Politica
FIUMEDINISI. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PUGLISI, RISPONDE ALLA MINORANZA CONSILIARE
COMUNE DI FIUMEDINISI (Messina) – PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE In merito alle dichiarazioni rilasciate da alcuni consiglieri di minoranza di Fiumedinisi si precisa quanto segue. In premessa è opportuno ricordare ai consiglieri di minoranza che gli enti locali, ai sensi dell’art. 117 della nostra Costituzione, nei limiti di legge, hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.
Esiste poi un ulteriore principio basilare, che forse a loro sfugge, in base al quale una norma di rango inferiore (quale un regolamento del Consiglio comunale) deve comunque soccombere in caso di contrasto con norme di legge rango superiore, esistendo a tale scopo nel nostro ordinamento specifici rimedi di natura amministrativa e giurisdizionale. Con specifico riferimento a quanto contestato, occorre preliminarmente evidenziare come la proposta di modifica del regolamento del Consiglio comunale, approvata nella seduta del 21 gennaio u.s., riguarda una complessiva riorganizzazione delle disposizioni in esso contenute al fine di aggiornarle alle intervenute modifiche legislative e adattarle a nuove esigenze operative quali le modalità di convocazione per via telematica e le riprese audiovisive, non disciplinate nel previgente regolamento.
Gli articoli del regolamento citati dai consiglieri di minoranza non sono stati interessati da alcuna modifica. Basta confrontare il vecchio regolamento con quello appena approvato. Probabilmente i consiglieri comunali non si sono accorti che queste disposizioni , ora contestate, sono in vigore da oltre 2 anni ,in quanto già deliberate nella seduta del 23 luglio 2010 (il cui verbale si allega per conoscenza). Tra l’altro, le dichiarazioni rilasciate, oltre ad essere intempestive, risultano comicamente poco originali in quanto frutto di un plateale copia-incolla di una precedente dichiarazione di voto a firma dei consiglieri Repici, De Francesco, Maisano e Ricca (allegata allo stesso verbale di cui sopra). A tal proposito è curioso notare come quella dichiarazione di voto non fu firmata dal consigliere Caminiti, attuale capogruppo di minoranza, ma al tempo dissociatosi dal gruppo di minoranza di cui invece era capogruppo Repici (scherzi del destino).
Entrando nel merito delle eccezioni sollevate ritengo doveroso fare alcune puntualizzazioni:
1) gli artt. 27, 28 e 29 del nuovo regolamento, che si ribadisce sono identici a quelli attualmente in vigore da ben 2 anni, non sono altro che normalissime disposizioni presenti in tutti i regolamenti di funzionamento dei consigli comunali, finalizzate a garantire un regolare svolgimento dei lavori. Non è quindi ben chiaro quali siano nel dettaglio i motivi di paventata illegittimità. Probabilmente si contesta la previsione relativa alla durata massima degli interventi dei consiglieri. A sostegno di questa tesi, la minoranza cita il TAR Lombardia, Brescia Sez. II, sentenza del 30 aprile 2010 n.1662 (tra l’altro già citata nella dichiarazione di voto del 2010!). Purtroppo i consiglieri, ora come allora, hanno preso un abbaglio o hanno fatto male i calcoli matematici. Un’attenta lettura del dispositivo della sentenza avrebbe infatti permesso loro di verificare che, in quel caso i giudici censurarono un limite onnicomprensivo (frazionabile in 2 interventi) di 5 minuti. Il nostro regolamento invece prevede 5 minuti per il primo intervento più ulteriori 5 minuti per la controreplica, per un totale di 10 minuti. Tali limiti vengono inoltre raddoppiati nel caso di discussioni relative al bilancio preventivo, al conto consuntivo, ai regolamenti ed ai piani regolatori e loro varianti generali. A ciò si aggiunga che su uno stesso punto ciascun consigliere prima della votazione può rilasciare una personale dichiarazione di voto (ulteriori 5 minuti), più eventuali interventi per richiami al regolamento o per fatto personale. Di norma quindi ciascun consigliere potrebbe intervenire per 15 minuti su ciascun argomento, che, moltiplicato per il numero dei consiglieri di minoranza (4), determina uno spazio complessivo di intervento, riservato alla minoranza consiliare, di ben 1 ora per ciascun punto. Al di là dei limiti massimi (per la cronaca per i parlamentari europei sono previsti limiti addirittura nell’ordine di 2-3 minuti) ciò che conta dovrebbe essere la qualità degli interventi, ma su questo è meglio stendere un velo pietoso;
2) il mancato inserimento della conferenza dei capigruppo, che è un organo non previsto obbligatoriamente dalla legge, è dettato esclusivamente da motivazioni di opportunità a garanzia di maggiore celerità e snellimento delle procedure. Difatti la conferenza dei capigruppo, a cui sarebbe chiamato a partecipare anche il segretario comunale, ha semplicemente il compito di fissare il calendario dei lavori e gli ordini del giorno. Ritengo che, in un Consiglio di modeste dimensioni quali il nostro, sia un passaggio superfluo in quanto ho già dato la mia disponibilità a concordare con i capigruppo, a margine di ogni prossima seduta di consiglio, un calendario per le sedute successive senza bisogno di istituire un apposito organo. Non bisogna poi dimenticare che ciascun consigliere può in qualsiasi momento depositare in maniera illimitata tutte le proposte di deliberazione che ritiene opportune, così come un quinto dei consiglieri in carica può richiedere appositamente la convocazione del Consiglio. In tal caso il Presidente del Consiglio è obbligato a convocarlo entro 20 giorni. Mi risulta che il sottoscritto abbia sempre rispettato le disposizioni di legge sia in merito alle proposte di deliberazione sia con riferimento alle richieste di convocazione ricevute dalla minoranza. Sarei ad esempio onorato di ricevere dalla minoranza una proposta di deliberazione per la rinuncia al compenso di 20 euro a seduta da loro incassato e a cui invece tutta la maggioranza consiliare, sindaco e giunta hanno già generosamente rinunciato. Convocherei senza indugio il Consiglio comunale!
