Roccalumera, Spettacolo e Cultura
Roccalumera. Gherardo Colombo in Filanda. Dibattito su Legalità e Giustizia
Sala gremitissima. Numerosi gli ospiti. Presenti, autorità civili e militari e scolaresche del comprensorio.
Presente anche una delegazione della CRI di Roccalumera. L’ospite d’onore e l’ex magistrato il Giudice milanese che nel ’90 prese parte all’Operazione “Mani pulite”.
Prende la parola Natale Caminiti, il quale introduce i lavori parlando del’Associazione “Onofrio Zappalà”, nata per ricordare i cadiuti della strage di Bologna. Così ha anticipato che il tema sarebbe stato la “Cultura della Giustizia” e l’importanza delle Regole.
A segiure è l’intervento dell’avv. Gianni Miasi, che ha subito ricordato che il giorno prima a Furci si era festeggiata la “giornata della legalità” insieme ai ragazzi delle scuole. Parliamo del rispetto delle Regole ha aggiunto Miasi, che sono il caposaldo fondamentale per migliorare la società.
La nostra regola di amministratori di Roccalumera, in questi anni è stata che “il metro misura cento centimetri” per tutti. A conclusione del suo intervento ha poi aggiunto: Tutti insieme, potremo creare una Sicilia migliore.
E viene il turno della Prof. Rosetta Nicita (Assessore alla Cultura), che non ha perso un attimo per ringraziare il dott. Gherardo Colombo per averci onorati con la sua presenza. Poi ha ricordato i giudici Falcone e Borsellino per il loro esempio di uomini di Giustizia. Colombo – ha proseguito la Nicita – insegna la Cultura della Legalità nelle scuole, poichè i giovani pensano che tutto sia concesso, che loro hanno soprattutto diritti e non doveri. A questi giovani, secondo la professoressa, basta un alito di vento perchè vacillino subito. Poi a concluso dicendo: mi auguro che questo nostro paese, abbia molte altre figure come il Prof. Colombo.
La parola passa ad Antonello D’Arrigo, il quale ricorda la precedente serata in filanda (svoltasi qualche mese fa), in onore del Giudice Ambrosoli. Ed a concluso con: “Mi auguro che questa platea assieme a molte altre, sia insieme a noi il prossimo due Agosto, giornata in cui ricorderemo ancora la strage di Bologna”.
Finalmente è il turno dell’ex Giudice Gherardo Colombo, che a differenza degli altri che avevano parlato dal tavolo, scende fra il pubblico in sala. Attacca: Sovo stato magistrato per trentatrè anni, e cioè fin dal 1974. Mi sono occupato di “Tangentopoli”, dei “Fondi neri dell’IRI”… e ne snocciola via via molti altri. Ho fatto il Pubblico Ministero, sono stato Giudice e, la costante è stata il cattivo funzionamento della Giustizia. Comè – ha prosegiuto Colombo – che qualsiasi cosa si faccia, non si riesce (la giustizia) a farla funzionare al meglio? Quì, fa un esempio pratico tirando in ballo (per farsi capire da tutti) del’idraulico che deve cercare il guasto alla fonte e non sul rubinetto finale.
Distingue fra “violazione” e “reato”, e fra coloro che prendono la parola trova me, che in una prima occasione, per rispondere ad una sua domanda (se le regole portino felicità o meno) rispondo che: la portano solo qualora esse vengano rispettate da tutti.
Ma è il mio ultimo intervento che forse non è del tutto gradito all’ex Giudice, e cioè: Se l’imperativo è preservare la nostra Costituzione italiana (di cui discute a lungo), perchè in questi ultimi tempi si prospetta una importante “riforma della Costituzione” tanto che in diverse città d’Italia numerosi gruppi di studenti stanno protestando pubblicamente in cortei? Ma Colombo preferisce glissare e proseguire un suo discorso (condivisibilissimo) ma del tutto ideologico ed in parte astratto. Non mi darà più la parola. Comunque, il suo libro che avevo comprato arrivando in sala, lo leggerò attentamente.
29 Aprile 2010
Giovanni BonarRIGO
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