SCIGLIO (ROCCALUMERA): IL BORGO E LA CHIESA DI SAN VITO

A monte dell’abitato della frazione Roccalumerese di Sciglio si trovano i ruderi di un borgo rurale denominato San Vito, il toponimo del villaggio è sicuramente dovuto al culto del Santo che si venerava nella piccola Chiesetta, di cui oggi rimangono solo le mura perimetrali, i resti dell’abside, e la base di un ormai diruto campanile, si può ancora constatare che il portale d’ingresso era costruito in pietra con arco a tutto sesto, non è possibile accedere all’interno data la presenza di fitti roveti.

Storicamente la Chiesa dovrebbe risalire ai primi del ‘600 dato che il Seminara cita un contratto di censo rogato dal notaio Miceli Mamuni del 1623 secondo il quale Giovanni Spadaro pagava due onze annuali alla Ecclesia di santo Vito della terra della Lumera, essa si trovava sotto la spirituale giurisdizione dell’Arcipretura del Santissimo Rosario di Allume dai cui registri apprendiamo che la prima citazione della Ecclesia Sancti Viti si trova in un atto di sepoltura di un tale Pietro Spadaro risalente all’anno 1683, mentre le ultime notizie risalgono al 1869 secondo l’atto di battesimo di Concetta Cacciola, dopo il quale sulla piccola Chiesetta Rurale cala l’assenza di documentazione;

In due verbali di consegna delle temporalità dell’Arcipretura Roccalumerese del Luglio del 1902 figurano nella Chiesa Madre del Rosario una Vetrina con piedistallo di San Vito… un busso di corno con la piangia d’argento rappresentante San Vito… Un braccio di legno addorato e reliquia dentro del Santo Martire Vito, dunque la presenza della statua e delle suppellettili ad Allume, dove tutt’ora vengono custodite, ci fa supporre che la chiesetta rurale sia stata dismessa al culto tra il 1869 e il 1902.

Un appello dunque alle istituzioni per una maggiore attenzione verso questo antico borgo che meriterebbe una vasta opera di recupero per essere messo a disposizione della popolazione roccalumerese e dell’intero comprensorio jonico.

Giuseppe Campagna