Spiritualità
La Preghiera, Fatica d’ogni Giorno (parte settima)
Mt. 6, 1-18. La preghiera, il digiuno e l’elemosina. Un altro grande insegnamento di Gesù. Il digiuno, l’elemosina e il perdono devono accompagnarsi con la preghiera e farsi nel segreto, altrimenti acquistano solo il valore che viene riconosciuto da coloro che ci guardano, con la relativa ricompensa… (quanto é “bravo” quello, quanto é “santo” quell’altro ecc…) completamente inutile agli occhi di Dio…
Tutti noi siamo sottoposti a quelle tentazioni che Gesù ha superato nel deserto quando fu tentato dal demonio per quaranta giorni (Mt. 4, 1-11). Sono le tentazioni del cuore, della mente e delle forze, quelle che ci impediscono di adempiere il primo comandamento: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze”.
In questo brano evangelico ci viene dato l’antidoto per superarle. Gesù é stato tentato tre volte: “se sei figlio di Dio dì che questi sassi diventino pane” (Prima tentazione). E’ la tentazione del pane, delle comodità, del soddisfacimento dei propri istinti, di avere tutto bello e pronto senza che altri ci diano fastidio. E Gesù vince questa tentazione digiunando e accettando di soffrire. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio!”. Ama il Padre con tutto il cuore e non antepone alcun idolo al suo posto. Ecco il valore del digiuno!
Seconda tentazione: Il demonio lo porta sul pinnacolo del tempio e gli dice “se sei figlio di Dio gettati giù, poiché sta scritto… gli angeli ti sorreggeranno…”. E’ la tentazione del rifiutare la propria storia, di tentare Dio quando non comprendiamo quello che succede, chiedendogli di intervenire come diciamo noi, per cambiare la nostra storia in un modo magari più semplice. L’antidoto contro questa tentazione é la preghiera. Essa é l’unica che ci permette di umiliarci davanti a Dio, che ci fa come bambini e ci guarisce dall’orgoglio e dalla superbia di voler fare da soli e avere sempre ragione.
Terza tentazione. Il demonio gli dice: “Tutte queste cose ti darò se prostrandoti mi adorerai”. E’ la tentazione di “non amare” Dio con tutte le forze (che in ebraico vuol dire con tutto quello che si ha di materiale, di beni, e quindi i soldi). L’antidoto per l’idolatria del denaro é l’elemosina.
Ora, tutto ciò perde di significato quando non viene fatto nel segreto, cioè in modo che sia Dio solo a sapere quello che si compie e non altri.
Gesù stesso insegna e consegna agli apostoli e a tutti i credenti, la preghiera del Padre Nostro. La preghiera più bella, più completa, più alta, più profonda. In essa troviamo tutto quello che un uomo possa chiedere dalla vita. Tutto quello di cui ha bisogno. Il suo valore é dato dal fatto che ce l’ha consegnata Gesù stesso. Quando preghiamo il Padre Nostro sappiamo di non sbagliare mai…, soprattutto se facciamo attenzione alle parole che pronunziamo. Ci si rende conto allora di quanto questa preghiera coinvolga e responsabilizzi. Ad esempio: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”. Parafrasando e attualizzando e come se dicessimo: Signore, ripagaci con la stessa moneta! E’ il tema del perdono verso gli altri. Condizione essenziale per pregare il Signore e chiedergli perdono é: che noi siamo disposti ad offrire lo stesso perdono che riceviamo, agli altri!
Lc. 11, 1. 5-13. L’amico importuno. Nei sui insegnamenti sulla preghiera, Gesù racconta quest’altra storia, per indicare che bisogna pregare non solo insistentemente, ma anche inopportunamente, nel cuore della notte, per chiedere lo Spirito. “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Hanno bisogno di spiegazioni queste parole di Gesù? La prima cosa che Egli ci dona sopra tutto é lo Spirito Santo!
Mt. 14, 22-33. Gesù cammina sulle acque. Il grande insegnamento di questo episodio consiste nel convincerci che la preghiera ci aiuta ad entrare nella nostra storia, per comprenderla così come essa é alla luce dell’amore di Dio. Guardando a Gesù, tutti possiamo avere la forza necessaria per superare le difficoltà che la vita ci pone innanzi. Si parla della forza della fede, della sua audacia, che nella misura in cui é più forte delle nostre paure, ci permette anche di vincerle.
Domenica 19 Marzo 2017 – Settima parte.
NOTA. Nella foto, padre Marino Peditto (02-01-1924 / 25-03.2010).
Francesco Cosentino
Invia un Commento