Politica
“Il paese dei balocchi”. Riflessione semiseria di Natale Caminiti su Furci
IL PAESE DEI BALOCCHI: Riflessione semiseria di una comunità umiliata.
“Ubi societas ibi ius, ubi ius ibi societas”. In ogni agglomerato sociale vi sono delle regole, poiché sono esse stesse (le regole) a far si che possa nascere un agglomerato sociale. Lo si può certamente esprimere il molti altri modi ma il concetto rimane sempre lo stesso; semplice e basilare.
Queste sono le fondamenta del vivere civile e della democrazia, questo è il principio che ci permette di vivere in una comunità e che fa si che ognuno di noi possa godere liberamente di ciò che lo circonda, sia singolarmente che promiscuamente. Dicevo semplice e basilare perché semplice e basilare è l’unica condizione che permette il verificarsi di ciò: “il rispetto delle regole”.
E sì, perché non basta che vi siano delle regole o crearne altre ed altre ancora. Gli equilibri si spezzano laddove ognuno di noi, nei ruoli ad esso ascritti, cerca di aggirarli, non applicarli o meglio ancora non rispettarli. È qui che la vita si complica e gli equilibri sociali saltano sino al punto in cui diviene necessario che qualcuno si faccia carico di ristabilirli, riconducendo il tutto a “quella” normale socialità.
“Ognuno di noi”, si, sta proprio qui il problema. Se ci fate caso la “regola” ha quasi sempre un doppio valore; per la comunità: è corretta, è giusta, è necessaria; la comunità, deve, ha l’obbligo di rispettarla. Per il singolo: . . . . ora vediamo, . . . . ci sono dei casi in cui . . ., si però . . . io pensavo . . . , si ma io sono . . . (un giustificativo lo si ha sempre e a portata di mano). È chiaro però che il problema raggiunge la sua massima espressione nel momento in cui chi amministra quella società, fa parte di quegli: “Ognuno di noi”, magari con il giustificativo pronto. E si, amici miei, una comunità, una “società” così ridotta non può che essere annoverata come il “Paese dei balocchi”.
Ora, andando al dunque, alla luce del blitz del 21 Agosto scorso, riguardante il sequestro degli ombrelloni lasciati in spiaggia, e proprio per quanto da me premesso, mi viene spontaneo pormi alcune domande o meglio esternare alcune riflessioni da semplice cittadino di questa comunità. Non entro sicuramente nel merito di ciò, perché non ritengo sia questo il problema, trattandosi comunque di una ordinanza comunale, anche se, nello specifico si dovrebbe andare a vedere il contenuto e le segnalazioni della Capitaneria di Porto e se le stesse riguardavano gli ombrelloni o altro, ravvisando semmai un eccesso/abuso del contenuto dell’ordinanza stessa.
Il problema, per me, rimane sul rispetto delle regole, tutte; sul rispetto delle ordinanze, tutte; sulla assoluta uniforme ed univoca applicabilità verso tutto e tutti.
Ed allora, tanto per iniziare dalle più recenti: piano viario e parcheggi a pagamento.
Mi soffermo solo a fotografare oggettivamente quello che tutti abbiamo avuto modo di constatare.
Si sono multate giustamente macchine senza pass, si sono multate giustamente macchine che erano posteggiate in senso opposto al senso di marcia e quant’altro; si sono di contro omesse di verbalizzare tutte (dico tutte) le autovetture che tutti i giorni, 24 ore su 24 continuavano ad essere posteggiate sui marciapiedi (codice della strada) della maggior parte delle vie interne cittadine, ostruendone il passaggio ai pedoni che dovevano transitare in mezzo alla strada. E che nessuno mi venga a dire che trattavasi di alcune vie secondarie perché una di esse era proprio la Via Roma, dalla Cesare Battisti all’altro capo, con sede del Comune e conseguente ingresso e transito di tutte le autorità comunali, Vigili Urbani compresi.
Dal transito stradale a quello marittimo. Credo siano state tre o quattro le ordinanze comunali per la rimozione delle barche dai marciapiedi sul lungomare. Ebbene, in questi anni, come se nulla fosse, anzi tra qualche giorno le ricominceremo a vedere, sono state ben legate alla ringhiera o ad occupare totalmente la piazzetta del Moro, non appena chiude la Pizzeria omonima. Normale, legale e soprattutto esplicitamente e compartecipatamente consentito.
Perché allora il blitz degli ombrelloni? Sarà illegale lasciare l’ombrellone sulla battigia, ma non penso più delle barche sul marciapiede o per strada, in posteggio fisso; non penso più delle macchine posteggiate a fila su interi marciapiedi ben accostate ai muri. Eppure qualche zelante Assessore: “non tollereremo”, è ora di finirla”, “controlli notturni”, sequestreremo”. Questa, all’ombrellone, sembra sia diventata la sola e l’unica battaglia contro il più nefasto dei reati.
Non capisco dove sta la differenza tra le varie realtà conclamate, dove può giustificarsi una totale e complice forma di tollerabilità su tutto il resto o se non bisogna invece pensare a qualcos’altro.
Questa “è” illegalità totale e manifesta, di chi, lo possiamo andare a riscontrare in altri momenti ed altre sedi, ma che, comunque, costringe una comunità intera a vivere un costante disagio, umiliata nei propri fondamentali diritti civili e sociali a fronte di quanto nel codice penale viene definito: “inosservanza dei propri doveri di ufficio” e “abuso d’ufficio”.
Permettetemi di concludere con una semplice ma realistica considerazione. Non si ama questo Paese o qualsiasi Paese ergendosi a paladini dei luoghi comuni: Furci laboriosa, Furci pulita, quando poi si è tra i primi e buttare le cicche che ci si fuma, dal finestrino dell’auto o peggio ancora, passeggiando, per strada. Il proprio Paese e la propria comunità si amano nella misura in cui si pretende e si offre disinteressatamente ed oggettivamente una condivisione di rispetto reciproco di diritti e doveri e di quelle regole in generale che ci accomunano per la vivibilità del nostro habitat.
Tanto, personalmente e spontaneamente, mi sentivo di dire.
Natale Caminiti
Furci Siculo 26 Agosto 2012
Invia un Commento