Spettacolo e Cultura
ROCCALUMERA. VENERDI’ 3 MAGGIO: INCONTRO CON AGNESE MORO IN FILANDA
ROCCALUMERA (Messina) – Diritto e Legalità, Aldo Moro Ricordo e Memoria. Presso il salone dell’antica filanda, alle ore 18,00 grazie all’Associazione “Amici di Onofrio Zappalà” (per non dimenticare), incontro con Agnese Moro, figlia del Grande statista, Assassinato dalla brigate rosse. AGNESE MORO: una grande sensibilità al servizio di chi vuol fare memoria di una pagina tragica di storia contemporanea. Le ansie, le paure, le angosce ed il dolore di una protagonista di primissimo piano che si è vista costretta a vivere una immane tragedia familiare.
ALDO MORO, (Maglie, Lecce 1916 – Roma 1978), uomo politico italiano, fu Presidente del Consiglio fra il 1963-1968 e fra il 1974-1976. Fu deputato della Democrazia Cristiana, ininterrottamente dal 1948. Professore di diritto all’Università di Bari, dopo la seconda guerra mondiale cominciò la carriera politica come membro del partito della Democrazia Cristiana. Prestò servizio in qualità di ministro della Giustizia negli anni 1955-1957, ministro della Pubblica Istruzione dal 1957 al 1959 e ministro degli Esteri negli anni 1970-1972; dal 1959 al 1963 fu segretario della Democrazia Cristiana, di cui divenne presidente nel 1976. Nel 1963 rivoluzionò la scena politica italiana, formando una coalizione di governo che includeva il Partito socialista. Leader della corrente di sinistra della DC, Moro iniziò una politica di apertura verso il Partito comunista, che portò alla formazione di due governi di “solidarietà nazionale”, sorti allo scopo di fronteggiare l’emergenza del terrorismo e la crisi economica. Il 16 marzo del 1978 fu rapito e poi assassinato (9 maggio) dalle Brigate Rosse.
BRIGATE ROSSE – Organizzazione terroristica clandestina di estrema sinistra, attiva in Italia negli anni Settanta e Ottanta, i cui membri si proponevano, tra l’altro, di inasprire le lotte sociali contro il sistema capitalistico, separare il Partito comunista, giudicato imborghesito, dalla sua base e ostacolare la politica di alleanza tra PCI e DC (il “compromesso storico”). Le Brigate esordirono con una serie di spettacolari sequestri ai danni di magistrati e personalità del mondo imprenditoriale e sindacale, per poi passare a ferimenti “dimostrativi” e infine a una lunga catena di omicidi di giudici, politici, giornalisti, industriali ed esponenti delle forze dell’ordine. Il fondatore, Renato Curcio, venne arrestato nel settembre del 1974. Evaso l’anno seguente grazie a un raid compiuto dai suoi compagni nella prigione in cui era detenuto, fu nuovamente catturato dopo pochi mesi. Molte furono le vittime degli attentati delle Brigate Rosse: oltre ai numerosissimi morti tra le forze dell’ordine, che danno significativamente le dimensioni della portata quasi militare della lotta terroristica, l’organizzazione colpì semplici operai, come il genovese Guido Rossa colpevole di aver denunciato alla polizia un compagno di fabbrica sospettato di attività terroristica; giornalisti, come Carlo Casalegno, vicedirettore della “Stampa”, e Walter Tobagi, del “Corriere della Sera”; professori universitari, come Vittorio Bachelet.
Ma l’azione terroristica più importante e clamorosa fu il sequestro di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, che si aprì con la strage della scorta in via Fani, a Roma, il 16 marzo 1978, e si chiuse, quasi due mesi dopo, il 9 maggio, con l’uccisione dello statista. L’omicidio Moro segnò il punto culminante del fenomeno del terrorismo. Negli anni seguenti, nonostante venissero messe a segno ancora azioni terroristiche ai danni di importanti obiettivi – come il rapimento nel 1981 del generale statunitense James Lee Dozier, di stanza alla base NATO di Verona, liberato alcune settimane dopo dalle forze dell’ordine – iniziò il declino delle Brigate Rosse, di lì a poco falcidiate (1979-1981) da una sequela di arresti, favoriti dalle rivelazioni dei “pentiti”, imputati spinti a collaborare con la giustizia in cambio di forti riduzioni di pena.
01 Maggio 2013 – Redazione.
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