Politica
Lettera aperta dell’Arch. Giuseppe Aveni: “DOPO IL DISASTRO DEL 1 OTTOBRE, RASSEGNAZIONE o REAGIAMO?
Cari Amici e Colleghi,
Quanto sta accadendo e cambiando intorno a noi nel sistema di vita locale ci deve fare riflettere profondamente, No, non sono diventato pazzo! bensì più riflessivo rispetto a quanto ho avuto modo di esaminare ed analizzare nel dettaglio da quasi un anno a questa parte riguardante gli eventi calamitosi disastrosi e il lavoro svolto insieme a Voi per dare un contributo onesto e disinteressato alla collettività della Provincia di Messina.
Mi riferisco, giusto per entrare nel vivo delle cose, a quello che è stato in nostro lavoro sui fenomeni atmosferici estremi che hanno colpito la Provincia di Messina e le cause dei disastri “annunciati”. Oggi rivisitando le nostre proposte e studi e rieleggendo le nostre relazioni mi rendo conto che bisogna dare un taglio diverso a quanto si deve proporre per il futuro. Infatti fatti e storie già scritte pubblicate non sono adeguati a quanto bisognerebbe fare per la rinascita civile e sociale della collettività di quei posti.
Tutto nasce da alcune interviste personali con persone dei luoghi (..mi riferisco a Scaletta, itala, Giampilieri, S. Fratello, Caronia, Castell’ Umberto…) i quali non credono più a nulla e la dimostrazione di quello che dico nasce dalla loro consapevole serenità nel dire che oramai quei luoghi sono soltanto memoria di un passato personale e non possono diventare storia futura ne per loro ne per i loro figli.
A questo punto non credo che ci voglia un sociologo per capire cosa sta succedendo nella loro mente! Perché questi signori si sono resi conto che qualsiasi iniziativa che è stata fatta, si farà, si realizzerà è del tutto priva di credibilità per il vivere sereni nei posti, perché dettata da soggetti esterni al sistema locale e soprattutto non è e non sarà mai condivisa da loro perché non la sentono propria e pertanto in grado di restituire la serenità di vita a loro tutti.
Questa rassegnazione locale sta portando a far sì che le abitazione dei luoghi martoriati diventino una secondo casa che avrà il compito della memoria ma non può essere realtà per il vivere quotidiano.
Cosa bisogna fare? Analizziamo le cose che abbiamo fatto dal nostro punto di vista e vediamo dove dobbiamo intervenire per essere credibili nei confronti di loro, cittadini delusi del sistema politico, tanto noi non siamo politici lo possiamo fare e credo che possiamo permettercelo!
ANALIZZIAMO I FATTI E RISOLVIAMO IN PARTE IL PROBLEMA!
1) Consideriamo quello che noi abbiamo fatto ancora a caldo del disastro di Giampilieri e seguenti; i canali di gronda a monte dell’abitato di Giampilieri e dei villaggi della zona Sud, soluzione giusta? Soluzione idonea? Soluzione discutibile e modificabile per migliorarLa? Non idonea per la zona? Troppo azzardata?
2) Convegni ed incontri con la popolazione del posto ancora sotto effetto della calamità, quale risultato e quale suggerimento ci ha dato?
3) Lettura degli interventi effettuati ed in progetto, siamo d’accordo c’è una condivisione? Ci sono dubbi? Notiamo che qualcosa non va?
4) C’è qualcuno disposto a fare dei passi in avanti azzardando altre proposte alla luce di quanto successo e su quanto quotidianamente abbiamo esaminato ed appreso dai media?
Da quanto sopra io non riesco a trovare risposte concrete e dare suggerimenti costruttivi all’intervistato che convinto di quanto accaduto e vissuto a tutt’oggi l’unica cosa certa che è riuscito a dire nell’intervista è stato…. TANTO….ORMAI……………! Rassegnazione? Sconforto nelle Istituzioni e nei suoi governanti? Oppure altro?
Datemi il Vostro contributo e ditemi cosa ne pensate, certamente dal vostro contributo potrà venir fuori un programma condiviso di interventi per il futuro e comunque programmatorio per le determinazioni per la ricorrenza del 1 ottobre 2010.
Grazie aspetto le vostre idee e proposte sul da farsi.
G. Aveni
P.S. La redazione di Fogliodisicilia (qualora lo vogliate), è disponibile a pubblicare le proposte o le rimostranze che dovessero pervenirle sul tema alluvione del 1 ottobre. L’indirizzo E-Mail è: info@fogliodisicilia.it o info@giovannibonarrigo.it
COMMENTI :
“Adduso”
da un lato la (nascosta) crisi economica nazionale a fronte della quale, per salvaguardare gli emolumenti ed i privilegi dei politici, istituzionali, burocrati, ecc, insomma dei succhia-risorse dello Stato, Regioni, Province, Enti e Società vari, ecc. si è tagliato i finanziamenti persino nei casi di calamità;
dall’altro la cultura della sottomissione politico-istituzionale che ci pascola da generazioni a fronte della quale non siamo più capaci di reagire, quasi fosse normale essere dei sudditi se non addirittura degli schiavi, tanto che persino le nuove generazioni continuano visibilmente a perpetuare la medesima cultura del passato, come fanno palesemente molti giovani politicanti delle nostre zone, che sembrano più vecchi dei loro matusalemme padrini o padroni a seconda della collocazione.
Qui non è questione di essere solo rassegnati, qui è l’inizio della presa di coscienza che siamo tanto impotenti quanto abbandonati, perché sappiamo tutti bene che si sta ancora andando avanti per forza d’inerzia, anche se cominciamo anche a capire (si spera) che non appena finiranno queste quattro pensioni , perché anche i pensionati muoiono, e termineranno le sovvenzioni che ancora arrivano, a quel punto, LA TERRA BRUCIATA, che da meri selvaggi abbiamo fatto in questi anni, distruggendo ed ostacolando ogni locale attività produttiva privata, sarà la nostra ecatombe, salvo che miracolosamente il nostro cervello non cominci finalmente ad evolversi e, ad esempio, cominciando a non farci più votare nessuno di quelli di prima, di alcuna fazione, clan o area. Tanto peggio di così. Chiediamo solo ed unicamente volti nuovi. Ma soprattutto, non votiamo più ”delfini di squali”.
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