di Achille Baratta, un libro denuncia l’abbandono degli alluvionati e promette impegno
MESSINA 1 OTTOBRE 2010. UN ANNO DOPO. “L’ERBA CRESCE”: è il titolo del libro scritto dall’Ing. Achille Baratta. Presentato a Messina, (ma ha già avuto anche altre presentazioni), presso la Casa Editrice “Il Gabbiano” in occasione dell’anniversario della tragica alluvione del 1 Ottobre 2009, l’opera di Baratta si occupa proprio di quei fatti e ne delinea il “The Day after”.
Fra i commenti dei relatori, vogliamo segnalare alcuni passaggi dell’Arch. Giuseppe Aveni, il quale ha contribuito esso stesso alla stesura del libro fin da quando era poco più che un’ammasso di foglietti di appunti. Aveni ha detto: “Con Achille, abbiamo messo insieme delle idee dove anche l’ironia rappresenta un’arma per raggiungere l’obbiettivo. Achille, dall’indomani dei fatti di Scaletta, Giampilieri e paesi vicini ha letto ‘IL CORRIERE DELLA SERA’ ed ha seguito le vicende della ‘discesa di Bertolaso’ e seguenti” – poi riferendosi al suo futuro impegno di tecnico, ha aggiunto – “abbiamo iniziato una bella avventura assieme al Collegio dei Geometri di Messina, in primis con Melo Citraro” (anch’esso presente). Ha anche ricordato anche che, qualora il maltempo si dovesse ancora accanire sulle zone di Scaletta, adesso che ci sono si le sirene, ad avvertire, ma la gente può scappare… dove? Se in strada, proprio lì si sono verificati il maggior numero di vittime travolte e portate via dal fango, mentre (tranne una eccezione), a salvarsi sono stari coloro che hanno deciso di salire verso i piani superiori o soffitte o tetti delle proprie abitazioni.
Mentre in autobus viaggiavo verso Messina ho visto a Scaletta, proprio nella piazzetta antistante il Comune, la gente riunita a celebrare la Santa Messa. Ad essa è seguta una fiaccolata per le vie del paese. Altrettato è successo a Giampilieri. La gente spera, ma, mentre prega è seriamente scoraggiata, si sente abbandonata dalle istituzioni. Si sente abbandonata dalla politica ed in primis dal Premier Silvio Berlusconi che promise le le New Town come a L’Aquila e l’aiuto attraverso fondi della Comunità europea.
Rosa Pagliuca, moglie del mai ritrovato macellaio Santi Bellomo, ha scritto ha tutti, dal Presidente della Repubblica allo stesso Berlusconi al più piccolo dei burocrati. Risposte zero. dopo un anno, qualcuno ha deciso di demolire la casa dove insisteva la macelleria di suo marito, per la donna una ulteriore beffa: “hanno atteso tanto, avrebbero ormai potuto attendere un altro giorno, prima di cancellare l’ultimo ricordo di mio marito”.
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