Spettacolo e Cultura
CARLO BARBERA RIFLETTE: “SONO IO NEMO PROFETA IN PATRIA?”
Ci sono voluti cinque anni prima che Carlo Barbera si decidesse a portare in scena “Lo zio Leone”, spettacolo nato per partecipare al premio Teatro e Shoà, bandito nel 2005 dall’Università di Tor Vergata. All’epoca Barbera mandò, così per gioco, il monologo, ma non ebbe grandi risultati. Così decise di farne uno spettacolo articolato con quattro personaggi. Finalmente alla fine di gennaio 2010 va in scena con il lavoro completo, ma non si può dire che le platee traboccassero di spettatori. Un pubblico abbastanza contenuto, di appassionati, ha assistito alle due recite, però abbiamo registrato la presenza di 270 studenti del liceo Ginnasio E.trimarchi, che ci hanno veramente gratificato. Il pubblico delle due serate è rimasto entusiasta, proprio perchè si trattava di un testo diverso, in cui il teatro di narrazione e quello d’azione s’incontravano.
Così Carlo Barbera decide di partecipare col monologo finale, quello che ha strappato tante lacrime al pubblico, al premio Martucci, a Bari, che già l’anno passato lo ha gratificato con un secondo posto. Anche quest’anno l’attore nizzardo è in finale e va a concorrere per cercare di portare a casa un posto dignitoso, ma già è una grande soddisfazione aver superato le fasi eliminatorie, considerando che Carlo è l’unico siciliano tra i cinque che si disputeranno la fase finale. A questo punto ci viene da pensare che forse il proverbio “nemo profeta in patria” abbia qualcosa di vero. Non che Carlo Barbera non abbia trovato gratificazioni nella sua terra, ma è anche vero che spesso dobbiamo lottare per tenere ferme posizioni, che credevamo ormai consolidate, così ci si trova ad essere super apprezzati fuori casa e molto meno in casa. Ma questa è una virtù tutta sicilia
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