Furci Siculo
“A festa ‘da Matri Razzia”: un pensiero nel ricordo di un amico
Ogni anno, giunge puntuale il giorno della festa della Madonna delle Grazie! Ovvio? Evento scontato? Per nulla! Anche una piccola festa religiosa come questa, nasce da un impegno di uomini e donne. Costanti, puntuali… fedeli. Quella minuscola Chiesetta, che quasi intravvedo affacciandomi dal balcone della mia abitazione di Roccalumera, è nata per volontà ed impegno di questi uomini. Non so chi in particolare. E’ nata dall’impegno di uno o più Sacerdoti, sicuramente anche dal suo, Padre Salvatore, e dal lavoro di muratori, carpentieri, fabbri, gente comune. Dicevo, giunge ogni anno il giorno della piccola Festa dalla grande processione. Come sempre, arrivo a visitare la chiesa… quando la processione è già partita da un pezzo, e manca un bel po’ affinchè ritorni trionfante al suono della Banda musicale.
Ma ricordando ieri, sul suo piccolo piazzale… per anni ho incontrato una figura amica particolare, un anziano seduto al tavolino della raccolta delle offerte. Ogni anno con la stessa serenità, con la stessa costanza. Mi sedevo accanto a lui, e mi parlava, nostalgico, della campagna ormai abbandonata. Come tanti anziani… amava le tradizioni e la terra. Quest’anno non c’era… i suoi giorni non hanno raggiunto l’ennesima “Festa ‘da Matri Ràzzia”. Mi è dispiaciuto, come mi ha dato tristezza, non poter più incontrare Catìnu. Un amico, che nelle sue pene, mostrava la sua gentilezza offrendoti dal suo “saccuddu”… “du coccia i cìciri e nucìdda miricana”. Ho ricordato Pippu u rossu, con la sua scansonatezza e la sua simpatia innata.
Eppure, alle ventidue circa, il quartiere intero è esploso di gente, di popolo in trionfo al seguito del simulacro della Madonna. C’era anche Lei, Padre Salvatore, che subito mi ha riconosciuto, mi ha salutato. C’era anche un ragazzo che non conosco, che ha cantato da tenore alla Madonna. C’era l’amico Bonvegna, che mi ha incontrato e che ho salutato con piacere. C’erano amici, parenti. Bei lunghissimi momenti. Ma loro, quegli amici… non c’erano più, se non nei miei ricordi.
Prima di tornare a casa, mi sono detto: Andiamo avanti, un’altra “Matri Ràzzia” è trascorsa. Si è conclusa “chi bummi”, ma non si è conclusa di certo nei nostri cuori… la festa della gente normale!
Articolo già pubblicato su Furcisiculo.net il 18 agosto 2008
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