Bastian Contrario
Il volere della tradizione
Secondo quanto dichiarato di recente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la buona politica è dialogo e confronto, nonché ascolto della gente.
Sapete? In questo ultimo decennio, ho avuto qualche occasione per confrontarmi a quattrocchi con alcuni sindaci e politici del comprensorio jonico. Con qualcuno per farmi rilasciare un’intervista per conto di un mensile locale. Fra questi: Onofrio Rigano, (Casalvecchio), Giuseppe Di Tommaso, (Nizza di Sicilia), Gianni Miasi, (Roccalumera), con altri per una più colloquiale conversazione: Nino Bartolotta, (Savoca), l’attuale primo cittadino di Furci Siculo, Sebastiano Foti, e non per ultimo un Cateno De Luca quando ancora rivestiva il ruolo di deputato regionale.
Età, personalità, stili e culture differenti. Entrare in simbiosi pur rimanendo ciascuno nel proprio ruolo in società, (chi fa le domande e chi da le risposte), è cosa mai scontata. Soprattutto, quando si osano affrontare argomenti scottanti come “bilanci comunali”, obiettivi futuri in tempo di crisi, nonché contrapposizioni fra poteri diversi.
Vi rivelerò subito, che solo qualcuno tra i sindaci da me intervistati, ha saputo relazionarsi ed entrare in sintonia con il cittadino. Ciò, perché stili, ruoli ed equilibri nei nostri paesini jonici, sono da decenni più che consolidati verso una quasi generalizzata assuefazione.
La parola “interagire”, che ad esempio ha trovato un riscontro pratico ed efficace, persino ai fini della composizione delle liste per le prossime elezioni amministrative, è stata pronunciata a Santa Teresa di Riva negli ultimissimi anni. Ciò si sarà verificato grazie ai cosiddetti “comitati di quartiere”, o in seguito agli incontri dell’amministratore con commercianti ed altre categorie produttive. Ebbene, sarà stato anche grazie all’utilizzo massiccio da parte della gente dei sempre più imperanti “social”, ma proprio per mezzo di questi, un sindaco in realtà “straniero”, è riuscito a dialogare in modo diretto, quasi h24, trattando anche i problemi più immediati, che nella maggior parte dei casi sono stati risolti nel giro di poche ore dalla segnalazione. E pare, anche senza polemiche.
Oggi, infatti, non basta più un sito istituzionale, (o una app per il telefonino) che informi su delibere comunali e quant’altro, oggi l’amministratore moderno deve essere on-line per rispondere in modo diretto e pronto al cittadino qualunque.
Per fare un esempio, persino il maturo Di Tommaso, (non essendo a quanto si sa, “social”), è costantemente reperibile al telefono. Risponde continuamente, come un capo famiglia dovrebbe fare, poi come medico e infine come sindaco del proprio Comune.
De Luca, manco a dirlo, è un vero “maniaco” di facebook. I suoi amministrati santateresini, si rivolgo a lui persino per la ringhiera rotta o per la carta igienica nelle scuole. Tramite lo stesso “social”, De Luca, ha diretto e dirige l’ “orchestra” dei suoi amministratori. Dal Delfino Lo Giudice all’assessore Annalisa Miano, a Giovanni Bonfiglio, ecc. ecc.
Ma quanto è importante che il primo cittadino sia “social”, o quantomeno reperibile telefonicamente? Se pensiamo ai problemi che i vetusti impianti fognari dei nostri paesi continuano a procurare alla cittadinanza, parliamo di reflui nelle vie; se pensiamo a disservizi dovuti a scarsa disponibilità di operai e di polizia municipale, i quali continuamente vengono allertati a voce dai cittadini per le nostre strade, ora per la panchina o la scaletta arrugginita e rotta, ora per la segnaletica cadente o illeggibile (Roccalumera), ecco che, si rende necessaria una strategia che sarà forse stressante per taluni amministratori vecchia maniera, ma è indispensabile anche quando nel contempo il primo cittadino è intento a trattare già problemi di bilancio, ATO rifiuti, delibere o persino impegni professionali propri.
A tutto ciò, si aggiunge la necessità di saper interagire efficacemente con strategie intercomunali. In ottica turismo e quindi anche occupazionale, la stesura del calendario delle festività natalizie come estive, può essere una delle occasioni da discutere con le categorie commerciali ma anche con i sindaci dei Comuni viciniori, e perché non con politici regionali. Non serve infatti rinchiudersi dentro il guscio del “gruppo di maggioranza”, cercando di soddisfare sparute minoranze solo perché “vicine” o amiche a determinati intendimenti, ma bisogna piuttosto usare il “megafono” dell’informazione-coinvolta ove cercare di raggiungere realmente tutta la collettività.
Dicevo all’inizio di questa “lettera aperta”, che ho avuto occasione di riferirmi direttamente con i sindaci di alcuni comuni, ebbene, non con sono riuscito in ciò con l’attuale sindaco del mio paese. Roccalumera. E non è che non ci abbia provato.
Per carità, i risultati ottenuti dalla compagine Argiroffi sono apprezzati da molti, anche fuori paese, ma in più di un caso si sono fatti dei passi indietro, obietta più di una persona. Ad esempio: possiamo dire che il rapporto collaborativo che c’era tra Roccalumera e Nizza di Sicilia, tra Roccalumera e Gallodoro, persino fra Roccalumera e Pembroke (Malta) in quest’ultimo caso non si trattava solo di visite ma si voleva andare oltre, sino a quattro anni fa, c’è ancora?
Diciamoci la verità sino in fondo: in un paese a vocazione turistica come quello della torre saracena, persino la filanda restaurata, (colpa probabilmente delle recenti tariffe salatissime imposte invece dell’ugualmente esagerato tutto gratis del passato), oggi viene usata col contagocce, utilizzata da minoranze circoscritte e soprattutto gruppi politici. E ancora: che fine ha fatto il “museo della seta”?
Il dialogo è il sale della “democrazia diffusa”: attraverso di esso si sarebbero potuti conoscere già da tempo i veri motivi (che qui non elenco), che hanno convinto numerosi commercianti a rinunciare ad iscriversi ad un mercato quindicinale più volte proposto dall’amministratore attuale.
Ebbene: attraverso un dialogo globale e non spiato dal buco della serratura, si sarebbe potuto capire ad esempio, se e quanto il senso unico di Roccalumera alla fine ha convinto la gente ed in particolare le categorie di commercianti ed artigiani. Ancora attraverso il dialogo, si sarebbe potuto anche conoscere il motivo per il quale la video sorveglianza, ergo telecamere installate dalla passata amministrazione in vari punti del paese, certamente utile sotto molti punti di vista, non entrò in funzione allora, ma non è operativa neanche a tutt’oggi, dopo anni di nuova (diciamo) gestione politica. Aggiungo altro o mi fermo quì?
05 Marzo 2017
BASTIANCONTRARIO
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