Spettacolo e Cultura
Intervista a Carlo Barbera: “Le motivazioni che mi hanno fatto scegliere Shakespere”
Ormai in dirittura d’arrivo dello spettacolo “Amleto e i suoi spettri”, Carlo Barbera ci parla delle ragioni di questa scelta.
Come mai ha deciso di portare in scena Shakespeare?
Arriva il momento in cui qualcuno deve differenziarsi e fare delle cose totalmente diverse dagli altri. Noi abbiamo cominciato a porre un punto nel 2009 con “Così è, se vi pare”, che fu un allestimento completamente nuovo, adattato in dialetto siciliano. Poi c’è stato “Lo zio Leone” e poi “Tutta colpa d’un treno”, spettacoli di totale rottura col teatro che facevamo prima, ma soprattutto con ciò che si produce nella nostra zona.
Ma perchè proprio Shakespeare?
Ci sono dei motivi per rappresentare il più importante autore europeo di tutti i tempi? Niente, volevo confrontarmi con qualcosa di molto importante, che hanno messo in scena i più grandi attori e registi della storia. Del resto io non sono nuovo a certe operazioni, e se avessimo soldi e possibilità di circuitare gli spettacoli, ci sarebbe già pronta l’Opera da tre soldi di Brecht. Purtroppo manca la materia prima: l’argent.
Lei non crede che il rischio sia alto?
Il rischio è ciò che rende la vita interessante. Noi stiamo proponendo al pubblco il nostro prodotto, cui stanno lavorando 15 persone, dunque una compagnia ricca di gente, come avveniva un tempo. Nessuno guadagnerà soldi, stiamo facendo lo spettacolo per ripartire da un punto, con la convinzione che ciò ci darà modo di creare un substrato nuovo.
Non possiamo fare tutti le stesse cose.
Come mai non ha pensato di fare lei da regista?
Intanto avevo bisogno di un esperto shakespeariano, e Mario Pavone e Roberta Palermo lo sono, poi volevo essere diretto, dopo tanti anni che non mi confrontavo con un regista; l’ultima volta credo sia stato nel 2000, con Antonello Puglisi. Ciò che m’interessava, in questo caso, era di essere attore ed esprimermi come interprete; non volevo anche il peso di centomila cose.
Se dovesse vendere il suo prodotto, cosa direbbe?
Direi che le occasioni per vedere Shakespeare in provincia, interpretato da gente che lo fa solo per amore, non sono molte. Direi che La Bottega ha bisogno di essere sostenuta, non foss’altro per il coraggio che stiamo dimostrando. E come Sofia Loren col prosciutto, direi: “Accattativillo”.
Venite a teatro, perchè il teatro è vita.
Una sera, a cena con Mario Pavone, dopo il saggio del suo laboratorio teatrale, cui partecipavano Natalia, Melina ed Onofrio, io dissi: “Mario, prima di invecchiare, vorrei mettere in scena Amleto”. Mario sorrise e rispose: “Si può fare, per ora mangiamo la piadina e poi ne discutiamo”.
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