Il resto della Sicilia
FRANE. IDEA RICICLO VECCHI PNEUMATICI COME BARRIERE
Le posto una e-mail che mi è arrivata dall’inghilterra e tradotta da un caro amico, ho precedentemente letto degli articoli che precisano che il problema di fondo che abbiamo non è la mancanza di fondi ma la mancanza di progetti a soluzione definitiva del nostro grave problema relativo alle frane, quello che le invio è una cosa seria e garantita, il titolare di questa ditta Christopher Felton è inglese ed ha avuto un grave lutto in famiglia gli è morto un bambino di tumore a causa degli inceneritori, e dopo la morte del figlio si è impegnato in progetti di riciclo dei materiali, tra questi essendo progettista della Pirelli, e vedendo montagne di pneumatici ha avuto l’idea di riciclare gli stessi in maniera ecosostenibile e ha creato la Ark Flood Defence che produce ciò che serve a noi, spero vorrà sostenermi in questa battaglia che si prospetta piuttosto dura, perchè fare accettare ai nostri governanti qualcosa che sia ecosostenibile e che non sia cemento non sarà facile ma spero che vorrà aiutarmi…
con preghiera di pubblicare un servizio su questo argomento
– segue e-mail di spiegazione:
“Ciao Wilma di “BASTA FRANE E ALLUVIONI” ti riporto la traduzione della mail di Christopher Felton di Ark Flood Defence in relazione alle tue domande e perplessità : “La tua domanda sul fatto se strutture antifrane ed antiesondazione costruite con pneumatici usati possono reggere ad eventi più significativi di colate di fango e detriti è ovviamente molto corretta, le barriere di pneumatici sono state testate dal vivo e hanno dimostrato un ottimo assorbimento elastico di shock derivati dall’urto anche con ammassi rocciosi di dimensioni più grandi. Si possono costruire sia argini per evitare esondazioni di torrenti, sia allargare il letto di torrenti troppo stretti in cui l’acqua corre veloce e successivamente dotarli di argini, sia costruire delle barriere che evitino il crollo di detriti nei torrenti, se questa è la causa origine delle esondazioni. Generalmente le barricate di pneumatici arrivano ad altezze di 2 metri e 5 metri di larghezza, il basamento viene costruito in profondità nel suolo ed è in cemento, sul cemento vengono piantati pali in acciaio spessi su cui vengono inseriti i pneumatici. I pneumatici sono riempiti a loro volta di un mix di cemento e gomma di pneumatico triturata che conferisce meno rigidità allla struttura rispetto al cemento e resistenze più elevate. Il numero di pali, l’altezza delle barricate varia a seconda del tipo di intervento. Si possono creare barriere fino a 3-4 metri di altezza. Se c’è molto spazio si possono creare più barriere in serie in modo da frenare detriti e massi ” a scalini”. In casi di alta pericolosità e di grandi quantità di materiale franoso i tecnici della Tensar, la ditta che progetta con noi le costruzioni, possono aiutarci a rinforzare le barriere con un doppio strato di mattoni in materiali altamente resistenti. Per fissare tra di loro tutti i componenti della struttura usiamo collanti chimici molto resistenti che non inquinano il sottosuolo e una fitta rete di geogrid (una rete metallica in acciaio) viene collocata tra tutti gli strati di pneumatici in modo da distribuire uniformemente le sollecitazioni e tenere saldamente unita la struttura. PS : ti farò presto avere notizia della lettera che scriveremo alle vostre autorità, anche io lavoro e ho tanti impegni e ti prometto che faccio tutto nel più breve tempo possibile
Grazie ciao, fateci tutte le domande che volete un caro saluto Mario
RETTIFICA – ERRATA CORRIGE (31-03-2010):
“””ieri ho parlato un attimo con Chris, e ci siamo chiariti probabilmente tra me e lui non ci eravamo capiti bene parlandoci di fretta, la sua vera storia è che suo figlio era malato di cancro ed è guarito, mentre è suo suo padre che è morto di cancro…….pardon forse ti ho passato delle info sbagliate perchè io e Chris all’inizio ci siamo capiti male ma non c’è nessun problema
suo figlio ha fatto un sacco di chemio ma ora sta un pò meglio
anche se è provato…”””
pertanto ve lei vuole può per dovere di cronaca può rettificare l’articolo specificando che c’è stato un’equivoco nel tradurre l’e-mail ricevute, anche in segno della serietà di tutta la situazione, la rigrazio e mi scuso anche io, cordiali saluti WilmaIL MIO COMMENTO:
Molteplici sarebbero le soluzioni da poter mettere in atto al fine della prevenzione delle catastrofi in Sicilia. Su questo sito, saranno pubblicate le più interessanti. Nel contempo, ci faremo carico noi stessi di discuterne con tecnici di nostra conoscenza sulla loro validità e fattibilità. Certo non siamo dei politici… ma a quelli, mettere una pulce nell’orecchio sarà sempre meglio che lasciarli indisturbati nei loro palazzoni.
Giovanni BonarRIGO
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