Spettacolo e Cultura
LA PREDATRICE DELLA MENTE MASCHILE (a cura di Adduso)
Questo post nasce dopo aver seguito su youtube l’intervista fatta ad una nota criminologa che ha parlato del suo libro ‘’I serial killer dell’anima’’ che, com’è stato definito in altro sito, è ‘’un manuale di sopravvivenza per donne vittime di abusi psicologici che spesso fanno finta di non vedere, per paura di restare sole o di non essere amate’’.
Tuttavia, per mia modesta visione, ritengo che come ci sono i ‘’killer dell’anima delle donne’’, esistono anche le ‘’predatrici della mente maschile’’.
Non si tratta di donne che cercano sesso, anzi quest’ultimo è quasi relativamente marginale. O quanto meno non lo cercano solitamente nelle loro prede. Da queste vogliono solo il loro assoggettamento. Ciò in quanto si tratta di un tipo di donna che ha, direi spesso in modo connaturato, la capacità di rappresentare per un verso l’immaginario stereotipato – o istintivo – che desidera il maschio, quindi la dolcezza, la disponibilità, una certa movenza, ammiccamenti che danno al maschio ‘’scimmione alfa’’ la sensazione di padroneggiare la femmina.
Gli fa pertanto anche credere, e senza necessariamente usare grandi parole, che prova sensazioni e sentimenti anche spirituali o analoghi, ma di cui invece non ha alcuna reale emozione come qualsiasi predatore in caccia. Quindi ha addirittura per natura gli occhi lucidi e uno sguardo fisso come fosse eccitata dall’uomo che di contro non capisce di essere stato catturato nell’anima. Infatti, c’è in questo genere di donna come un’altra personalità nascosta, oscura, atavica, che celandosi dietro un sorriso, un bacio, una carezza, delle soavi parole, getta come una rete nella quale cerca di prendere più pesci maschi possibili, scartando quasi con cinismo predatorio quelli che non fanno al suo caso. Oppure semplicemente tenendo qualcuno di questi ultimi per il sesso, se piacciono, mentre gli altri, quelli che le occorrono per spolparli cerebralmente (e non solo), li tiene come in uno stato di allucinazione, di limbo, dando loro quel tanto che basta per usarli per farsi mantenere, avere dei favori e ritorni, specialmente materiali.
La sua forza inibitrice congenita è tale che non lascia mai le sue vittime e neanche i suoi amanti. Riesce invece a tenere con tutti un cordone ombelicale psichico, così tirandolo quando le serve qualcosa. E non è detto neppure che ci sia una strategia razionale dietro tutto questo. Se dovessi pensare a qualcosa in Natura mi viene in mente l’orca che stacca le pinne alle sue prede affinchè rimangano vive e quindi sempre disponibili nella sua dispensa sottomarina e senza più potersi liberare.
E la reazione, direi isterica, di molti uomini che si trovano ad essere così soggiogati mentalmente, è quella pure di porsi in silente competizione l’uno con l’altro, o a volte persino a sopportarsi reciprocamente in modo civile per cercare d’ingraziarsi la predatrice che ai loro occhi appare invece come un creatura celeste. Ma un altro sintomo, peggiore, e direi pure in qualche modo degno di disprezzo, è la nevrosi spesso scaricata sulla moglie o compagna oppure fidanzata, o persino su altre donne o anche persone vicine, il tutto conseguente allo stato di frustrazione e dipendenza che si è in un certo senso anche inconsapevolmente sviluppato. Un po’ come un alcolizzato che però non riesce o non vuole accorgersi di esserlo. E spesso guai a chi semplicemente glielo fa notare, come solitamente farebbe chi gli vuole bene.
Adduso
Fonti:
“Il serial killer dell’anima? Nasce in famiglia”
Come riconoscere il serial killer dell’anima
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