Santa Teresa di Riva, Spettacolo e Cultura, Territorio
Caffè d’Arte. Così è stata celebrata la “Giornata della Memoria”
SANTA TERESA DI RIVA (Messina) – Una serata coinvolgente ancor più che in altre occasioni quella di ieri, nonché totalmente dedicata alla “Giornata della Memoria”.
Prima di addentrarmi nel racconto, vorrei però fare un richiamo a qualcosa di inerente ma esperienza personale: nelle ultime frasi del film Schindler’s List, il protagonista apprestandosi a salutare commosso gli oltre 1100 ebrei strappati a morte certa grazie alla sua sua fabbrica-rifugio, si rammarica di non aver fatto di più: “perché non ho venduto la macchina” dice, “avrei potuto vendere la spilla che ho appesa alla giacca”, è d’oro, mi avrebbero dato due persone, almeno una”.
Si, aggiunge questo scrivente, una persona in cambio di una spilla, tanto e forse meno, valeva la vita di un ebreo (ma anche di un testimone di Geova, rom, malato di mente, omosessuale, ecc. ecc.), ai tempi del genocidio nazista. Della “Shoah”. Ma, partendo da una frase di Anna Frank “Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che ancora rimane”, riviviamo alla serata di ieri.
Palazzo della Cultura, Villa Ragno. Recitando Primo Levi, la presidente già instaura nel pubblico accomodato in sala un’atmosfera che nei minuti successivi avrà toni ancora più intensi e nel contempo degni di profonda riflessione e coinvolgimento umano. Tutti fragorosamente applauditi.
Se a raccontarne la storia è poi il Prof. Gabriele Camelia, molto più di quanto riesce a comunicare, – nel tempo concessogli dalla scaletta -, sarebbe capace di esprimere. E certo non sarebbe intrattenimento quello che saprebbe offrire, ma profonda Cultura storica.
Un brano tratto dalla sua stessa opera teatrale “Lo zio Leone”, vede Carlo Barbera raccontare nell’indignazione generale, uno degli innumerevoli episodi di arbitraria efferatezza nazista: una bambina che voleva solo rubare delle bucce di patata per farne cibo, viene uccisa a bruciapelo. Pronta la reazione della madre, la quale stacca con un morso la carotide del soldato essesse. Verrà immediatamente crivellata di colpi di mitraglia.
E’ il turno di una poeta, il quale ritrae con le parole ancora una bambina, ma questa volta si tratta di una bimba dai piedi neri (necrotizzati dal gelo). Quì, l’autore, facendosi numerose domande si chiede: “dove sei oh Padre mentre accade tutto questo?”.
La scultura esposta per l’occasione da Ivan Spanò, “la bambina abusata”, e il dipinto di Carmelo Spinella, ritraggono da angolature differenti la stessa immane tragedia, che falciò sei milioni di ebrei, ma in totale in pochi anni, provocò 15 milioni di morti di entrambe i sessi e di tutte le età.
Nel suo consueto mini concerto il Maestro chitarrista Agatino Scuderi, si vede affiancato dal giovane e talentuoso violinista Giovanni Scuderi, nonchè dalla splendida voce della giovane soprano Ludovica Bruno.
Per la prima manche del “Boccavento”, per la pittura e scultura, hanno partecipato il medico milazzese Giovanni Pione, l’artista messinese Fiorangelo Prestipino e la furcese Danila Linguanti. La giuria, è composta da: Carmelo Spinella, Ivan Spanò e alternativamente dagli stessi Antonello Bruno e Melina Patanè. Da sottolineare che per la finale, ci sarà un accademico di livello.
27 Gennaio 2017
Giovanni Bonarrigo
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