3) riguardo la presunta mancata garanzia delle minoranze, anche in questo caso invito i consiglieri ad una più attenta lettura del regolamento. Specifici riferimenti alla tutela delle minoranze sono contenute agli art. 8 comma 5, art. 34 comma 4 lett. d) e art. 17 comma 3, oltre al fatto che restano impregiudicati tutti i diritti e prerogative riconosciute dalle legge a tutti i consiglieri comunali. L’istituzione di una Commissione di garanzia e controllo non è inoltre prevista obbligatoriamente dalla legge. Difatti esiste già una figura autorevole, ossia il segretario comunale, che, tra i vari compiti assegnatigli dalla legge, è chiamato a verificare il rispetto della normativa vigente durante i lavori consiliari;
4) risulta poi incomprensibile il rilievo sollevato in merito alle riprese audiovisive. Nell’ottica di una maggiore trasparenza e pubblicità dei lavori, con le modifiche apportare al regolamento, si è deciso infatti di introdurre una disciplina dettagliata (art. 5, commi da 3 a 9), in linea con la normativa applicabile in materia. In tal modo l’Amministrazione potrà dotarsi di un proprio sistema di riprese pubblicando il video sul proprio sito istituzionale (con un notevole risparmio in termini di costo) così come potrà decidere di affidare il servizio a terzi. E’ stato anche previsto che le riprese possano comunque essere effettuate da qualsiasi giornalista o fotoreporter iscritti ai rispettivi albi professionali. La proposta della minoranza è già quindi sufficientemente disciplinata dal nuovo regolamento. Un’ultima riflessione merita poi la minacciata richiesta di scioglimento del Consiglio comunale. Mi permetto di far notare come, tale presunta richiesta, costituisca argomento ormai frequente della minoranza consiliare di Fiumedinisi, sin dalla campagna elettorale del 2008. Non è ben chiaro se le più volte annunciate richieste di scioglimento siano state effettivamente depositate e quali siano state le eventuali risultanze delle istituzioni interpellate.
Detto questo, ben consapevoli di operare nel pieno rispetto della legge, accogliamo con favore l’invio degli atti agli organi competenti che sapranno sicuramente valutare se il Consiglio di Fiumedinisi è realmente “fuorilegge” in quanto vi sono state gravi e persistenti violazioni di legge o se piuttosto il Consiglio di Fiumedinisi è ostaggio della malafede e miopia politica di certi consiglieri. Sarebbe però logico che la richiesta di scioglimento del Consiglio comunale venisse formulata dai consiglieri di minoranza in maniera corretta. Infatti, coerentemente con quanto affermato dal Consigliere Repici nel verbale n. 32/2012, lo scioglimento andrebbe richiesto per presunte infiltrazioni mafiosi. Repici infatti con riferimento al piano triennale delle opere pubbliche ha rilasciato a verbale la seguente dichiarazione: “visto tutto questo cemento in rapporto al numero di abitanti e i numerosi debiti che sono stati lasciati da tali opere, riteniamo buona parte inutili e logicamente irrealizzabili, sembra di stare nella città con il più alto tasso di densità mafiosa”.
A questo punto, insieme alla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale, il consigliere Repici dovrebbe chiarire al Prefetto e a tutti i cittadini il significato da attribuire a queste sue squallide insinuazioni. Non mi è ben chiaro quale sia il nesso espresso dal Consigliere tra le opere pubbliche cementizie (in rapporto al numero di abitanti e all’indebitamento dell’Ente) e i tassi di densità mafiosa. Tale termine evoca condotte criminali gravissime e sanguinose, purtroppo ben note alla terra di Sicilia ma per fortuna lontane anni luce dal contesto di Fiumedinisi. Con tale dichiarazione il Consigliere Repici dimostra di non aver rispetto, non solo della propria Comunità, ma anche dei soggetti che sono stati vittime di mafia, quella vera, e delle istituzioni che quotidianamente la combattono.
Considerato che al sottoscritto, e credo a tutti i cittadini di Fiumedinisi, non sembra affatto di vivere in una città con il più alto tasso di densità mafiosa e che si ritiene politicamente inaccettabile che in un atto pubblico, quale un verbale di Consiglio comunale, vengano proferite simili, assurde dichiarazioni, mi riservo di agire presso le sedi opportune per tutelare la dignità e l’immagine della nostra Comunità e di tutti i cittadini che vi abitano. Nessuno può permettersi di accostare al Comune di Fiumedinisi la parola mafia… neppure un simpatico consigliere!
Roma, 25/01/2013
Il Presidente del Consiglio
Dott. Mario Puglisi
L’ARTICOLO DELLA MINORANZA CONSILIARE DI FIUMEDINISI:
FIUMEDINISI, NUOVO REGOLAMENTO COMUNALE. REPICI: INVIEREMO GLI ATTI AL PREFETTO
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